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Serie: Didattica viva [La nuova Italia] ; 262
La pedagogia è la disciplina umanistica che studia l'educazione e la formazione dell'essere umano nella sua interezza ovvero lungo il suo intero ciclo di vita. Si occupa dei diversi approcci educativi che coinvolgono l'uomo e la donna nei diversi momenti e situazioni dello sviluppo: non solo quindi l'età infantile ma tipicamente anche l'adolescenza, l'età adulta, la vecchiaia (o terza età), la condizione di disabilità ed i Bisogni Educativi Speciali. Insieme alle altre Scienze Umane si rivolge dunque ai contesti formali, non-formali e informali, nei quali si ambienta il processo di formazione della persona.
L'educazione fisica è una branca dell'insegnamento che si occupa di migliorare attraverso l'attività motoria e quella sportiva lo sviluppo psicofisico e la salute individuale e quella sociale. Essa è intesa come quella disciplina che considera il movimento non solo dal punto di vista dell'efficacia e della qualità della prestazione, ma anche dallo sviluppo della personalità più ampia, quindi sviluppo di un'adeguata corporeità e motricità, acquisendo competenze alla base di una crescita fisica, affettiva, sociale e cognitiva. Nella concezione greca, il suo fine ultimo e metapedagogico è la kalokagathia, ovvero la perfezione dello spirito congiunta a quella del corpo.
Si intende per autovalutazione il processo di valutazione della propria pratica (in genere, lavorativa), da parte di un Soggetto (in genere, un'organizzazione), allo scopo di migliorare le proprie modalità decisionali e gestionali, in funzione del miglioramento della qualità della propria attività (in genere, un servizio erogato a terzi). L'autovalutazione funziona nella misura in cui è parte di un più ampio processo di apprendimento organizzativo. In educazione, autovalutazione è un concetto centrale nelle prospettive pedagogiche che si muovono in una logica di ricerca - azione o di ricerca intervento e si prefiggono di realizzare, attraverso processi ponderati di (ri)organizzazione, la qualità del contesto educativo. In Italia, in particolare, l'autovalutazione è stata espressamente messa a tema nell'ambito della pedagogia istituzionale come elemento qualificante dell'organizzazione del contesto educativo e della progettazione dell'attività didattica di una scuola. In ambito accademico, sempre in Italia, il tema dell'autovalutazione è stato sviluppato soprattutto dal gruppo di ricerca dell'Università di Pavia che fa riferimento ad Egle Becchi: Anna Bondioli, Monica Ferrari, Antonio Gariboldi. Dal 2015 l'autovalutazione è stata introdotta per legge nell'ambito del sistema nazionale di valutazione come prima fase della valutazione delle scuole. Le altre tre fasi sono: la valutazione esterna, le azioni di miglioramento e la rendicontazione sociale. L'autovalutazione delle scuole si realizza con un apposito strumento digitale denominato rapporto di autovalutazione (RAV). In ambito europeo sono da prendere in considerazione le elaborazioni e le ricerche condotte dallo scozzese John MacBeath che hanno avuto uno sviluppo recente nella metodologia di autovalutazione e sviluppo d'istituto (MASI), diffusasi, agli inizi degli anni 2000, in Canton Ticino .
L'educazione (dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori, "tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro"), derivante dall'unione di ē- (“da, fuori da”) e dūcĕre ("condurre")., secondo altri deriverebbe dal verbo latino educare ("trarre fuori, allevare").) è l'attività, influenzata nei diversi periodi storici dalle varie culture, volta allo sviluppo e alla formazione di conoscenze e facoltà mentali, sociali e comportamentali in un individuo.Il termine è spesso ritenuto complementare a insegnamento o istruzione anche se quest'ultima tende a indicare metodologie più spiccatamente "trasmissive" dei saperi. Tuttavia, sebbene le strategie istruzionali possano essere parte di un percorso educativo, il significato di educazione è più ampio e mira a estrapolare e potenziare anche qualità e competenze inespresse. Se dal punto di vista etimologico il significato della parola appare chiaro, nella lingua italiana il suo utilizzo, rispetto a termini come istruzione o formazione, è talvolta equivoco anche in testi normativi e pedagogici.In italiano il termine educato è anche sinonimo di un individuo che segua una condotta sociale corretta rispetto a norme non necessariamente codificate (benché di generale condivisione), le cosiddette "buone maniere" quali la "gentilezza", l'"urbanità", ecc. Un altro motivo di confusione è anche dovuto al diverso uso che si fa del termine educazione in altre lingue (ad es. nella lingua inglese con "education" si tende spesso a indicare "istruzione"). La stretta connessione che c'è tra il sapere acquisito da un individuo e il suo comportamento rendono le due parole apparentemente sinonime in vari contesti. Esistono tre tipi di educazione: la formale, la non formale e l'informale. La prima disciplina che studiò sistematicamente i problemi dell'educazione fu la pedagogia, che si concentrò sull'educazione infantile. In tempi moderni nacquero poi le scienze dell'educazione e della formazione, che trattarono anche l'educazione continua in età adulta, rendendo questa accezione di "formazione" un sinonimo di educazione.
Per "educazione permanente" si intende l'attività di perfezionamento e di studio svolta in modo costante da un singolo individuo o da un'organizzazione nel suo insieme per aggiornare e sviluppare le conoscenze e le tecniche professionali.
Record aggiornato il: 2021-11-25T02:55:53.537Z