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Autore principale: De' Cocci, Danilo
Serie: Monografie d'informazione / C.S.D.C. Centro di studi di divulgazione culturale ; 3
Serie: Monografie d'informazione del C.S.D.C ; 3
Germania nazionalsocialista (o più comunemente nazista) o Terzo Reich (in tedesco: Drittes Reich, lett. Terzo Impero o Terzo Stato) sono le definizioni con cui comunemente ci si riferisce alla Germania tra il 1933 e il 1945, quando venne governata dal regime totalitario del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori guidato dal cancelliere Adolf Hitler, che assunse il titolo di Führer. Il termine "Terzo Reich" intendeva connotare la Germania nazista come il successore storico del medievale Sacro Romano Impero (962-1806) fondato da Ottone I di Sassonia, e del moderno Impero tedesco (1871-1918), fondato dal Kaiser Guglielmo I. Le denominazioni ufficiali furono Deutsches Reich (tale denominazione era in uso sin dal 1871) dal 30 gennaio 1933 al 26 giugno 1943 e Großdeutsches Reich ("Grande Reich Tedesco") dal 26 giugno 1943 all'8 maggio 1945, ma anche Tausendjähriges Reich ("Reich millenario") per alludere a concetti escatologici. Il 30 gennaio 1933, Hitler venne nominato cancelliere del Reich e, nonostante inizialmente fosse a capo di un governo di coalizione, si liberò velocemente dei partiti alleati, per poi nel giro di un anno accentrare nel governo e nella sua persona sia il potere esecutivo sia quello legislativo, esautorando completamente il Reichstag, e ponendo le basi per quel governo totalitario di estrema destra dalle forti connotazioni nazionalistiche, militaristiche, collettiviste, stataliste, antisemite, e fortemente aggressivo in politica estera. All'epoca, i confini tedeschi erano ancora quelli stabiliti dal Trattato di Versailles del 1919 tra la Germania e le potenze Alleate (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Italia, Giappone e altri) dopo la fine della prima guerra mondiale; a nord la Germania era limitata da mare del Nord, mar Baltico e Danimarca; a est era divisa in due parti e confinava con Lituania, la Città Libera di Danzica, Polonia e Cecoslovacchia; a sud confinava con Austria e Svizzera, mentre a ovest toccava Francia, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi, Renania e Saar. Questi confini cambiarono dopo che la Germania riprese il controllo di Renania, Saar e Territorio di Memel e si annesse l'Austria, i Sudeti e la Boemia e Moravia. Durante la seconda guerra mondiale, la Germania si espanse trasformandosi nella Großdeutschland ("Grande Germania"), secondo i principi del pangermanismo, già sviluppati nel secolo precedente, ma particolarmente cari a Hitler; tale processo di espansione iniziò nel 1938 con l'Anschluss, ossia l'annessione dell'Austria, ma fu l'aggressione alla Polonia che spinse il Regno Unito e la Francia alla dichiarazione di guerra. Nel corso della guerra, la Germania e le altre potenze dell'Asse europee (Italia, Ungheria, Romania e Slovacchia) conquistarono e occuparono tutta l'Europa (con l'eccezione delle isole britanniche, della Svizzera, della Svezia, della penisola iberica e della Turchia europea), nonché parte della Russia europea; la Germania nazista fu l'impero che, fatta eccezione per l'impero romano, unificò e dominò maggiormente la superficie europea in tutta la storia dell'umanità. I nazisti perseguitarono e assassinarono milioni di ebrei e di appartenenti ad altre minoranze etniche, in particolare popolazioni zingare e slave, commettendo il genocidio noto come Olocausto, perseguito, per quanto riguarda gli ebrei, secondo il programma delineato nella cosiddetta "soluzione finale della questione ebraica" (Endlösung der Judenfrage in tedesco), che in ultimo assunse i connotati di un vero e proprio sterminio di massa e che venne illustrato ai capi di varie burocrazie naziste alla conferenza di Wannsee per ottenerne la collaborazione operativa. Furono inoltre perseguitati e spesso uccisi diversi esponenti antinazisti (perlopiù socialisti e comunisti) eseguendo condanne a morte con il Volksgerichtshof (Tribunale del Popolo), nonché Massoni, testimoni di Geova, rom e sinti (quest'altro genocidio è noto come Porajmos), omosessuali tramite il paragrafo 175 del codice penale tedesco del tempo e anche persone affette da malattie ereditarie e congenite gravi sia di tipo fisico sia mentale, tramite il programma Aktion T4. Tra il 1943 e il 1945 la Germania subì una continua serie di pesanti sconfitte da parte degli Alleati, in particolare Unione Sovietica, Stati Uniti e Regno Unito. Ciò portò all'occupazione del territorio tedesco e allo smembramento in quattro settori d'occupazione, poi ridotti a due, dei quali uno filo-occidentale (la Germania Ovest) e l'altro filo-sovietico (la Germania Est).
L'economia della Germania nazista ebbe, fra il 1933 ed il 1939, un notevole fattore di sviluppo nella politica del regime di Hitler tesa al riarmo oltre che nella serie di opere pubbliche attuate, con conseguenze positive per il riassorbimento della disoccupazione. L'economia nazionalsocialista sulla base dei principi dell'economia keynesiana, autarchici, imperialistici e collettivisti/totalitari. I notevoli progressi economici costituirono una concausa importante dell'ampio consenso politico del popolo tedesco a favore del nazionalsocialismo. I grandi cartelli industriali e il grande capitale monopolistico mantennero saldamente il controllo del mercato, dalla produzione alla vendita delle merci grazie all'intervento del regime, asservendo il tutto ai propri scopi. In tale periodo venne particolarmente potenziata la grande industria.
Le donne nella Germania nazista sono state oggetto dell'indottrinamento da parte del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP), il quale promosse l'esclusione delle donne dalla vita politica della Germania sia nel suo organo esecutivo sia nei suoi vari comitati. Mentre il Partito nazista decretò che "le donne non potevano essere ammesse né nell'apparato esecutivo né nel comitato amministrativo", questo non impedì a numerose donne di diventare membri effettivi del partito. Le basi ideologiche del nazismo elevarono il ruolo degli uomini tedeschi sottolineandone le loro abilità di combattimento e la fratellanza tra i connazionali di sesso maschile. Le donne vissero all'interno di un regime caratterizzato da una politica di confinamento ai ruoli di madre e di sposa e dall'esclusione da tutte le posizioni di responsabilità, in particolare in campo politico e accademico. Le politiche del nazismo contrastavano fortemente con l'evoluzione e l'emancipazione femminile che si era cominciato ad attuare sotto la repubblica di Weimar, distinguendosi dallo stesso atteggiamento patriarcale e conservatore dell'Impero tedesco. L'irregimentazione delle donne al centro delle organizzazioni satelliti del partito, come la Lega delle ragazze tedesche, la NS-Frauenschaft o la Deutsches Frauenwerk ha avuto come suo obiettivo finale quello di favorire la coesione della "comunità popolare" (Volksgemeinschaft). In primo luogo nelle dottrine relative alle donne del nazismo era implicita l'idea della maternità e della procreazione per tutte quelle che erano in età fertile. Il modello di donna nazista non prevedeva una carriera, ma la responsabilità sull'educazione dei figli e sulle faccende domestiche. Le donne avevano solo un diritto limitato all'istruzione, che ruotava attorno ai compiti relativi al benessere della casa e che furono limitati ulteriormente nel corso del tempo, con l'esclusione delle donne dall'insegnamento universitario, dalle professioni mediche e dal servizio in posizioni politiche di rilievo all'interno dello NSDAP. Molte di queste restrizioni vennero revocate quando le necessità della guerra si fecero più pressanti, dettando modifiche alla politica nel periodo più tardo della vita del regime. Con l'eccezione della Reichsführerin Gertrud Scholtz-Klink, a nessuna donna è stato mai permesso di svolgere funzioni ufficiali; tuttavia alcune donne si distinsero come eccezioni all'interno del regime, o attraverso la loro vicinanza ad Adolf Hitler come Magda Goebbels, o eccellendo in alcuni particolari settori, come ad esempio la regista Leni Riefenstahl o l'aviatrice Hanna Reitsch. Mentre alcune donne ebbero un ruolo influente nel cuore del sistema nazista, ad esempio come ufficiali postali all'interno dei campi di concentramento,, altre invece si impegnarono attivamente nella resistenza tedesca e pagarono ciò con la loro stessa vita, come Libertas Schulze-Boysen o Sophie Scholl.
Le onorificenze della Germania nazista consistono nelle medaglie militari, politiche e civili che sono state distribuite dal partito nazista in Germania e nei territori del Terzo Reich dal 1923 al 1945. Le prime decorazioni di questa serie vennero distribuite ben prima che il partito nazista andasse al potere in Germania con una dittatura e consisteva essenzialmente in decorazioni politiche da portarsi sulle prime uniformi di partito. Dopo il 1933 lo stato tedesco iniziò ad emettere una grande varietà di decorazioni civili da assegnarsi ai cittadini benemerenti alla causa dello stato. Alcuni di questi, come i distintivi sportivi e le medaglie, erano emesse dal partito nazista, altri dall'esercito, altri dal governo. Alcune decorazioni già utilizzate nelle loro forme in precedenza vennero riadattate coi simboli del partito nazista, in primo luogo la svastica.
Il totalitarismo nella Germania nazista ebbe un carattere di pervasività ed efficacia tali da costituire l'idealtipo di trasformazione totale della realtà sociale tedesca. Il totalitarismo nazista, alla cui base stavano la ripresa dell'economia e il riscatto della Germania dalle umiliazioni e frustrazioni imposte dalla pace di Versailles, raggiunse una intensità e conseguì risultati così importanti da superare il modello fascista italiano nella costruzione dello Stato totalitario. I modelli a cui poteva rifarsi il sistema nazista furono il totalitarismo sovietico e quello fascista, pur con le differenze strutturali, intrinseche, tipiche dei tre regimi.
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