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Fa parte di: Rassegna sindacale. Quaderni : periodico della Confederazione generale italiana del lavoro
Fa parte di: [ Movimento studentesco : Pistoia : materiale documentario : documenti, volantini 1968-]
Serie: Corso di specializzazione per dirigenti aziendali e capi del personale ; 1
Fa parte di: [ Movimento studentesco : Pistoia : materiale documentario : documenti, volantini 1968-]
Maggio francese o Maggio '68 designa in maniera globale l'insieme dei movimenti di rivolta verificatisi a Parigi nel maggio-giugno 1968. Si trattò di una vasta rivolta spontanea, di natura sociale, politica, culturale e anche filosofica, indirizzata contro la società tradizionale, il capitalismo, l'imperialismo e, in prima battuta, contro il potere gollista allora dominante. Il moto di ribellione della gioventù studentesca di Parigi si estese al mondo operaio e praticamente a tutte le categorie della popolazione sull'intero territorio nazionale, restando il più importante movimento sociale della storia di Francia del XX secolo. Nel corso degli eventi si mischiarono un movimento studentesco e un movimento operaio, entrambi di eccezionale ampiezza. Al di là delle rivendicazioni materiali o salariali, e della rimessa in questione del regime gollista dominante dal 1958, si trattò di una contestazione multiforme di tutti i tipi di autorità. Una parte del movimento degli studenti delle scuole superiori e delle università rivendicava particolarmente la «liberalizzazione dei costumi», mentre contestava la «vecchia università», la società dei consumi, il capitalismo e la maggior parte delle istituzioni e dei valori tradizionali. Il maggio francese s'inseriva d'altra parte in un più vasto insieme di avvenimenti di cui furono protagonisti vasti movimenti operai e studenteschi in un gran numero di paesi. In Francia queste manifestazioni acquistarono un carattere particolare perché alle vaste agitazioni studentesche si aggiunse, il 13 maggio 1968, il più importante sciopero generale della V Repubblica, che superò quello del giugno 1936. Il movimento paralizzò completamente il paese per diverse settimane, accompagnandosi ad una generale frenesia di discussioni, dibattiti, assemblee generali e riunioni informali, che si svolgevano ovunque - in strada, all'interno di organizzazioni, imprese, amministrazioni pubbliche, e poi nelle scuole superiori e nelle università, nei teatri, nei luoghi di aggregazione giovanili e nelle case della cultura. Si trattò di un'esplosione sociale complessa, a volte anche violenta, ma ancor più spesso ludica e festosa: il maggio '68 apparve come un momento collettivo e massiccio di passione rivoluzionaria, di fede nella possibilità di una trasformazione radicale della vita e del mondo. Ne fu espressione la proliferazione di graffiti, cartelli e slogan fantasiosi: «Sous les pavés, la plage» (Sotto i sampietrini c'è la spiaggia), «Il est interdit d'interdire» (Vietato vietare), «Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni), «Cours camarade, le vieux monde est derrière toi» (Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro), «La vie est ailleurs» (La vita è altrove), e così via. Considerato a volte una "rivoluzione mancata", malgrado i riferimenti alle precedenti rivoluzioni francesi - barricate, bandiere rosse e nere - nel maggio '68 non vi fu in realtà alcuna volontà di conquista illegale del potere né di slittamento verso la guerra civile.
Per protesta degli studenti cileni nel 2006 si intende una serie di manifestazioni organizzate dagli studenti delle scuole secondarie del Cile tra aprile e giugno del 2006, e riprese tra settembre e ottobre dello stesso anno. La mobilitazione è conosciuta informalmente come Rivoluzione dei pinguini (Revolución de los pingüinos), dovuto alla tradizionale uniforme indossata negli istituti del paese sudamericano.Si stimò che più di 100.000 studenti di più di cento scuole del paese si riunirono in mobilitazioni il 26 maggio 2006, prima della sciopero nazionale indetto per il 30 maggio, che avrebbe riscontrato un'adesione di più di 600.000 studenti, diventando la maggiore protesta di studenti nella storia del Cile, superando quelle avvenute nel 1972 durante il governo di Salvador Allende e il suo progetto della Scuola Nazionale Unificata e durante gli anni 1980 contro le politiche istruttive del regime militare.Queste mobilitazioni riguardano diverse rivendicazioni sollevate dagli studenti, tra cui: Abrogazione della Legge Organica Costituzionale di Insegnamento. Abrogazione del decreto 524, pubblicato l'11 maggio 1990, che regola i Centri di Alunni Fine della municipalizzazione dell'insegnamento. Studio e riformulazione della Giornata Scolastica Completa, JEC. Gratuità della Prova di Selezione Universitaria, PSU. Pass scolastico gratuito e unificato. Tariffa scolastica gratuita nel trasporto scolastico per l'educazione della scuola media.Il 1º giugno 2006 la presidentessa Michelle Bachelet si rivolse alla nazione tramite la televisione e la radio di Stato, annunciando nuove misure per migliorare la qualità e l'accesso all'educazione, che soddisfacevano in grande misura le domande degli studenti. Ciò nonostante, l'Assemblea Nazionale Studentesca rifiutò le proposte del governo e convocò un nuovo sciopero nazionale il 5 giugno. Dopo questo sciopero, il movimento perse forza e finalmente gli studenti annunciarono la fine della principale ondata di mobilitazioni il 9 giugno. Le mobilitazioni sarebbero in seguito riprese nei mesi successivi, seppur non con lo stesso successo.
Lo sciopero generale europeo del 2012 (conosciuto anche come #14N o sciopero generale iberico) è stato uno sciopero generale convocato per il mercoledì 14 novembre del 2012 inizialmente da varie organizzazioni spagnole alle quali si sommarono diversi sindacati e collettivi europei.Per la prima volta nella storia dell'Unione europea si convocò simultaneamente un giorno di sciopero in diversi stati con una rivendicazione comune. Cipro, Malta, Portogallo, Italia, Spagna e Grecia vissero una giornata di sciopero generale, che fu accompagnata con mobilizzazioni in Francia e Vallonia.
Lo sciopero è un'astensione collettiva dal lavoro da parte di lavoratori subordinati, spesso promossa dai sindacati (ma è concepibile anche uno sciopero proclamato da gruppi intra-aziendali o interaziendali, senza alcun intervento del sindacato), avente per finalità quella di ottenere, esercitando una pressione sui datori di lavoro, un miglioramento delle condizioni lavorative rispetto a quelle disciplinate dal contratto collettivo nazionale di lavoro.Diversa è la serrata, la quale consiste in una temporanea sospensione dal lavoro disposta dal datore, finalizzata a far pressione sui lavoratori per motivi contrattuali o per indurli a rinunciare a un'agitazione volta ad ottenere migliori condizioni economiche. La Costituzione Italiana, pur non contemplando la serrata, sembra contenere un tacito divieto a tale pratica, e un eventuale intervento del legislatore volto a sanzionarla penalmente sarebbe costituzionalmente lecito, ma solo se contemporaneamente fosse introdotta una regolamentazione giuridica del diritto di sciopero.
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