Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Valiani, Leo
Pubblicazione: Firenze : Le Monnier, 1983
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Piero Sraffa (Torino, 5 agosto 1898 – Cambridge, 3 settembre 1983) è stato un economista e accademico italiano.
La locuzione economie di scala (economies of scale) è usata in economia per indicare la relazione esistente tra aumento della scala di produzione (di un'impresa, di un'unità produttiva o di un impianto) e diminuzione del costo unitario del prodotto. Il costo unitario è dato dal costo totale diviso per la quantità prodotta e corrisponde al costo medio. Alla base di economie di scala vi possono essere fattori tecnici, statistici, organizzativi o connessi al grado di controllo del mercato.
Friedrich August von Hayek (Vienna, 8 maggio 1899 – Friburgo in Brisgovia, 23 marzo 1992) è stato un economista e sociologo austriaco naturalizzato britannico. Pensatore liberale e liberista, è stato uno dei massimi esponenti della scuola austriaca e critico dell'intervento statale in economia. Nel 1974 è stato insignito, insieme a Gunnar Myrdal, del Premio Nobel per l'economia "per il lavoro sulla teoria monetaria, sulle fluttuazioni economiche e per le analisi sull'interdipendenza dei fenomeni economici". Ha elaborato una critica al modello di Welfare State, sebbene favorevole a forme di reddito di base, che lo spinse a mettere in discussione le tesi di Keynes. Hayek venne influenzato dal fondatore della scuola economica austriaca, Ludwig von Mises. Ebbe una lunga amicizia con il filosofo viennese Karl Popper. Hayek ha influenzato tutto l'ambiente del libertarianismo, segnatamente Murray Rothbard della scuola anarcocapitalista, Robert Nozick e anche Milton Friedman (fondatore della scuola di Chicago), che però poi lo criticarono per alcuni aspetti. Nel 1944 pubblicò la sua opera più celebre, La via della schiavitù.
La storia del pensiero economico è la disciplina che si occupa dello sviluppo dell'economia politica dalle origini ai giorni nostri, con le sue varie teorie o visioni del sistema economico. In prima approssimazione, si possono individuare le seguenti fasi: antichità classica (soprattutto nella Grecia antica) e Medioevo; la formazione degli stati nazionali e la nascita dell'economia politica in senso moderno; la rivoluzione industriale e l'economia classica; l'affermazione dell'economia di mercato e l'economia neoclassica; la Grande depressione del 1929 e l'economia keynesiana; approfondimenti e nuove proposte; la stagflazione e il monetarismo; sviluppi recenti.Gli storici del pensiero economico valutano in modi diversi sia le singole scuole, sia il loro succedersi. Vi è un punto di vista "cumulativo", secondo il quale si è avuto e continua un progressivo avvicinamento alla verità e, pertanto, la storia del pensiero economico deve essere «storia delle verità economiche». Vi è anche un punto di vista "competitivo", secondo il quale l'esistenza di diverse scuole mostra che sono possibili approcci diversi allo studio dei fenomeni economici, nessuno dei quali nettamente preferibile agli altri. Qualsiasi teoria economica, quindi, può essere criticata o perché migliorata da altre successive, o perché basata su un approccio non condiviso da altre. La sintetica esposizione che segue è ricca di riferimenti ad altre voci, alle quali si rinvia per approfondimenti e valutazioni critiche. Le varie correnti di pensiero della storia economica hanno influenzato profondamente le relative politiche economiche adottate dai vari Stati nazionali nel corso della storia moderna e contemporanea.
Nel Libro III de Il Capitale di Karl Marx, pubblicato postumo da Friedrich Engels, che raccolse ed organizzò i manoscritti e le bozze dell'autore, viene abbandonata l'ipotesi della costanza della composizione organica del capitale tra diversi settori, assunta nel Libro I ed atta a garantire l'uguaglianza tra i valori di produzione, quelli che risultano dalle disparate quantità di lavoro incorporato nelle diverse merci, ed i prezzi di produzione, cioè non i prezzi di vendita delle merci così come sperimentati nelle economie capitalistiche, risultato della tendenza all'uniformità dei saggi di profitto settoriali, bensì i prezzi così come risultano dal processo produttivo dopo che i capitalisti abbiano conteggiato un profitto distribuito in funzione del capitale anticipato, affrontando così il conseguente problema della trasformazione dei valori in prezzi di produzione. La soluzione che Marx dà al problema, rectius, la soluzione che emerge dai manoscritti e dalle bozze così come organizzati postumamente dall'amico Engels nel dare alle stampe il Libro III, diede inizio ad un'accesa ed impervia controversia, ormai lunga da più d'un secolo, che ha visto tra i suoi protagonisti economisti ed intellettuali del calibro di Eugen von Böhm-Bawerk, Rudolf Hilferding, Benedetto Croce, Vilfredo Pareto, Eduard Bernstein, Oskar Lange, Isaak Rubin, Luigi Einaudi, Piero Sraffa, Maurice Dobb, Joan Robinson, Claudio Napoleoni, Paul Sweezy, Paul Samuelson e Georg von Charasoff. Di seguito, illustriamo alcune delle osservazioni che hanno avuto maggiore eco in ambito accademico.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2021-11-25T03:39:51.297Z