Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Rupi, Pier Lodovico
Pubblicazione: Arezzo : Poligrafico Aretino, 1967
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
La campagna d'Italia fu l'insieme delle operazioni militari condotte dagli Alleati in Italia nell'ambito della seconda guerra mondiale, nel periodo che va dal giugno 1943 al maggio 1945; la campagna fu intrapresa prima per sconfiggere l'Italia fascista, la più debole tra le tre maggiori potenze dell'Asse, e poi, dopo la sua resa incondizionata annunciata l'8 settembre 1943, per attirare nella penisola italiana occupata dalle truppe del feldmaresciallo Albert Kesselring altre forze della Wehrmacht, alleggerendo così gli altri teatri europei. La campagna, guidata da parte alleata prima dal generale Dwight Eisenhower e poi dal generale Harold Alexander, fu caratterizzata da una serie di sbarchi e da sanguinose battaglie di logoramento lungo le successive linee difensive approntate dall'esercito tedesco. Le truppe alleate, costituite da contingenti provenienti da molteplici Paesi, furono ostacolate dall'aspro territorio appenninico, dalle difficoltà climatiche e dalla tenace resistenza tedesca che provocarono forti perdite e il lento avanzamento del fronte. Roma non venne liberata fino al 4 giugno 1944 mentre la Linea Gotica fu superata solo nell'aprile 1945, quando l'offensiva finale alleata permise di raggiungere la pianura Padana e il 2 maggio 1945 costrinse alla resa le forze tedesche in Italia. Alla campagna d'Italia presero parte anche alcuni reparti della Repubblica Sociale Italiana che combatterono a fianco dei tedeschi e le formazioni del Corpo Italiano di Liberazione che invece combatterono insieme con gli eserciti alleati. Durante la dura occupazione tedesca, si sviluppò il movimento della Resistenza italiana che organizzò una crescente attività militare di guerriglia nell'Italia centro-settentrionale che intralciò l'apparato militare e repressivo nazi-fascista.
Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda metà del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia. Dopo l'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentrò la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all'unità d'Italia, pur con l'interruzione dell'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occupò la Toscana e l'assegnò alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d'Etruria. Col crollo dell'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfiorò il 95% dei si.
La campagna italiana di Grecia si svolse tra il 28 ottobre 1940 e il 23 aprile 1941, nell'ambito dei più vasti eventi della campagna dei Balcani della seconda guerra mondiale. La campagna si aprì con un'offensiva del Regio Esercito italiano a partire dalle sue basi in Albania (controllata dagli italiani fin dall'aprile 1939) verso la regione dell'Epiro in Grecia, mossa decisa da Benito Mussolini al fine di riequilibrare lo stato dell'alleanza con la Germania nazista e di riaffermare il ruolo autonomo dell'Italia fascista nel conflitto mondiale in corso. Malamente pianificata dal generale Sebastiano Visconti Prasca ed eseguita con forze numericamente insufficienti e scarsamente equipaggiate, l'offensiva italiana andò incontro a un disastro: bloccato l'attacco nemico, le forze greche del generale Alexandros Papagos, appoggiate da unità aeree della Royal Air Force britannica, passarono decisamente al contrattacco respingendo le unità italiane oltre la frontiera e continuando ad avanzare in profondità nel territorio albanese. La sostituzione di Visconti Prasca, prima con il generale Ubaldo Soddu e poi con il generale Ugo Cavallero, non portò a grandi miglioramenti per le forze italiane, rinforzate in maniera caotica da un flusso disorganizzato di truppe e alle prese con una pessima situazione logistica; solo a fine febbraio 1941 il fronte italiano poté infine essere stabilizzato. In marzo le forze italiane tentarono una massiccia controffensiva per respingere i greci dall'Albania, ma andarono incontro a un sanguinoso fallimento. La guerra si trascinò in una situazione di stallo fino all'aprile 1941, quando la Germania intervenne in forze nella regione balcanica: con un'azione fulminea, le truppe tedesche invasero la Jugoslavia e la Grecia, costringendole in poco tempo alla capitolazione. Benché vittoriosa nel finale, la campagna di Grecia si tradusse in un grave insuccesso politico per l'Italia, costretta ad abbandonare ogni pretesa di condotta delle operazioni belliche autonoma e distinta dai tedeschi.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2024-04-28T02:32:31.491Z