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Autore principale: Mead, Margaret
Pubblicazione: [Firenze] : La Nuova Italia, 1956
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
La propaganda in Unione Sovietica faceva largo uso del marxismo-leninismo per promuovere la linea politica del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Il principale organo di censura sovietico, il Glavlit, veniva impiegato non solo per eliminare qualunque materiale stampato indesiderato, ma anche per "assicurare che l'impronta ideologica fosse inserita in ogni prodotto pubblicato". Durante il regime di Stalin, la deviazione dai dettami della propaganda ufficiale veniva punita con l'esecuzione o l'internamento nei campi di lavoro forzato. Dopo il periodo stalinista, queste misure furono sostituite con la psichiatria punitiva, prigionia, negazione del lavoro e perdita della cittadinanza. "Oggi un uomo parla liberamente solo con sua moglie – di notte, con le coperte sopra la testa", disse una volta in privato lo scrittore Isaak Babel' a un amico fidato.
Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano. In un'accezione più ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunità economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.
La storia dell'Unione Sovietica dal 1922 al 1953 venne caratterizzata da quattro eventi politici fondamentali: il consolidamento della rivoluzione d'ottobre, la morte di Vladimir Lenin e il dominio di Iosif Stalin che andò ad intrecciarsi con il secondo conflitto mondiale e la grande guerra patriottica. Un ruolo di primo piano lo ebbe Iosif Stalin, che cercò di rimodellare la società sovietica con un'aggressiva programmazione economica, dando particolare rilevanza ad una radicale collettivizzazione dell'agricoltura ed allo sviluppo dell'industria, in particolare quella pesante. Inoltre egli dotò l'URSS di una polizia segreta molto efficiente e di un partito in grado di avere un'enorme influenza nel paese; gli oppositori del dittatore georgiano puntano il dito contro le sue celebri "purghe" che eliminarono un elevato numero di oppositori del regime. Alla morte di Stalin, l'URSS era ormai diventata una grande potenza mondiale: non solo esercitava il ruolo di stato-guida del mondo comunista, ma aveva anche creato un'alleanza di stati comunisti (il patto di Varsavia) che si frapponevano frontalmente e dichiaratamente agli Stati Uniti e al mondo capitalista. La forza militare dimostrata nello scontro con il Terzo Reich e il possesso della bomba atomica, fatta esplodere per la prima volta nel 1949, furono due elementi che resero ancora più accesa la guerra fredda URSS-USA.
La collettivizzazione in Unione Sovietica (in russo: Коллективизация?, traslitterato: Kollektivizacija) del settore agricolo fu imposta dal governo sovietico tra il 1928 e il 1940 (a ovest, tra il 1948 e il 1952) durante il regime di Iosif Stalin. Avviata nel contesto del primo piano quinquennale, tale politica aveva lo scopo di consolidare gli appezzamenti di terra individuali e il lavoro nelle fattorie collettive, divise principalmente in kolchozy e sovchozy. La leadership sovietica sperava che la sostituzione delle fattorie di singoli contadini con quelle collettive, che avrebbe potuto aumentare la fornitura di cibo per la popolazione urbana e la disponibilità di materie prime per le industrie e prodotti agricoli destinati all'esportazione. I pianificatori videro nella collettivizzazione la soluzione alla crisi della distribuzione agricola (soprattutto nelle consegne di grano) che si è sviluppata dal 1927. Questo problema divenne più acuto quando l'URSS intensificò il suo ambizioso programma di industrializzazione, comportando una maggior richiesta di produzione alimentare per tenersi al passo della domanda urbana.Nei primi anni trenta, oltre il 91% del territorio agricolo era stato collettivizzato in seguito all'inclusione nelle fattorie collettive di famiglie contadine con i loro terreni, bestiame, e altre risorse. La collettivizzazione portò a molte carestie, alcune provocate dall'arretratezza tecnologica di allora dell'URSS, ma i critici hanno accusato il governo di azioni deliberate. Il numero di morti stimato dagli esperti è compreso tra i 7 e i 14 milioni.
Operazione Barbarossa (in tedesco Unternehmen Barbarossa, in russo :Operatsiya Barbarossa ) fu la denominazione in codice tedesca per l'invasione dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale; tale nome fu ispirato dalle gesta dell'imperatore Federico Barbarossa. L'attacco, previsto originariamente per il 15 maggio 1941, venne posposto da Hitler prima al 27 dello stesso mese e successivamente al 22 giugno, a causa del colpo di Stato anti-tedesco di Belgrado.Fu la più vasta operazione militare terrestre di tutti i tempi; il fronte orientale, aperto con l'inizio dell'operazione, fu il più grande e importante teatro bellico dell'intera seconda guerra mondiale e vi si svolsero alcune tra le più grandi e sanguinose battaglie della storia. Nei quattro anni che seguirono l'apertura delle ostilità tra Germania e Unione Sovietica, decine di milioni di militari e civili persero la vita o patirono enormi sofferenze, sia a causa degli aspri e incessanti scontri sia delle condizioni di vita miserevoli in cui vennero a trovarsi. L'operazione, il cui studio iniziò meno di due mesi dopo il deludente risultato della battaglia d'Inghilterra, avrebbe dovuto costituire un punto di svolta decisivo per assicurare la vittoria totale del Terzo Reich e il suo predominio sul blocco continentale eurasiatico, ma il suo fallimento, assorbendo buona parte delle risorse umane, economiche e militari della Germania, né provocò la sua completa disfatta.
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