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Autore principale: Tomei, Gabriele
Pubblicazione: Pisa : University Press, 2013
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda metà del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia. Dopo l'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentrò la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all'unità d'Italia, pur con l'interruzione dell'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occupò la Toscana e l'assegnò alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d'Etruria. Col crollo dell'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfiorò il 95% dei si.
La Lega Nord (LN), il cui nome completo è Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, e dalle elezioni politiche del 2018 nota informalmente come Lega, è un partito politico italiano di destra. Nato tra il 1989 e il 1991 dalla federazione di sei movimenti autonomisti regionali già attivi nell'Italia settentrionale, fu costituito con il nome di Lega Nord, quindi di Lega Nord Italia Federale nel febbraio 1995, per adottare infine l'odierna denominazione nel febbraio 1997. Sue diramazioni attive nel centro-sud Italia sono state dapprima la Lega Italia Federale, fondata nel maggio 1993, quindi il soggetto politico Noi con Salvini dal 2014. Dal 21 dicembre 2017 il partito ha rimosso la parola "Nord" e il Sole delle Alpi dal proprio simbolo, presentandosi informalmente in tutta Italia solo come Lega. Alla Lega Nord è collegato un partito parallelo, la Lega per Salvini Premier, fondato nel 2018, le cui strutture coincidono con quelle del partito della Lega Nord; esso è definito dallo statuto come «un movimento politico confederale costituito in forma di associazione non riconosciuta che ha per finalità la pacifica trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali» e che «promuove e sostiene la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo».Umberto Bossi è stato fondatore della Lega Nord, segretario federale per oltre 20 anni e, dal 5 aprile 2012, presidente federale a vita. A Bossi in segreteria subentrò Roberto Maroni, cui è succeduto, dal 15 dicembre 2013, Matteo Salvini. Giornalisticamente e popolarmente la Lega Nord è talvolta chiamata "il Carroccio", un riferimento ad una leggenda che coinvolse Alberto da Giussano durante la battaglia di Legnano.
Le politiche sociali del fascismo comprendono riforme dei settori della previdenza, assistenza sociale e sanitaria effettuate in Italia dal 1922 al 1943. In Italia, lo stato sociale, cioè l’insieme di assicurazioni e assistenza pubbliche per vecchiaia, malattia, infortuni e altri bisogni sociali, è nato nell'ottocento. La sua crescita si è protratta per molti decenni, parallelamente ad analoghi processi di crescita che ebbero luogo negli altri paesi occidentali. Il regime fascista, partendo dalle leggi ed istituzioni introdotte nei decenni precedenti, globalmente estese l'intervento sociale dello stato, ampliò un numero di tutele pubbliche e riorganizzò e rafforzò le istituzioni statali chiamate ad operarle. In un contesto storico di perdita dei diritti politici, le riforme furono uno strumento di controllo sociale: fornivano benefici il cui accesso era largamente controllato dal partito. Il rafforzamento dello stato sociale fu anche una strategia economica fondamentale dello stato totalitario fascista, che puntava ad assorbire la dimensione individuale nella dimensione pubblica, per produrre unità nazionale e crescita economica. Le valutazioni di queste riforme sono talora controverse, qualora influenzate da prospettive che inducano a esagerarne la portata o sottovalutarne le implicazioni. In un’ottica storica di lungo periodo, le riforme dell’epoca fascista rappresentano la fase di consolidamento dello stato sociale italiano: esse rafforzarono le sue istituzioni e tendenze e ne influenzarono i successivi sviluppi.
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