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Autore principale: Arezzo <Provincia>
Pubblicazione: Arezzo : Tip. E.Scheggi, [1932?]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
A circa 7 km da Arezzo, dopo il Ponte di Pratantico, percorrendo la Strada Statale 69 si raggiunge la frazione di Pratantico, sita a quota 274. Non è facile dire quando sorse qui l'abitato . È sicuro che nell'epoca romana vi si trovavano delle abitazioni: vi sono infatti rinvenuti frammenti di un'iscrizione romana, resti di edifici e di pavimenti. Ed è probabile che anche durante l'alto medioevo e nel primo basso medioevo vi fosse un modesto nucleo di abitazioni. Nel 1269 a “Prato antiquo” sono documentati possessi dei Tarlati che vengono ricordati ancor più spesso nel corso del Trecento. Il visitatore può godere da Pratantico, dalla piccola salita che fa la strada prima di entrare nel paese, di una bellissima veduta su Arezzo. A Pratantico, nel 1908, nasce la Regia Cantina Sperimentale, collegata alla Cattedra ambulante di agricoltura, con il compito di effettuare ricerche in campo enologico ed eseguire analisi di mosti e vini per conto di Enti pubblici e privati. Nel 1936 si trasforma in “Istituto Enologico Toscano”, vigilato dal Ministero dell'Agricoltura con la partecipazione degli Enti locali, ed opera senza sostanziali variazioni nel suo assetto istituzionale fino al 1968, quando, entra a fare parte della rete degli Istituti Sperimentali del Ministero dell'Agricoltura e Foreste. Diviene così Sezione operativa periferica dell'Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano. Dal 2004 la Struttura è inserita nella rete scientifica del C.R.A., dal 2015 C.R.E.A. e ha assunto la denominazione attuale di Unità di ricerca per la Viticoltura ed Enologia, CREA-VE. In passato la Cantina Sperimentale, sotto la direzione di studiosi come Giuseppe De Astis e Trofimo Paulsen, ha svolto importanti attività di studio dei vitigni, di sperimentazione delle tecniche e dei prodotti enologici, di promozione del comparto vitivinicolo.
La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto a olio su tavola di legno di pioppo realizzato da Leonardo da Vinci, (77×53 cm e 13 mm di spessore), databile al 1503-1504 circa e conservato nel Museo del Louvre di Parigi. Opera iconica ed enigmatica della pittura mondiale, si tratta sicuramente del ritratto più celebre della storia nonché di una delle opere d'arte più note in assoluto. Il sorriso impercettibile del soggetto, col suo alone di mistero, ha ispirato tantissime pagine di critica, letteratura, opere di immaginazione e persino studi psicoanalitici; sfuggente, ironica e sensuale, la Monna Lisa è stata di volta in volta amata e idolatrata, ma anche derisa o aggredita.La Gioconda viene ammirata ogni giorno da circa trentamila visitatori, ovvero l'80% dei visitatori del Museo del Louvre in cui è esposta,, tanto che nella grande sala in cui si trova, un cordone deve tenere a debita distanza le persone. Nella lunga storia del dipinto non sono infatti mancati i tentativi di vandalismo, nonché un furto rocambolesco, che ne hanno alimentato la popolarità.
Arezzo () è un comune italiano di 98 101 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. Fu sede della più antica università della Toscana, e una delle prime in Europa. Importante centro orefice e di alta moda, vanta inoltre di essere la città nella quale è girato lo storico film da record La vita è bella di Roberto Benigni, campione di incassi. È inoltre la patria di artisti e poeti quali Francesco Petrarca, Giorgio Vasari, e nelle vicinanze di Michelangelo Buonarroti. Famosa per gli affreschi di Piero della Francesca all’interno della cappella della basilica di San Francesco e per il crocifisso di Cimabue all’interno della chiesa di San Domenico, è nota anche per l’importante Giostra del Saracino, che divide la città in 4 quartieri.
Il Clanis è stato un fiume dell'Etruria centrale, originante dal colle di Clanis (Chiani) a ovest di Arezzo il quale, dopo avere percorso l'omonima valle in direzione Sud (oggi Val di Chiana), tra cui il Lago di Montepulciano e il Lago di Chiusi (residui del mare pliocenico e il cui zero idrometrico era in quota inferiore rispetto a oggi), si univa al corpo idrico del Paglia in località Ciconia (Orvieto); dopodiché, l'aveo in cui scorrono le unite acque del Paglia e del Clanis si immette nel Tevere, poco più a sud di Orvieto, laddove in età romana si trovava il Porto Romano di Pagliano.
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Record aggiornato il: 2024-04-28T02:32:31.491Z