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Titolo uniforme: Orvieto : una cattedrale e la sua musica
Autore principale: Brumana, Biancamaria ; Ciliberti, Galliano
Pubblicazione: Firenze : Olschki, 1990
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Orvieto, in provincia di Terni, chiesa madre della diocesi di Orvieto-Todi e capolavoro dell'architettura gotica dell'Italia Centrale. Nel gennaio del 1889 papa Leone XIII l'ha elevata alla dignità di basilica minore.La costruzione della chiesa fu avviata nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, allo scopo di dare degna collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena. Disegnato in stile romanico da un artista sconosciuto (probabilmente Arnolfo di Cambio), in principio la direzione dei lavori fu affidata a fra Bevignate da Perugia a cui succedette ben presto, prima della fine del secolo, Giovanni di Uguccione, che introdusse le prime forme gotiche. Ai primi anni del Trecento lo scultore e architetto senese Lorenzo Maitani assunse il ruolo di capomastro dell'opera. Questi ampliò in forme gotiche l'abside e il transetto e determinò, pur non terminandola, l'aspetto della facciata come appare ancora oggi. Alla morte del Maitani, avvenuta nel 1330, i lavori erano tutt'altro che conclusi. Il ruolo di capomastro venne assunto da vari architetti-scultori che si succedettero nel corso degli anni, spesso per brevi periodi. Nel 1350-1356 venne costruita la Cappella del Corporale. Nel 1408-1444 venne costruita la Cappella di San Brizio, affrescata però solo più tardi (1447-1504). Anche i lavori della facciata si protrassero negli anni, fino ad essere completati solo nella seconda metà del 1500 da Ippolito Scalza, che costruì tre delle quattro guglie della facciata.
Titignano è una frazione del comune italiano di Orvieto, nella provincia di Terni, in Umbria. La giurisdizione del comune di Orvieto sul borgo è stata sancita definitivamente nei primi anni del secolo XVII. Il piccolo borgo si raggiunge grazie ad una strada bianca che devia per 3 km dalla strada regionale 79 bis Orvietana (SR 79 bis) Todi-Orvieto. Titignano ha l'aspetto di un vicus raccolto tutt'intorno alla piazza centrale, ove si trova anche la chiesa parrocchiale, e dalla quale si può ammirare il panorama del lago di Corbara.
La diocesi di Orvieto-Todi (in latino: Dioecesis Urbevetana-Tudertina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede e appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2016 contava 90.000 battezzati su 95.000 abitanti. È retta dal vescovo Gualtiero Sigismondi.
Il pozzo di San Patrizio storico è una struttura costruita da Antonio da Sangallo il Giovane a Orvieto, tra il 1527 e il 1537, per volere del papa Clemente VII, reduce dal Sacco di Roma e desideroso di tutelarsi in caso di assedio della città in cui si era ritirato. Durante le assenze di Antonio da Sangallo i lavori furono affidati a Giovanni Battista da Cortona, mentre le parti decorative sono di Simone Mosca. Progettato per fornire acqua in caso di calamità o assedio, i lavori del pozzo furono conclusi durante il papato di Paolo III Farnese (1534-1549). L'accesso al pozzo, capolavoro di ingegneria, è garantito da due rampe elicoidali a senso unico, completamente autonome e servite da due diverse porte, che consentivano di trasportare con i muli l'acqua estratta, senza ostacolarsi e senza dover ricorrere all'unica via che saliva al paese dal fondovalle. Il pozzo, profondo 54 metri, è stato realizzato scavando nel tufo dell'altopiano su cui sorge Orvieto, una pietra abbastanza dura, ma che sta risentendo, dopo vari secoli, degli scarichi fognari. Ha forma cilindrica a base circolare con diametro di 13 m. Gli scalini sono 248, e i finestroni che vi danno luce sono 72. Le due scale sono collegate da un ponte tutt'ora praticabile. Sul fondo del pozzo il livello dell'acqua si mantiene costante grazie ad una sorgente naturale che rifornisce la cavità e un emissario che fa defluire l'acqua in eccesso. La parte esterna del pozzo è costituita da una struttura cilindrica bassa, decorata con i gigli farnesiani del pontefice Paolo III, sulla quale si aprono due ingressi diametralmente opposti.Sull'ingresso del pozzo troviamo la scritta "quod natura munimento inviderat industria adiecit" che significa "ciò che non aveva dato la natura, procurò l'industria" per celebrare l'ingegno umano come abile mezzo in grado di sopperire le carenze della natura.Papa Clemente VII incaricò Benvenuto Cellini di coniare una moneta in onore della costruzione del pozzo. Su di essa è incisa la frase "UT POPULUS BIBAT" ("perché il popolo beva") e raffigurato Mosè che con un bastone trafigge una roccia dalla quale sgorga dell'acqua difronte al popolo ebreo in fuga, mentre uno di essi vi attinge con una conchiglia. Questa preziosa moneta è oggi conservata nei Musei Vaticani.Forse per l'aura di sacro e di magico che accompagna le cavità profonde, o per pura imitazione di modelli cinematografici, i turisti moderni vi gettano monetine con la speranza di tornarvi. Inizialmente il pozzo era detto "Pozzo della Rocca" in riferimento alla rocca o "Fortezza dell'Albornoz" situata in prossimità del pozzo, al servizio della quale il pozzo stesso era stato costruito. E' solo in età ottocentesca che il pozzo assunse il suo attuale nome "Pozzo di San Patrizio" per mano dei frati del convento dei Servi che si ispirarono alla nota leggenda del santo irlandese. Si credeva infatti che in Irlanda, in corrispondenza di una grotta senza fondo, situata sull'isolotto di Station Island nel Lough Derg , si potesse raggiungere l'aldilà. La caverna simboleggiava infatti la porta di accesso al Purgatorio e, solo dopo aver affrontando una serie di terribili prove per purificarsi dai propri peccati, si raggiungeva la fine della grotta che simboleggiava l'ingresso in Paradiso. E' proprio nei pressi di questa cavità che San Patrizio amava ritirarsi in preghiera. La caverna per questo ottenne l'appellativo di "Purgatorio di San Patrizio" ed il pozzo prese il nome del santo proprio perché utilizzato anch'esso come luogo di espiazione dei peccati, rimandando alla discesa nelle profondità della caverna irlandese.
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