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Autore principale: Lottini, Barbara [Illustratore]; Niccolai, Gianni
Pubblicazione: [S.l. : s.n.], stampa 2002
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Gaio Plinio Cecilio Secondo, nato Gaio Cecilio (in latino: Gaius Plinius Caecilius Secundus; Novum Comum, 61 o 62 – Bitinia o forse Roma, 114 circa), è stato un avvocato, scrittore e magistrato romano, conosciuto come Plinio il Giovane per distinguerlo dallo zio materno Plinio il Vecchio: lo zio lo adottò dopo la morte del padre, gli diede il proprio nome e si occupò della sua educazione. Autore di varie opere, della sua produzione ci sono pervenuti il Panegirico di Traiano (Traianii laudatio) e un epistolario in X libri (Epistularum libri X). La prima opera è un discorso di ringraziamento (gratiarum actio) in XCV paragrafi, scritto dopo la sua elezione a console, con cui celebra l'optimus princeps Traiano tracciandone un ritratto di uomo ideale e di sovrano perfetto. La seconda opera, invece, è una raccolta di 371 lettere in X libri, di cui IX sono costituiti da 247 lettere inviate a vari amici, mentre il X contiene la corrispondenza imperiale con Traiano (72 lettere + 50 lettere di risposta), prevalentemente quella tenuta durante il governo di Bitinia e Ponto; l'opera ha un grande valore in quanto è uno dei pochi documenti sopravvissuti che riguardano la relazione tra l'ufficio imperiale e i governatori provinciali. In particolare, la lettera 96 è l'unico documento ufficiale pervenutoci del comportamento delle autorità romane nei confronti dei cristiani. Plinio fu anche amico dello storico Publio Cornelio Tacito e del biografo Gaio Svetonio Tranquillo, in particolare a quest'ultimo diede la sua protezione per entrare nella corte di Traiano.
La Piramide di Cheope, conosciuta anche come Grande Piramide di Giza o Piramide di Khufu, è la più antica e più grande delle tre piramidi principali della necropoli di Giza. È la più antica delle sette meraviglie del mondo antico nonché l'unica arrivata ai giorni nostri non in stato di rovina. È costituita almeno da 2 milioni e 300 mila (o secondo altri 2 milioni e 400 mila) blocchi, ciascuno mediamente del peso di 2,5 tonnellate, e secondo gli egittologi edificata in un lasso di tempo dell'ordine delle decine di anni (i lavori vengono stimati tra i 15 e i 30 anni, quindi mediamente 23 anni); pertanto, secondo l'opinione consolidata e ritenuta comprovata da tutto il mondo accademico, ogni blocco da 2,5 tonnellate veniva piazzato in qualunque posizione ed altezza, ogni 3 minuti, giorno e notte, per oltre 20 anni. Gli archeologi specializzati nello studio dell'antico Egitto, i cosiddetti egittologi, ritengono che la piramide sia stata costruita come sepolcro del faraone Cheope, regnante della IV dinastia intorno al 2560 a.C. In una ipotesi piuttosto accreditata ne viene ritenuto ideatore l'architetto reale Hemiunu. La Grande Piramide aveva un'altezza, al momento della costruzione di 146,6 m, ridotta ai 138,8 attuali a causa dei fenomeni atmosferici. e per oltre 3 800 anni è stata la più alta struttura artificiale del mondo, fino a quando, intorno al 1300, venne eretta la guglia centrale della cattedrale di Lincoln, in Inghilterra. In origine la piramide era ricoperta da un rivestimento di calcare bianco con superficie esterna liscia ma a causa di un terremoto avvenuto nel XIV secolo tale copertura si sgretolò e venne in seguito adoperata per la costruzione di edifici nella città de Il Cairo. Solo alcune pietre del rivestimento sono tuttora visibili attorno alla base. La maggior parte della piramide, sia nella parte visibile all'esterno che nelle strutture interne, è composta di pietre calcaree, grossolanamente sbozzate nelle parti esterne oggi visibili mentre nelle parti a vista dell'interno sono tagliate con grande accuratezza (spesso millimetrica) ed altrettanto sapientemente posizionate secondo la tecnica dell'aggetto. Tuttavia è stato adoperato anche il granito, come nel rivestimento della cosiddetta "camera del re" e nella struttura del presunto sarcofago che si trova al suo interno. Nella Grande Piramide sono state scoperte tre camere: la più bassa, detta camera ipogea, si trova sottoterra, scolpita nella viva roccia su cui la piramide è stata costruita e appare incompiuta; più in alto si trovano, nell'ordine, la cosiddetta camera della Regina e ancora più in alto la cosiddetta camera del Re. Il complesso originariamente comprendeva due templi mortuari in onore di Cheope (uno in prossimità della piramide e uno vicino al Nilo), tre piramidi più piccole, dette secondarie (per le regine di Cheope), una più piccola piramide satellite, una strada rialzata (detta rampa processionale, per collegare i due templi) e piccole mastabe, per i nobili. Erodoto di Alicarnasso fu il primo studioso, di cui si abbia notizia, a raccogliere informazioni dai sacerdoti egizi suoi contemporanei, per integrarli nelle sue Storie. Nell'anno 820 d.C. il califfo al-Maʾmūn, intenzionato a saccheggiarla, riuscì ad entrarvi scavandovi una galleria, ma trovò la piramide già vuota. Questo fatto contribuì a far perdere interesse nella Piramide e dalla fine del XIV secolo essa fu sostanzialmente trasformata in cava. In seguito, con l'avvento dell'umanesimo rinascimentale e grazie al testo di Erodoto, la piramide tornò a suscitare la curiosità negli eruditi europei, fra questi ci fu l'archeologo italiano Ciriaco d'Ancona il quale volle controllare le notizie antiche recandosi a visitare la piramide. Ne rimase stupefatto a tal punto da lasciare vari disegni e una relazione.Dalla metà del XVIII secolo la Piramide divenne meta di esploratori occidentali in cerca di emozioni, ma dopo le guerre napoleoniche (1799-1801) le notizie riportate dall'esercito francese fecero nascere un enorme interesse anche a livello popolare, creando quella che fu detta "egittomania" europea e di conseguenza iniziarono campagne sistematiche di studio da parte degli archeologi europei. Con l'indipendenza dell'Egitto, il controllo del sito è passato in mano dello stato egiziano, che ne regola i permessi di scavo e studio pur collaborando con enti e organizzazioni private estere. All'interno della Grande Piramide non è stato trovato né il feretro né il corredo funerario (fatto questo di per sè non sorprendente, poiché quasi tutte le sepolture reali dell'antico Egitto sono state saccheggiate dai tombaroli già nell'antichità) tuttavia questo elemento unito alla mancanza di decorazioni o geroglifici dei vani interni e alle gigantesche dimensioni dell'opera, ha fatto nascere un vasto dibattito con un certo numero di teorie, non accreditate dalla maggior parte della comunità scientifica archeologica, sul fatto che le piramidi non avessero la funzione di tombe.
Il leccio (Quercus ilex L., 1753), detto anche elce, è un albero appartenente alla famiglia Fagaceae, diffuso nei paesi del bacino del Mediterraneo. In Italia è spontaneo nelle zone a clima più mite, dove è anche molto frequente nei giardini e nei viali cittadini.
Un latifondo (dal latino latus ampio, fundus terreno) era, nell'antichità, una grande proprietà agricola. che in genere apparteneva a un unico proprietario (latifondista).
La speleologia (dal greco spélaion=caverna e lògos=discorso) è la disciplina che si occupa dell'esplorazione, documentazione, tutela e divulgazione della conoscenza del mondo sotterraneo ovvero la particolare scienza che studia in generale le cavità sotterranee - propriamente distinte in "cavità naturali" e "cavità artificiali" - con particolare riferimento alla loro genesi e alla loro natura. Interessa diverse branche della conoscenza e può avere varianti fra le quali le più diffuse sono la speleologia in cavità artificiali (o urbana) e la speleosubacquea.
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