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Pubblicazione: Firenze ; Milano : Electa, c1984
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Raffaello Sanzio (Urbino, 28 Marzo 1483 – Roma, 6 aprile 1520) è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento. Considerato uno dei più grandi artisti di ogni tempo, la sua opera profondamente innovativa e ricca di opere iconiche segnò un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi e fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, dando vita tra l'altro a una scuola che fece arte "alla maniera" sua e che va sotto il nome di manierismo. La sua influenza sulla storia dell'arte occidentale è straordinariamente estesa. Il linguaggio raffaellesco fu portato avanti per decenni dopo la morte dell'artista dai suoi molti collaboratori, imponendosi come modello fondamentale per tutte le accademie di belle arti fino alla prima metà dell'Ottocento e raggiungendo le avanguardie del XX secolo e l'arte contemporanea del XXI secolo, fino a lambire altre arti come il cinema e il fumetto.
Il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi è un dipinto a olio su tavola (155,2x118,9 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1518. Il grande ritratto del papa venne inviato a Firenze nel 1518 per rappresentare il pontefice, impossibilitato a spostarsi, alle nozze del nipote Lorenzo duca di Urbino con la nobildonna francese Madeleine de La Tour d'Auvergne (parente del re di Francia Francesco I), dalla cui unione nacque Caterina de' Medici. Il ritratto venne sistemato in Palazzo Medici e le fonti lo ricordano "sopra alla tavola dove mangiava la Duchessa e gli altri signori, in mezzo, che veramente rallegrava ogni cosa". Vasari ne fece una descrizione di stupefatta ammirazione, che ben rievoca l'impressione che l'opera fece presso i contemporanei: incantava l'acuta descrizione degli oggetti, la resa minuziosa dei dettagli preziosi e soprattutto "i lumi delle finestre, le spalle del papa e il rigirare delle stanze" riflessi nel pomello della sedia camerale. Ne furono fatte varie copie, tra cui una del Vasari stesso nel 1536; lo storico aretino riporta anche una storia secondo cui una copia di Andrea del Sarto (oggi a Napoli) venne spedita al posto dell'originale a Federico II Gonzaga, che l'aveva ammirato in casa di Ottaviano de' Medici e tanto aveva insistito per avere l'opera con Clemente VII; in realtà si pensa si tratti di un falso racconto, poiché dal carteggio si evince che il marchese non ricevette il dipinto prima del 1525. Nel 1589 è inventariato agli Uffizi e dal 1799 al 1816 finì in Francia tra le prede napoleoniche. Con l'unione di Uffizi e Galleria Palatina, il direttore Eike Schmidt ha portato avanti un riordino delle collezioni, destinando il ritratto alla galleria palatina di palazzo Pitti, dove l'opera si trovava fino al XIX secolo. Dopo il restauro del 1995, la tavola è stata di nuovo restaurata nel 2017-2018
La Galleria Palatina è un museo ospitato in Palazzo Pitti a Firenze, facente parte, insieme al Giardino dei Boboli, delle Gallerie degli Uffizi. Ospitata all'interno del complesso architettonico, si trova al piano nobile, articolandosi in 28 sale che si estendono nell'ala laterale settentrionale posteriore del complesso architettonico e nella parte laterale settentrionale e nella parte centrale posteriore del corpo di fabbrica principale del palazzo. Si tratta della "quadreria" dei Granduchi di Toscana: l'allestimento infatti rispetta il gusto dei secoli passati, con i dipinti collocati su più file, selezionati per criteri decorativi, e non per periodo e scuole. Cronologicamente, a parte qualche eccezione, i dipinti coprono soprattutto i secoli XVI e XVII, facendone uno dei musei più importanti in Italia nel suo genere, nonché una tappa obbligata per la conoscenza della storia del collezionismo europeo. Nel 2013 il circuito museale di Palazzo Pitti, che oltre alla Galleria Palatina, comprende anche la Galleria d'arte moderna, gli Appartamenti monumentali, il Tesoro dei Granduchi e il Museo della Moda e del Costume è stato il tredicesimo sito statale italiano più visitato, con 386.993 visitatori e un introito lordo totale di 1.983.028,75 Euro. Nel 2016 il circuito museale ha fatto registrare 400.626 visitatori.
La Breve ma veridica storia della pittura italiana è un saggio di Roberto Longhi sulla storia dell'arte italiana. L'opera fa parte delle opere giovanili dello studioso, ma riveste una grande importanza nel panorama storico-critico dell'arte europea per le nuove idee che vi si trovano pubblicate, che si ritrovano negli scritti successivi di Longhi e influenzarono tutta la critica successiva.
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