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Autore principale: Paolucci, Luigi
Le sibille (in greco antico: Σίβυλλα, Síbylla; in latino: Sibylla) sono sia dei personaggi storicamente esistiti, che figure mitologiche greche e romane. Erano vergini ispirate da un dio (solitamente Apollo) dotate di virtù profetiche ed in grado di fare predizioni e fornire responsi, ma in forma oscura o ambivalente. Leggendarie profetesse, erano collocate in diversi luoghi del bacino del Mediterraneo come a Cuma in Italia, a Delfi in Grecia, o in Africa ed Asia Minore. Tra le più conosciute, la Sibilla Eritrea, la Sibilla Cumana e la Sibilla Delfica che sono rappresentanti di altrettanti gruppi come gli ionici, gli italici e gli orientali. Nella Roma repubblicana e imperiale un collegio di sacerdoti custodiva gli Oracoli sibillini, testi sacri di origine etrusca, consultati in caso di pericoli o di catastrofi. Dal II secolo a.C. si sviluppa negli ambienti ebraici romanizzati un'interpretazione dei vaticini delle Sibille corrispondente alle attese messianiche. Successivamente i cristiani videro nelle predizioni delle veggenti pagane preannunci dell'avvento di Gesù Cristo e del suo ritorno finale.
La Sibilla Appenninica, detta anche Sibilla Picena o Sibilla di Norcia è una figura dell'immaginario collettivo diffusasi a partire dal medioevo nell'area montana del Piceno e di Norcia, in particolare appunto sui Monti Sibillini, ai quali questa ha dato il nome. Nei testi medievali si parla di Sibilla o Regina Sibilla, la cui dimora è collocata sulle montagne tra Norcia e Montemonaco; mentre la definizione di Sibilla Appennina compare per la prima volta solo nel 1938, nel libro di Augusto Vittori "Montemonaco nel Regno della Sibilla Appennina", con prefazione di Fernand Desonay.Probabilmente a causa di complessi processi di sincretismo culturale e letterario viene identificata come sibilla; ma in realtà essa non rientra nel canone delle dieci Sibille classiche riportato da Varrone.
Il Monte Sibilla è un rilievo montuoso (2.175 m. ) del gruppo appenninico dei Sibillini. Prende il nome dalla Sibilla Appenninica, mitica abitatrice dell'omonima grotta (situata nei pressi della sommità), che da secoli vela l'altura di un'aura di leggenda e mistero. Amministrativamente è situato nel comune di Montemonaco e per una parte in quello di Montefortino, rispettivamente appartenenti alle province di Ascoli Piceno e Fermo, tutto il territorio è situato nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Sul monte è presente anche il Rifugio Sibilla.
La grotta della Sibilla,è una caverna, situata a 2150 m s.l.m., ricavata nella roccia, nei pressi della vetta del monte Sibilla nel territorio comunale di Montemonaco, raggiungibile solo a piedi. Attualmente l'ingresso è ostruito da una frana.
La Sibilla Appenninica, detta anche Sibilla Picena o Sibilla di Norcia è una figura dell'immaginario collettivo diffusasi a partire dal medioevo nell'area montana del Piceno e di Norcia, in particolare appunto sui Monti Sibillini, ai quali questa ha dato il nome. Nei testi medievali si parla di Sibilla o Regina Sibilla, la cui dimora è collocata sulle montagne tra Norcia e Montemonaco; mentre la definizione di Sibilla Appennina compare per la prima volta solo nel 1938, nel libro di Augusto Vittori "Montemonaco nel Regno della Sibilla Appennina", con prefazione di Fernand Desonay.Probabilmente a causa di complessi processi di sincretismo culturale e letterario viene identificata come sibilla; ma in realtà essa non rientra nel canone delle dieci Sibille classiche riportato da Varrone.
Il volume Il Folklore d'Italia - Guida dei Gruppi Folklorici Italiani è un annuario che come suggerisce il sottotitolo, va utilizzato come guida, per gli interessati, al variegato e vasto mondo del folclore italiano.
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