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Serie: Scrittori d'Italia. Opere Ugo Foscolo [Laterza] ; 1-2
Fa parte di: Opere / Ugo Foscolo
Serie: Scrittori d'Italia
Serie: Classici italiani : biblioteca / diretta da Ferdinando Martini. Serie III ; 59
Serie: Classici italiani. Serie 2 / novissima biblioteca diretta da Ferdinando Martini
Serie: I classici edizione Florentia / pubblicati sotto la direzione di Enrico Bianchi ; 38-39
Serie: Collezione Salani. I classici (Edizione Florentia)
Serie: I capolavori della letteratura italiana
Serie: I capolavori della letteratura italiana
Ugo Foscolo, nato Niccolò Foscolo (Zante, 6 febbraio 1778 – Turnham Green, 10 settembre 1827), è stato un poeta, scrittore e traduttore italiano, uno dei principali letterati del neoclassicismo e del preromanticismo. Egli fu uno dei più notevoli esponenti letterari italiani del periodo a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestano o cominciano ad apparire in Italia le correnti neoclassiche e romantiche, durante l'età napoleonica e la prima Restaurazione. Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l'isola greca di Zacinto/Zákynthos, oggi nota in italiano come Zante), allora territorio della Repubblica di Venezia, si sentì esule per tutta la vita, strappato da un mondo di ideali classici in cui era nato e cresciuto, tramite la sua formazione letteraria e il legame con la terra dei suoi antenati (nonostante un fortissimo legame con l'Italia che considerò la sua madrepatria). La sua vita fu caratterizzata da viaggi e fughe, a causa di motivi politici (militò nelle forze armate degli Stati napoleonici, ma in maniera molto critica, e fu un oppositore degli austriaci, a causa del suo carattere fiero, dei suoi sentimenti italiani e delle sue convinzioni repubblicane), ed egli, privo di fede religiosa ed incapace di trovare felicità nell'amore di una donna, avvertì sempre dentro di sé un infuriare di passioni.Come molti intellettuali della sua epoca, si sentì però attratto dalle splendide immagini dell'Ellade, simbolo di armonia e di virtù, in cui il suo razionalismo e il suo titanismo di stampo romantico si stemperano in immagini serene di compostezza neoclassica, secondo l'insegnamento del Winckelmann.Tornato per breve tempo a vivere stabilmente in Italia e nel Lombardo-Veneto (allora ancora parte del Regno d'Italia filofrancese) nel 1813, partì presto in un nuovo volontario esilio e morì povero qualche anno dopo a Londra, nel sobborgo di Turnham Green. Dopo l'Unità, nel 1871, le sue ceneri furono riportate per decreto del governo italiano in patria e inumate nella Basilica di Santa Croce a Firenze, il Tempio dell'Itale Glorie da lui cantato nei Sepolcri (1807).
Le opere di Ugo Foscolo, così come la sua biografia, sono esemplari per capire le passioni, gli ideali, i problemi di quella generazione di giovani intellettuali che vissero nel periodo napoleonico.
Ultime lettere di Jacopo Ortis è un romanzo di Ugo Foscolo, considerato il primo romanzo epistolare della letteratura italiana, nel quale sono raccolte le 67 lettere che il protagonista, Jacopo Ortis, mandò all'amico Lorenzo Alderani, che dopo il suicidio di Jacopo le avrebbe date alla stampa corredandole di una presentazione e di una conclusione. Vagamente ispirato ad un fatto reale, e al modello letterario de I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe, l'opera risente molto dell'influsso di Vittorio Alfieri, al punto da essere definito "tragedia alfieriana in prosa".
A Bonaparte liberatore è un'ode scritta dal giovane Ugo Foscolo, firmata col nome di "Niccolò Ugo" (affiancando cioè il nome di battesimo allo pseudonimo, secondo una sua abitudine di quegli anni), che fu stampata a Bologna nel maggio del 1797 e, con l'aggiunta di una lettera diretta a Napoleone, nota come Orazione a Bonaparte (o Dedicatoria a Bonaparte), e numerose varianti, a Genova nel novembre del 1799, quando il poeta, soldato delle truppe francesi, si trovava nella città ligure.
Il Sesto tomo dell'io (1799-1800 o 1800-1801) è un abbozzo di romanzo autobiografico di Ugo Foscolo rimasto incompiuto nella forma di silloge di brani. Può essere considerato come il tentativo fino ad allora più ardito di riforma del romanzo italiano ed è un "luogo" privilegiato della produzione foscoliana in cui è possibile cogliere l'influenza di Sterne, e in particolare del Tristram Shandy. In questi brani l'autore fa riferimento a se stesso con il nome di Lorenzo: abbastanza scontati i riferimenti al personaggio dell'Ortis e al nome di battesimo di Sterne, ovvero Laurence. Nelle intenzioni di Foscolo il Sesto tomo doveva raccontare il ventitreesimo anno di vita dell'autore-protagonista ed essere parte di un più vasto progetto (l'Io appunto) che ne raccontasse tutta l'esistenza. Nell'Avvertimento, Foscolo afferma: Quello che possiamo leggere oggi è solo un insieme di brani slegati, ma in questi è possibile individuare in modo piuttosto evidente la lezione sterniana, che si palesa nel ricorso alla scrittura ironica e dissacrante, nel punto di vista autoironico, nelle frequenti digressioni e riflessioni metanarrative. Nonostante l'autore scriva in prima persona, e nonostante il 4 maggio rappresenti una data per vari versi significativa nella sua esperienza personale e letteraria, la scontata equazione secondo cui egli dovrebbe coincidere con il protagonista è messa in discussione da diversi elementi. L'anno in cui Foscolo probabilmente scrive il Sesto tomo, infatti, è il ventiduesimo della sua vita, alcuni dati biografici sono deliberatamente alterati e le regole del genere romanzesco sono sovvertite in un singolare esperimento narrativo.Mancano anche l'accordo sul titolo esatto dell'opera - a patto che dovesse esserci - e sulla data di composizione, per quanto gli appunti debbano essere collocati « con ogni probabilità, all'inverno 1799-1800, quando il Foscolo era fuori d'Italia, a Nizza ». È inoltre possibile che i libri precedenti e seguenti al Sesto tomo non fossero stati nemmeno progettati dall'autore, il quale avrebbe in tal modo aggiunto un ulteriore elemento al suo tentativo di abbattimento delle convenzioni romanzesche. Il proposito sperimentale, pertanto, potrebbe essere preminente rispetto alle esigenze autobiografiche.Il primo editore di queste carte, Giuseppe Chiarini, gli diede nel 1890 il titolo di Frammenti di un romanzo autobiografico. Il ritrovamento di altri fogli condusse alle edizioni di Severo Peri (1910), Vittorio Cian (1913, all'interno delle Prose) e Mario Fubini (Tra le Prose d'arte, nel quinto volume della lemonierriana Edizione Nazionale delle Opere, 1951). Più recentemente il Sesto tomo dell'io è stato pubblicato, a cura di Maria Serena Sapegno, per i tipi delle Edizioni Croce (marzo 2019), nella collana Participio Passato ISBN 9788864023281.
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