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Autore principale: Meoli Toulmin, Rachel
Pubblicazione: Firenze : Leo S. Olschki, 1972
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La Biblioteca nazionale Marciana (ovvero la biblioteca di San Marco) è una delle più grandi biblioteche italiane e la più importante di Venezia. Contiene una delle più pregiate raccolte di manoscritti greci, latini ed orientali del mondo. Nota anche come Biblioteca Marciana, Biblioteca di San Marco, Libreria Marciana, Libreria Sansoviniana, Libreria Vecchia o Libreria di San Marco, si trova sulla parte inferiore di Piazza San Marco, tra il campanile di San Marco e la Zecca.
Marciano, o Marziano (Antiochia di Siria, I secolo d.C. – Siracusa, ...), è stato un vescovo e martire, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Secondo la tradizione Marciano fu il protovescovo di Siracusa; discepolo dell'apostolo Pietro. Viene considerato il primo vescovo d'Occidente, poiché giunse in Sicilia quando l'apostolo si trovava ancora ad Antiochia.Le fonti su Marciano sono considerate tardive, in quanto vengono riscontrate solo a partire dall'epoca bizantina (VII secolo). Un Kontakion e un Encomio formano le prime due agiografie sul Santo, ma la natura elogiativa di queste opere letterarie rende difficile la distinzione degli elementi biografici veritieri da quelli fantastici.Un presunto anacronismo individuato nel testo dell'autore dell'Encomio — il quale daterebbe il martirio in un'epoca ben più tardiva di quella apostolica — e l'assenza di antiche testimonianze scritte o figurative, ha portato molti studiosi a collocare il vescovo Marciano non prima del III secolo.La più antica immagine di Marciano si trova nelle catacombe di Santa Lucia: si tratta di un affresco risalente all'VIII secolo. Un'altra sua raffigurazione è stata rinvenuta all'interno della cosiddetta cripta di San Marciano: una basilica bizantina costruita sopra un antico complesso paleocristiano che la tradizione ha identificato come abitazione del santo e in seguito come suo sepolcro. Le sue reliquie non si trovano tuttavia a Siracusa, esse sono infatti custodite nelle città di Gaeta e di Messina.
Il Milione è il resoconto dei viaggi in Asia di Marco Polo, intrapresi assieme al padre Niccolò Polo e allo zio paterno Matteo Polo, mercanti e viaggiatori veneziani, tra il 1271 e il 1295, e le sue esperienze alla corte di Kublai Khan, il più grande sovrano orientale dell'epoca, del quale Marco fu al servizio per quasi 17 anni. Il libro fu scritto da Rustichello da Pisa, un autore di romanzi cavallereschi, che trascrisse sotto dettatura le memorie rievocate da Marco Polo, mentre i due si trovarono in una prigione di Genova. Rustichello adoperò la lingua franco-veneta, una lingua culturale diffusa nel Nord Italia tra la fascia subalpina e il basso Po. Un'altra versione fu scritta in lingua d'oïl, la lingua franca dei crociati e dei mercanti occidentali in Oriente, forse nel 1298 ma sicuramente dopo il 1296. Secondo alcuni ricercatori, il testo sarebbe poi stato rivisto dallo stesso Marco Polo una volta rientrato a Venezia, con la collaborazione di alcuni frati dell'Ordine dei Domenicani.Considerato un capolavoro della letteratura di viaggio, Il Milione è anche un'enciclopedia geografica, che riunisce in volume le conoscenze essenziali disponibili alla fine del XIII secolo sull'Asia, e un trattato storico-geografico.Rispetto ad altre relazioni di viaggio scritte nel corso del XIII secolo, come la Historia Mongalorum di Giovanni da Pian del Carpine e l'Itinerarium di Guglielmo di Rubruck, Il Milione fu eccezionale perché le sue descrizioni si spingevano ben oltre il Karakorum e arrivarono fino al Catai. Marco Polo testimoniò l'esistenza di una civiltà mongola stanziale e molto sofisticata, assolutamente paragonabile alle civiltà europee: i mongoli, insomma, non erano solo i nomadi "selvaggi" che vivevano a cavallo e si spostavano in tenda, di cui avevano parlato Giovanni da Pian del Carpine e Guglielmo di Rubruck, ma abitavano città murate, sapevano leggere, e avevano usi e costumi molto sofisticati. Così come Guglielmo di Rubruck, invece, Marco smentisce alcune leggende sull'Asia di cui gli Europei all'epoca erano assolutamente certi. Il Milione è stato definito "la descrizione geografica, storica, etnologica, politica, scientifica (zoologia, botanica, mineralogia) dell'Asia medievale". Le sue descrizioni contribuirono alla compilazione del Mappamondo di Fra Mauro ed ispirarono i viaggi di Cristoforo Colombo.
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