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Autore principale: Leopardi, Giacomo<1798-1837>
Pubblicazione: Firenze : Le Monnier, [19--]-
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Seguire il percorso della produzione letteraria di Giacomo Leopardi vuol dire seguire il corso della sua vita e comprendere il suo mondo interiore.
Un manoscritto (dal latino manu scriptus, cioè "scritto a mano", abbreviato in inventari e cataloghi come ms) è un qualsiasi documento scritto a mano, in opposizione a quelli stampati o riprodotti in un qualsiasi altro modo. Rientrano quindi in questa categoria anche i graffiti e le incisioni (su tavolette di qualsiasi materiale). Comunemente, però, con questo termine si designano testi scritti a mano e redatti in forma di libro. In editoria sono considerati manoscritti anche i testi dattiloscritti che non sono ancora passati attraverso il processo di stampa. L'esempio tipico è la copia che l'autore ha scritto personalmente. Sua caratteristica precipua dev'essere l'unicità. Il periodo d'oro dei manoscritti è situato nel Medioevo, quando gli amanuensi trascrissero migliaia di testi dell'antichità conservandoli in codici che li hanno preservati nei secoli. La disciplina che studia i manoscritti in quanto oggetti è la codicologia, mentre lo studio della scrittura è affidato alla paleografia. Lo studio e l'edizione dei testi contenuti nei manoscritti è di competenza della filologia. I manoscritti non sono definiti dal loro contenuto, che può essere contraddistinto da testo in prosa come da calcoli matematici, mappe, figure esplicative o illustrazioni. I manoscritti possono essere in forma di libro, di pergamena o in formato codex. I manoscritti miniati sono arricchiti da immagini, decorazioni ai bordi, lettere iniziali in rilievo o illustrazioni a piena pagina.
La storia di Tristano e Isotta è probabilmente uno dei più famosi e struggenti miti nati durante il Medioevo. Benché espressione dei temi più scottanti dell'amor fol, esso fu popolarissimo e continua tuttora a ispirare le opere più disparate: la sua origine è celtica, ma le prime redazioni sono state realizzate da poeti normanni.
Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) è stato uno scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano, noto anche col nome religioso di fra' Bonaventura. Intellettuale controverso e discusso, ma anche ammirato per il suo stile di scrittura, fu studioso di filosofia, di religione, critico letterario e acceso polemista, narratore e poeta, divulgatore del pragmatismo e delle avanguardie storiche come il futurismo e il post-decadentismo. Passò da una posizione all'altra su più fronti, sempre insoddisfatto e inquieto: si convertì dall'anticlericalismo e dall'ateismo accesi al cattolicesimo con punte di eterodossia e intransigenza; passò dal maledettismo e dall'interventismo convinto (prima del 1915) all'avversione verso la guerra. Negli anni trenta, dopo essere passato dall'individualismo al conservatorismo, aderisce infine al fascismo, mantenendo comunque un'avversione verso il nazismo e pentendosi poi del razzismo. Morì nel 1956 di malattia del motoneurone (sclerosi laterale amiotrofica di tipo bulbare), che lo affliggeva dal 1952. Pressoché rimosso dalla grande letteratura dopo la scomparsa principalmente per le sue scelte ideologiche, fu apprezzato e rivalutato in seguito; nel 1975, lo scrittore argentino Jorge Luis Borges lo definì un autore "immeritatamente dimenticato".
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