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Autore principale: Mensi, Elisa
Pubblicazione: Firenze : [s.n.], 1998
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Stato Islamico (abbreviato SI o IS, in arabo: الدولة الإسلامية, al-Dawla al-Islāmiyya) è il nome che si è dato ad un'organizzazione jihadista salafita attiva in Siria e Iraq, dove fino al 2017 controllava militarmente un ampio territorio. Il suo capo Abu Bakr al-Baghdadi ha proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo in un'area compresa tra la Siria nord-orientale e l'Iraq occidentale il 29 giugno 2014. Nonostante questo gruppo dichiari di fondarsi sulla religione Islamica sunnita, molti leader del mondo islamico hanno sostenuto l'illegittimità della proclamazione e il contrasto dell'ideologia del gruppo con la dottrina religiosa.Prima di tale proclamazione il gruppo si faceva chiamare "al-Dawla al-Islāmiyya fī l-ʿIrāq wa l-Shām" (in arabo: الدولة الإسلامية في العراق والشام, al-Dawla al-Islāmiyya fī l-ʿIrāq wa l-Shām, sigla in arabo داعش, ovvero Dāʿish o Daesh), tradotto in italiano come Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (Islamic State of Iraq and Syria, ISIS) o Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and the Levant, ISIL). La parola araba Shām indica infatti quella regione geografica che comprende il sud della Turchia, la Siria, il Libano, Israele, la Giordania e la Palestina e che viene indicata come Grande Siria o Levante.Le origini del gruppo risalgono ad “al-Qa'ida in Iraq" (2004–2006), poi rinominata "Stato Islamico dell'Iraq" (2006–2013), fondata da Abu Muṣʿab al-Zarqāwī nel 2004 per combattere l'occupazione statunitense dell'Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli Stati Uniti d'America dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. Nel 2013 lo Stato Islamico dell'Iraq ha proclamato unilateralmente la propria unificazione con la branca siriana di al-Qaeda, che aveva conquistato una parte del territorio siriano nell'ambito della guerra civile contro il governo di Baššār al-Asad, ma esponenti di quest'ultima smentirono la notizia. In seguito a questo contrastato annuncio il gruppo, scelta come propria capitale la città siriana di Raqqa, ha cambiato nome in Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS).Nel 2014 l'ISIS ha ampliato il proprio controllo in territorio iracheno (con la presa in giugno di Mosul), adottando il nome attuale e proclamando la nascita del "califfato" il 29 giugno 2014. Le rapide conquiste territoriali dell'ISIS hanno spinto l'Iran e i suoi alleati regionali, che già combattevano il gruppo in Siria, a moltiplicare i loro sforzi in Iraq a partire da giugno 2014 attraverso l'invio di armi, consiglieri militari e truppe di terra.Anche gli Stati Uniti e altri Stati occidentali e arabi intervengono militarmente contro l'ISIS, con invii di truppe e bombardamenti aerei in Iraq da agosto 2014 e in Siria da settembre 2014. Dapprima alleato di al-Qā`ida, rappresentata in Siria dal Fronte al-Nusra, l'ISIS di se ne è definitivamente distaccato nel febbraio 2014, diventandone il principale concorrente per il primato nel jihad globale. Così, a partire dall'ottobre 2014, altri gruppi jihadisti esterni all'Iraq e alla Siria hanno dichiarato la loro affiliazione all'ISIS, assumendo il nome di "province" (wilāyāt) dello Stato Islamico: tra queste, si sono particolarmente distinte per le loro attività la provincia del Sinai, attiva nella regione egiziana del Sinai, e le province libiche di Barqa e di Tripoli, attive nel contesto della seconda guerra civile libica.L'ONU e alcuni singoli Stati hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico come a un'organizzazione terroristica, così come i mezzi d'informazione in tutto il mondo. Numerosi media e personalità politiche hanno espresso dubbi sul modo più opportuno di fare riferimento all'organizzazione, temendo che utilizzare il nome "Stato Islamico" potesse in qualche modo contribuire alla sua legittimazione. Si sostiene inoltre che il nome "Stato Islamico" non sia adeguato perché il gruppo "non è né islamico, né uno Stato". Per questa ragione si usa talora il nome Daesh (acronimo arabo equivalente a ISIS, ma percepito come dispregiativo) o l'espressione "l'autoproclamato Stato Islamico".Essendoci differenti scuole di pensiero su quali siano le caratteristiche che definiscono uno Stato, la questione se lo Stato Islamico possa o meno essere considerato uno Stato non riceve una risposta unanime dagli studiosi della materia.
La guerra d'Iraq (o seconda guerra del Golfo) è stato un conflitto bellico iniziato il 20 marzo 2003 con l'invasione dell'Iraq da parte di una coalizione multinazionale guidata dagli Stati Uniti d'America, e terminato il 18 dicembre 2011 col passaggio definitivo di tutti i poteri alle autorità irachene insediate dall'esercito americano su delega governativa statunitense. L'obiettivo principale dell'invasione era la deposizione di Saddam Hussein, già da tempo visto con ostilità dagli Stati Uniti per vari motivi: timori (poi rivelatisi infondati) su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, il suo presunto appoggio al terrorismo islamista, il volersi appropriare delle ricchezze petrolifere e l'oppressione dei cittadini iracheni da parte di una dittatura sanguinaria. Questo obiettivo di invadere l'Iraq fu raggiunto rapidamente: il 15 aprile 2003 tutte le principali città erano nelle mani della coalizione, e il 1º maggio il presidente statunitense George W. Bush proclamò concluse le operazioni militari su larga scala. Tuttavia il conflitto si tramutò abbastanza presto in una resistenza e in una guerra di liberazione dalle truppe straniere, considerate invasori da molti gruppi armati arabi sunniti e sciiti, per sfociare infine in una guerra civile fra le varie fazioni, causata da una squilibrata gestione del potere (che agevolò le componenti sciite maggioritarie). I costi umani della guerra non sono ben definibili, e sono spesso oggetto di dibattito. Più in generale, il bilancio dell'intera guerra risulta difficile in quanto, a fronte della deposizione di Saddam e dell'instaurazione di una democrazia formale, si è avuto un netto aumento delle violenze settarie in Iraq, una penetrazione di al-Qāʿida nel Paese e, in generale, un calo della sicurezza dei cittadini. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 22 maggio 2003 approvò la Risoluzione n. 1483 con la quale sollecitava la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità ed alla sicurezza del Paese iracheno. Il 15 luglio 2003 iniziò la missione italiana denominata «Antica Babilonia» alle dipendenze delle forze britanniche nel sud del Paese nella regione di Dhi Qar. Il 16 ottobre 2003, il Consiglio di Sicurezza approvò all'unanimità, ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, la risoluzione nº 1511 del 16 ottobre 2003 sull'Iraq che gettava le basi per una partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite alla ricostruzione politica ed economica dell'Iraq e al mantenimento della sicurezza. Fin da prima dell'inizio della guerra, l'ipotesi di un'invasione dell'Iraq scatenò malumori in tutto il mondo, contrapponendo chi la riteneva necessaria e chi la considerava un crimine ingiustificabile. Oltre all'opinione pubblica, le polemiche si svilupparono anche sul piano internazionale: in Europa, la Francia e la Germania si opposero fin dall'inizio all'intervento, mentre Italia e Gran Bretagna offrirono (con modalità e tempistiche differenti) il loro supporto politico e militare. L'Italia, dislocò i suoi reparti nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya, sotto la guida inglese. Questa partecipazione suscitò forti polemiche. La guerra è proseguita a fasi alterne durante l'occupazione e anche dopo il ritiro americano nel 2011 fino a culminare nel 2014 in una nuova guerra civile in Iraq che ha portato alla creazione dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.
L'attuale bandiera dell'Iraq era stata approvata provvisoriamente per un anno dal parlamento iracheno il 28 gennaio del 2008 , in attesa di una decisione definitiva sulla futura bandiera irachena all'indomani della fine della dittatura di Saddam Hussein.
Anthony Charles Lynton Blair, detto Tony (Edimburgo, 6 maggio 1953), è un politico britannico. È stato Primo ministro del Regno Unito dal 2 maggio 1997 al 27 giugno 2007, giorno delle sue dimissioni. Da allora ha ricoperto, fino al 27 maggio 2015, l'incarico di inviato per la pace nel Medio Oriente del Quartetto per il Medio Oriente, su mandato di ONU, Unione europea, USA e Russia. Dal 1983 al 2007, Blair è stato membro del Parlamento (MP) per il collegio di Sedgefield. È stato eletto leader del partito laburista nel luglio 1994, a seguito della morte improvvisa del suo predecessore John Smith, che insieme al suo predecessore Neil Kinnock aveva iniziato a spostare il partito più vicino al centro politico, nella speranza di vincere le elezioni e conquistare il governo. Sotto la direzione di Blair, il partito ha usato la frase New Labour, per allontanarlo dalle precedenti politiche, centrate sulla protezione dei lavoratori, e dalla concezione tradizionale del socialismo. Blair ha dichiarato il sostegno a una nuova idea di sinistra, una sinistra che riconosca gli individui come socialmente interdipendenti, e il cui obiettivo resti la giustizia e la coesione sociale, ma che nello stesso tempo acquisisca il principio delle pari opportunità fra cittadini eguali e liberi di esprimersi e di competere. Questa concezione è stata anche denominata Terza via. I critici di Blair lo denunciano per aver abbandonato il partito laburista di un genuino socialismo e accettando il capitalismo. I sostenitori, incluso il sondaggio di opinione del partito di Philip Gould, hanno dichiarato che dopo quattro sconfitte consecutive alle elezioni generali, dal 1979 al 1992, il partito laburista ha dovuto dimostrare di aver rotto decisamente con il passato di sinistra per vincere di nuovo l'elezione. Nel maggio 1997, il Partito Laburista ha ottenuto una vittoria elettorale alle elezioni generali, la più grande della sua storia, che ha consentito a Blair, a 43 anni, di diventare il primo Primo ministro più giovane dal 1812. Nel settembre 1997, Blair ha raggiunto una elevata popolarità personale dopo la sua risposta pubblica alla morte della Principessa Diana. Il Partito laburista, oltre alle politiche del 1997, ha vinto altre due elezioni sotto la sua leadership: nel 2001 e poi nel 2005 con una maggioranza ridotta. Nei primi anni del governo del New Labour, il governo Blair ha introdotto la legge nazionale sui salari minimi, la legge sui diritti umani e la legge sulla libertà di informazione. Il governo Blair ha anche trasferito potere, istituendo il Parlamento scozzese, l'Assemblea nazionale per il Galles e l'Assemblea dell'Irlanda del Nord. Nell'Irlanda del Nord, Blair è stato coinvolto nell'Accordo del Venerdì Santo del 1998. Blair ha sostenuto fortemente la politica estera dell'amministrazione Bush e ha assicurato che le Forze armate britanniche avrebbero partecipato all'invasione afgana del 2001 e, più controversa, all'invasione dell'Iraq del 2003. Blair ha affrontato una forte critica per il suo ruolo nell'invasione dell'Iraq, inclusi i richiami per aver tentato i crimini di guerra e una guerra di aggressione. Nel 2016, l'inchiesta in Iraq ha criticato fortemente le sue azioni e ha descritto l'invasione dell'Iraq come ingiustificata e inutile. Blair intervenne anche militarmente in Kosovo e in Sierra Leone. Blair è stato succeduto come leader del partito laburista e come primo ministro da Gordon Brown nel giugno 2007. Il giorno in cui Blair si è dimesso come Primo ministro, è stato nominato inviato speciale ufficiale del Quartetto sul Medio Oriente, un ufficio che ha mantenuto fino a maggio 2015. Ora gestisce un'attività di consulenza e ha creato fondazioni diverse in suo nome, tra cui la Tony Blair Faith Foundation.
La guerra del Golfo (2 agosto 1990 – 28 febbraio 1991), detta anche prima guerra del Golfo in relazione alla cosiddetta seconda guerra del Golfo, è il conflitto che oppose l'Iraq ad una coalizione composta da 35 stati formatasi sotto l'egida dell'ONU e guidata dagli Stati Uniti, che si proponeva di restaurare la sovranità del piccolo emirato del Kuwait, dopo che questo era stato invaso e annesso dall'Iraq. Fu anche un evento mediatico che segnò uno spartiacque nella storia dei media: fu infatti definita la prima guerra del villaggio globale.
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