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Autore principale: Pasolini, Pier Paolo
Pubblicazione: [Pordenone] : Edizioni cinemazero, [1979]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) è stato un regista, scrittore, drammaturgo, giornalista e filosofo italiano, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo. Culturalmente versatile, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittore, filosofo, romanziere, linguista, traduttore e saggista. Attento osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni settanta nonché figura a tratti controversa, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. Il suo rapporto con la propria omosessualità fu al centro del suo personaggio pubblico.
Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) è stato un regista, scrittore, drammaturgo, giornalista e filosofo italiano, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo. Culturalmente versatile, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittore, filosofo, romanziere, linguista, traduttore e saggista. Attento osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni settanta nonché figura a tratti controversa, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. Il suo rapporto con la propria omosessualità fu al centro del suo personaggio pubblico.
Il Processo a Pier Paolo Pasolini per atti osceni e corruzione di minore è stato un procedimento legale a carico di Pier Paolo Pasolini, nel quale infine uscì assolto, svoltosi tra il 1949 e il 1952. In un articolo apparso il 31 agosto 1947 sulla rivista La stretta di mano della Società Operaia di Mutuo Soccorso Sanvitese intitolato "Quello lì è il mio padrone", Pasolini così descriveva i giovani contadini friulani: Il 29 agosto 1949 alla sagra di Santa Sabina a Ramuscello (vicino a Casarsa della Delizia dove Pasolini viveva in quel periodo, lavorando come insegnante a Valvasone) il ventisettenne poeta incontrò un ragazzo di quindici anni e tre cugini, due di sedici anni, il terzo di quindici. Offrì loro dei dolci e propose di accompagnarlo nel prato lì vicino per mangiare dell'uva, lì avvenne che "Pasolini cominciò a baciare uno dei ragazzi mettendogli la lingua in bocca e palpandogli le carni poi, sbottonandosi i pantaloni, scacciava fuori il suo membro, facendosi masturbare fino a lussuria soddisfatta, pagando poi il ragazzo lire 10. Tutto ciò avveniva alla presenza di altri tre minori". Riferimenti a questa vicenda si ritrovano nell'opera autobiografica Amado mio. I ragazzi in seguito litigarono in pubblico accusandosi l'un l'altro di "aver menato l'uccello a vicenda al Pasolini". La voce arrivò ai carabinieri della Stazione di Cordovado, competente per il territorio; il brigadiere Luigi Scognamiglio venne a conoscenza di uno scandolo che consisteva che quattro ragazzi minori avevano masturbato un individuo, come scrisse nel rapporto n. 17/75, protocollo v. 3, redatto il 15 ottobre 1949. Durante le dichiarazioni uno dei quattro ragazzi testimoniò di precedenti tentativi di approccio "Pasolini gli aveva proposto di andare al cinema con lui, gli pagava il biglietto d'ingresso, ma conoscendo la malattia del professore, non aveva accettato l'invito, anzi cercò di stargli al largo". La famiglia di Pasolini intervenne e l'avvocato Bruno Brusin convinse le famiglie dei ragazzi a non sporgere denuncia, offrendo 100 mila lire (pari a più di 3.600 euro del 2019, cifra considerevole per una famiglia contadina negli anni precedenti al boom economico) a testa alle famiglie per il danno subito. Ma l'indagine proseguì, condotta dallo Scognamiglio e dall'appuntato Bortolo Menegatto, con l'imputazione di atti osceni in luogo pubblico e di corruzione di minore, essendo uno dei ragazzi minore di sedici anni. Chiamato a deporre, Pasolini affermò che aveva scelto quei ragazzi perché sembravano "meno educati di altri" e: Davanti al pretore dottor Luigi Longo, il 29 novembre vengono raccolte le dichiarazioni dei tre cugini, che ribadirono quanto già dichiarato. Il processo verbale di dibattimento si tenne a porte chiuse nella sala udienze di San Vito al Tagliamento il 28 dicembre, imputati Pasolini e due dei ragazzi sopra i sedici anni, venne stralciata l'accusa di corruzione di minori per mancanza di denuncia e il dibattimento si concentrò sul fatto che gli eventi non si svolsero in un luogo pubblico ma "in un campo nascosto da siepe e da un boschetto d'acacie". La sentenza di primo grado arrivò nel gennaio 1950: i tre imputati vennero giudicati colpevoli di atti osceni in luogo pubblico, reato previsto dall'art. 527 del Codice penale, e condannati a tre mesi di reclusione ciascuno e al pagamento delle spese processuali; la pena fu interamente condonata per effetto dell'indulto. Per effetto della sentenza, Pasolini fu sospeso dall'insegnamento e il 28 gennaio 1950, partendo alle cinque del mattino dalla stazione di Casarsa, Pasolini fuggì verso Roma con la madre.Il processo di appello si tenne nell'aprile 1952, e costrinse Pasolini a un ritorno in Friuli. Si stabilì che il prato era proprietà privata e non visibile durante le ore notturne, tutti gli imputati furono perciò assolti.
Le opere di Pier Paolo Pasolini, autore delle più svariate esperienze, dalla poesia alla narrativa, dalla critica al cinema e al teatro, sono state e sono oggetto di studio intenso nel panorama recente delle nostra letteratura. Si possono suddividere le opere di Pasolini in quattro periodi: il primo periodo, quello del mito contadino, va dalle Poesie a Casarsa del 1942 fino all'ultima parte dell'Usignolo della Chiesa Cattolica; il secondo periodo, del mito sottoproletario, comprende con fasi diverse, tutto il decennio degli anni cinquanta; il terzo periodo estende il mito precedente al cinema integrandolo con il mito del Terzo mondo e il quarto periodo, quello della crisi, dove non scrive più versi ma accentua la produzione critica e teorica sulla lingua, la letteratura e il cinema.
Pier Desiderio Pasolini (Ravenna, 22 settembre 1844 – Roma, 21 gennaio 1920) è stato un politico, storico e scrittore italiano. Figlio di Giuseppe Pasolini e padre di Guido Pasolini dall'Onda, fu senatore del Regno d'Italia nella XVI legislatura. Membro della famiglia Pasolini dall'Onda, di antica stirpe nobile ravennate, era parente del poeta, scrittore e giornalista Pier Paolo Pasolini.. Il nonno del grande regista, Argobasto (1845- ?) era stato infatti riconosciuto a vent’anni da un cugino di Pierdesiderio, Girolamo.
Il cinema (dal greco antico κίνημα, -τος "movimento") è l'insieme delle arti, delle tecniche e delle attività industriali e distributive che producono come risultato commerciale un film. Nella sua accezione più ampia la cinematografia è l'insieme dei film che, nel loro complesso, rappresentano un'espressione artistica che spazia dalla fantasia, all'informazione, alla divulgazione del sapere. La cinematografia viene anche definita come la settima arte, secondo la definizione coniata dal critico Ricciotto Canudo nel 1921, quando pubblicò il manifesto La nascita della settima arte, prevedendo che la cinematografia avrebbe unito in sintesi l'estensione dello spazio e la dimensione del tempo. Fin dalle origini, la cinematografia ha abbracciato il filone della narrativa, diventando la forma più diffusa e seguita di racconto.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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