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Pubblicazione: Piombino : Edizioni Il Foglio, 2012
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Una stella polare è una stella visibile ad occhio nudo che si trova approssimativamente allineata con l'asse di rotazione di un pianeta, indicandone uno dei poli celesti. La stella polare per antonomasia è quella che nell'attuale epoca precessionale indica il polo nord celeste della Terra, ovvero α Ursae Minoris, nota anche come Polaris. La stella polare fa parte della costellazione dell'Orsa Minore o Piccolo Carro. Nel corso della storia sono state diverse le stelle a fregiarsi del titolo di stella polare, da Vega a Thuban passando per γ Cephei; questo perché l'asse di rotazione terrestre compie una traiettoria circolare (precessione) sulla sfera celeste nell'arco di 26000 anni circa; il fenomeno prende il nome di precessione dell'asse terrestre. Potenzialmente vi sono sia una stella polare boreale sia una stella polare australe; quest'ultima, nell'epoca precessionale attuale, è σ Octantis.
Polaris (α UMi / α Ursae Minoris) è un sistema stellare triplo situato nella costellazione dell'Orsa Minore; Polaris è la stella più luminosa della costellazione, ed è anche la stella più brillante vicina al polo nord celeste, motivo per cui è anche conosciuta come stella polare o stella del nord. Il sistema è dominato da una stella supergigante gialla di tipo cefeide (Polaris A), e da due meno luminose compagne di classe F, poco più massicce del Sole. La magnitudine di Polaris A varia da 1,86 a 2,13, in un periodo di 3,97 giorni. La compagna più distante dalla supergigante, α UMi B, fu invece scoperta nel 1780 da Herschel.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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