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Autore principale: Hammad, Nemr
Il sionismo è un movimento politico internazionale il cui fine è l'affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico, inserendosi nel più vasto fenomeno del nazionalismo moderno.Il movimento, nato alla fine del XIX secolo tra gli ebrei residenti in Europa, fu importante ma minoritario nel mondo ebraico per tutta la prima metà del XX secolo, per poi divenire maggioritario in seguito alla Shoah. Dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948, in cui oggi vive circa il 30% degli ebrei del mondo, il sionismo si è trasformato in movimento di sostegno internazionale alla costituzione di tale Stato, oltre a continuare il tradizionale aiuto all'immigrazione in Israele (aliyah). Oggigiorno, il termine "sionista" viene applicato a varie fazioni politiche israeliane, sia di sinistra che di destra, le quali hanno in comune il sostegno dello stato d'Israele come entità ebraica.
Il termine razzismo nella sua definizione più semplice si riferisce a un'idea, spesso preconcetta e comunque scientificamente errata, come dimostrato dalla genetica delle popolazioni e da molti altri approcci metodologici, che la specie umana (la cui variabilità fenotipica, l'insieme di tutte le caratteristiche osservabili di un vivente, è per lo più soggetta alla continuità di una variazione clinale) possa essere suddivisibile in razze biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali, etiche e/o morali, con la conseguente convinzione che sia possibile determinare una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento razzialmente definito possa essere definito superiore o inferiore a un altro.In "senso stretto" il razzismo, come teoria della divisione biologica dell'umanità in razze superiori e inferiori, è un fenomeno relativamente recente. In senso più ampio invece si tratta di una generale antica tendenza a discriminare i 'diversi' (nazioni, culture, classi sociali inferiori), e la principale funzione del razzismo, in tutte le varianti, fu sempre di giustificare qualche forma di discriminazione o oppressione.Nel 1950, il documento Dichiarazione sulla razza dell'UNESCO è stato il primo documento ad aver negato ufficialmente la correlazione tra la differenza fenotipica nelle razze umane e la differenza nelle caratteristiche psicologiche, intellettive e comportamentali.
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