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L'Italia turrita è la personificazione nazionale dell'Italia, nell'aspetto di una giovane donna con il capo cinto da una corona muraria completata da torri (da cui il termine "turrita"). È spesso accompagnata dalla Stella d'Italia, da cui la cosiddetta Italia turrita e stellata, e da altri attributi aggiuntivi, il più comune dei quali è la cornucopia. La rappresentazione allegorica con le torri, che trae le sue origini dall'antica Roma, è tipica dell'araldica civica italiana, tant'è che la corona muraria è anche il simbolo delle città d'Italia. Dal XIV secolo l'Italia turrita iniziò a essere raffigurata come una donna sconfortata e tormentata dalla sofferenza, visto il ruolo di secondo piano assunto dalla penisola italiana dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente. La popolarità dell'Italia turrita ha toccato il suo ultimo apice nel XIX secolo, durante il Risorgimento: dopo l'unità d'Italia è iniziato un declino che l'ha portata quasi all'oblio, superata per importanza da altri simboli. L'Italia turrita, che è uno dei simboli patri italiani, è stata nei secoli ampiamente raffigurata in ambito artistico, politico e letterario. Il suo aspetto più classico, che deriva dal mito primordiale della Grande Madre mediterranea e che è stato definitivamente specificato a cavallo tra il XVI e il XVII secolo da Cesare Ripa, vuole trasmettere simbolicamente la regalità e la nobiltà delle città italiane (grazie alla presenza della corona turrita), l'abbondanza dei raccolti agricoli della penisola italiana (rappresentata dalla cornucopia) e il fulgido destino dell'Italia (simboleggiato dalla Stella d'Italia).
Fabrizio Clerici (Milano, 15 maggio 1913 – Roma, 7 giugno 1993) è stato un pittore e scenografo italiano. La sua pittura, piena di riferimenti artistici e letterari, è intrisa delle umane inquietudini di quel Novecento alienante e ostile che ha caratterizzato la fine del secondo millennio. Il suo immaginario coniuga le suggestioni di Giovanni Battista Piranesi, l'autorevolezza negli studi sull'antichità classica del gesuita ed erudito tedesco del XVII secolo Athanasius Kircher, così come di Caspar David Friedrich e Arnold Böcklin, trasferendone i codici figurativi e di ricerca nel suo paesaggio contemporaneo, inevitabilmente intriso di inquietudini ed introspezioni. Artista dalla poetica complessa e di matrice eclettica, fu anche architetto, scenografo, costumista, fotografo e amico di alcuni fra i più importanti artisti, critici, musicisti e letterati del Novecento. Clerici ha ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua opera ed è stato esposto al MOMA, al Museo Guggenheim di New York, al Centre Pompidou di Parigi, al Museo Puškin di Mosca, ai Musei Vaticani ed in prestigiose collezioni private e pubbliche. Tra le sue opere più note si ricordano: Il Minotauro accusa pubblicamente sua madre, che aveva profondamente appassionato Salvador Dalí; Sonno romano (1955); Le Confessioni palermitane (1954); Minerva phlegraea (1956-57); Le Krak des Chevaliers (1968). Accanto a queste, figurano altri lavori dedicati ai miraggi, alle città sepolte, alle archeologie domestiche e alle stanze. Queste ultime, dagli anni sessanta, sono caratterizzate dalla presenza di figure della mitologia egizia, come il Dio-falco Horus e le sfingi di ariete. Il vuoto, come elemento e spazio della memoria, prevale nelle opere degli anni settanta con i due celebri dipinti Corpus hermeticum e Un istante dopo.
L'iconografia è un ramo della storia dell'arte che si occupa della descrizione e classificazione di quanto raffigurato nelle opere d'arte. Il termine significa anche l'insieme delle raffigurazioni di un determinato soggetto. Con altro significato nell'arte cristiana-ortodossa l'iconografia è l'arte di dipingere icone, secondo canoni prestabiliti. Il termine deriva dal greco εἰκών (eikón, immagine) e γράφειν (grapheïn, scrivere). L'iconografia può riferirsi a personaggi o avvenimenti storici, così come a ricerche su specifici temi, come ad esempio quelli religiosi, che a partire dal XVI secolo hanno visto una fioritura notevole di studi e pubblicazioni. Nell'ambito della ricerca storica, l'iconografia si occupa di quelle immagini che possono essere una fonte documentale utile alla ricostruzione di eventi storici specifici, usanze di determinate popolazioni, mezzi di locomozione terrestri e navali, mentre gli studi archeologici traggono dall'iconografia la documentazione relativa a dettagli architettonici, abbigliamento, monete, gioielli e oggetti di uso comune. Nell'ambito della ricerca musicale l'iconografia serve a definire il contesto storico-culturale di un determinato compositore, a potenziare e completare le ricerche relative all'organologia, a comprendere la dimensione socio-culturale della musica e l'uso degli strumenti musicali di determinati gruppi umani (innestandosi dunque con l'etnomusicologia e la storia sociale) o di particolari epoche storiche. A un uso pratico dell'iconografia si faceva ricorso nelle catacombe per richiamare qualche passo del Vangelo o per indicare il rango o lo stile di vita del defunto.
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