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Pubblicazione: [S.l. : s.n.], stampa 2004
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Le carte da gioco italiane consistono normalmente di mazzi da 40 carte di 4 diversi semi, ma c'è una grande varietà stilistica nel disegno delle carte, dipendente soprattutto dall'area geografica. In alcune regioni sono diffuse le carte a semi italiani o spagnoli, con i semi di bastoni (a volte chiamati anche mazze), coppe, denari (detti anche ori) e spade e con le figure fante (o donna), cavallo e re; in altre sono diffuse carte illustrate con i semi francesi, cuori, quadri, fiori e picche, con le figure fante, donna e re. Di ogni seme troviamo i numeri 2, 3, 4, 5, 6, 7, più l'asso e le figure.
Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda metà del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia. Dopo l'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentrò la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all'unità d'Italia, pur con l'interruzione dell'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occupò la Toscana e l'assegnò alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d'Etruria. Col crollo dell'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfiorò il 95% dei si.
La Briscola è uno dei più diffusi giochi di carte in Italia, che ha dato origine a numerose varianti, per esempio la Briscola chiamata, il Briscolone e il Madrasso. Si gioca con un mazzo di 40 carte con i valori A, 2, 3, 4, 5, 6, 7, fante, cavallo, re, di semi italiani o francesi. Si può giocare in due, in quattro a coppie di due, in tre eliminando il 2 di coppe o fiori, secondo il mazzo usato oppure in sei, tre contro tre, eliminando tutti e quattro i 2.
I tarocchi sono un mazzo di carte da gioco, generalmente composto da 78 carte utilizzate per giochi di presa, la cui origine risale alla metà del XV secolo nell'Italia settentrionale. I tarocchi si diffusero in varie parti d'Europa e raggiunsero il periodo di maggior diffusione tra il XVII e il XVIII secolo. Il tipico mazzo di tarocchi è composto da un mazzo di carte tradizionali a cui si aggiungono ventuno carte dette Trionfi e una carta singola detta Il Matto. Il mazzo di carte tradizionali è diviso in quattro semi (italiani o francesi) di quattordici carte, dall'asso al dieci più quattro figure, dette anche "onori" o "carte di corte": Re, Regina, Cavaliere e Fante. I Trionfi sono generalmente illustrati con figure umane, animali e mitologiche e sono numerati da 1 a 21, spesso in numeri romani). Esistono varianti in cui il numero di carte è ridotto, per esempio il tarocchino bolognese o il tarocco siciliano, oppure aumentato come nelle Minchiate. Nella terminologia introdotta dalle teorie esoteriche i Trionfi e il Matto sono detti collettivamente arcani maggiori, mentre le altre carte sono dette arcani minori. Solo alla fine del XVIII secolo i tarocchi vennero associati alla cabala e ad altre tradizioni pseudomistiche. Lo sviluppo di queste teorie fu avviato dal massone francese Antoine Court de Gébelin, che, riferendosi ai mitici Libri di Thot, fece risalire i tarocchi all'Antico Egitto, ed ebbe nuovo impulso nella metà dell'Ottocento con l'occultista Eliphas Lévi, che indicò la loro origine nella Cabala ebraica. Negli anni a cavallo tra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento le dottrine esoteriche sui tarocchi furono fissate definitivamente dall'occultista francese Papus (pseudonimo di Gérard Encausse) e dallo svizzero Oswald Wirth in una serie di celebri opere ancora in auge. Nei primi decenni del Novecento la "Scuola francese dei Tarocchi" cominciò ad essere soppiantata dalla "Scuola inglese" nata in seno all'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata.
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