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Titolo uniforme: Entzifferung verschollener und Sprachen. -
Autore principale: Friedrich, Johannes
Con paleografia, neologismo nato nel XVIII secolo dal greco παλαιός (palaiós), "antico" e γραφή (grafé), "scrittura", si definisce lo studio delle caratteristiche e dell'evoluzione delle prime forme di scrittura. In particolare, essa consiste nella capacità di leggere, interpretare e datare testi manoscritti, e di saperne riconoscere l'autenticità. Originariamente disciplina ancillare legata esclusivamente alla filologia classica (e dunque allo studio di manoscritti medievali contenenti testi latini e greci), l'espansione degli studi ha portato all'elaborazione di branche relative allo studio di testi manoscritti appartenenti a qualsiasi sistema scrittorio di qualsiasi ambito cronologico: non esiste, dunque, una sola paleografia, ma tante paleografie quanti sono gli alfabeti oggetto di studio filologico. Il suo apporto alla Storia consiste nella decodifica dei documenti manoscritti utilizzati come fonte, sebbene gli oggetti diretti della disciplina siano le pratiche di scrittura e la storia del segno grafico indipendentemente dal suo contenuto. Oggetto della paleografia è stabilire il genere (secondo l'area di impiego: ad esempio notarile, libraria, cancelleresca) e il tipo (secondo la stilizzazione grafica: ad esempio, scrittura merovingica, beneventana o le altre stilizzazioni nazionali) delle varie scritture, oltre che la loro data e il loro luogo di provenienza: spesso tali concetti sono collegati, dal momento che un certo tipo di scrittura si sviluppa prevalentemente in un dato luogo geografico e in una data epoca, in un dato ambito d'impiego — solo in epoca moderna la grafia diventa un fatto personale, individuale, diverso per ogni scrivente. In epoca medioevale, centri di produzione grafica che queste caratteristiche consentono di individuare sono i cosiddetti scriptoria, che costituiscono elemento basilare nella ricostruzione storica della produzione culturale. La paleografia musicale si occupa del particolare tipo di "scrittura" costituito dalla notazione musicale, mentre la papirologia si occupa dei testi scritti su papiro, anziché su carta o pergamena. La paleografia musicale nacque a fine XIX secolo per mano dei monaci benedettini di Solesmes. Altre discipline ad essa correlate o che di essa si avvalgono sono la filologia, l'epigrafia, la codicologia, la diplomatica, l'archivistica.
Giulio Battelli (Roma, 11 aprile 1904 – Roma, 10 marzo 2005) è stato un archivista, paleografo, diplomatista e docente italiano.
Rino Avesani (Quinzano, 14 settembre 1931) è un filologo, paleografo e medievista italiano.
Carlo Revelli (Torino, 23 novembre 1926 – Torino, 23 novembre 2020) è stato un bibliotecario, archivista e paleografo italiano, autore di pubblicazioni e di contributi per diverse riviste, su tematiche di catalogazione e di classificazione, oltre che su varie problematiche attinenti le biblioteche pubbliche.
La Scuola vaticana di paleografia, diplomatica e archivistica fu creata nel 1884, per volontà di papa Leone XIII, presso l'Archivio Segreto Vaticano (in locali con ingresso dal Cortile del Belvedere), allo scopo di formare paleografi e archivisti e trasformare l'Archivio in un centro internazionale di ricerche storiche. La Scuola propone 3 corsi: il corso biennale di Paleografia e Diplomatica, il corso annuale di Archivistica e il corso annuale di Paleografia greca. A tutti i corsi si accede, per i laici con laurea quinquennale o con titolo universitario equivalente, per gli ecclesiastici con licenza o dottorato. Per l'ammissione al corso biennale e al corso di Paleografia greca è necessario superare una prova scritta, rispettivamente in latino o in greco. Sono previsti esami orali e scritti alla fine di ogni anno, per tutti i corsi. Il numero degli iscritti non può superare i 36 per corso. La scuola non è gratuita e per frequentarla è necessaria anche una presentazione di una Università, o di un Istituto equivalente, o di uno studioso di chiara fama.
La scrittura è la fissazione di uno o più segni linguistici in una forma esterna più o meno durevole. Nelle scritture alfabetiche diventa rappresentazione grafica della lingua parlata, per mezzo di un insieme di segni detti grafemi che compongono qualsiasi sistema di scrittura inscindibilmente legato al rispettivo sistema di lettura. I grafemi denotano sovente suoni o gruppi di suoni. A differenza del linguaggio parlato che è presente naturalmente con strutture biologiche specifiche, la scrittura è un processo tecnologico non necessariamente presente in tutte le culture, resta comunque un modo fondamentale di comunicazione umana, ed è il mezzo finora più efficace per la conservazione e la trasmissione della memoria storica. In un senso più ampio, si definisce dunque scrittura ogni mezzo che permette la trasmissione durevole di informazioni, che sia o no rappresentazione grafica del parlato, come accade nelle scritture della musica, dell'algebra, della chimica, della cartografia e altri.
Record aggiornato il: 2023-10-10T04:07:30.220Z