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Titolo uniforme: Sumeri e babilonesi
Edizione: 3. ed
Pubblicazione: Firenze : Giunti, 1998
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La novella è una narrazione in prosa breve. Tracce di novella sono presenti nelle letterature dell'antico Egitto e della Mesopotamia (Sumeri, Babilonesi). Il genere è presente nelle letterature orientali in particolare in quella indiana dove vi sono varie raccolte, tra cui la celebre Pañcatantra. In India nasce anche la struttura delle novelle precedute da una cornice narrativa, struttura che poi avrà diffusione anche in Occidente con il Decameron. La novella ebbe scarsa autonomia nelle letterature greca e latina. Si ricordano gli arguti e burleschi Racconti sibaritici e la Fabula Milesia. Nella letteratura orientale celeberrima è la raccolta Le mille e una notte. Alla base della struttura che la novella assumerà poi nel Medioevo troviamo l'exemplum, un genere che si potrebbe definire una forma semplice di novella ma che possiamo descrivere anche come a metà strada tra la fiaba e la parabola. Anche l'exemplum è inglobato in altri generi, come la vita dei Santi perché era usato molto spesso dai predicatori con finalità educative e morali. I predicatori se ne servivano allora per ricondurre sulla giusta strada coloro che avevano commesso qualche peccato. Nel Medioevo il fabliau è un altro antecedente della novella. La novella sorge più tardi, in età medievale, nell'ambito di culture molto diverse tra loro. Ancora assente in Francia e in Germania, la novella era un genere praticato in Spagna dove risentiva della novellistica arabo-orientale, come attestano Furberie e perfidie delle donne (1253), una versione del Libro de' sette savi scritta da Fadrique di Castiglia, fratello del re Alfonso X il Saggio; il Libro degli esempi del conte Lucanor e di Patronio (1335) di Juan Manuel e le novelle in versi del Libro del buon amor (1330-1343) di Juan Ruiz. In Inghilterra la novella si sviluppò a partire dai Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer (secolo XIV).
Ninive (AFI: /ˈninive/; accadico: 𒌷𒉌𒉡𒀀 Ninua; siriaco: ܢܝܼܢܘܹܐ Nīnwē; arabo: نَيْنَوَىٰ Naynawā) è una delle più famose città antiche, sulla riva sinistra del Tigri nel Nord della Mesopotamia. Si sono trovate tracce di insediamenti preistorici risalenti probabilmente al VI millennio e altri reperti, più consistenti, di epoca Uruk e successive. Divenne capitale del regno assiro sotto il re Sennacherib (704 - 681 a.C.); ampliata e abbellita da questi e da Assurbanipal (668 - 626 a.C.) raggiunse l'apice del suo splendore nel VII secolo a.c.: le mura si estendevano per 12 chilometri su un'area di 750 ettari. La sua distruzione, nel 612 a.C., ad opera di Medi e Caldei, segnò anche la fine del grande regno assiro. Nell'area di Ninive si distinguono due zone rispettivamente a nord e a sud del fiume Khosr - Kuyunjiq e Nebi Yunus - dominate dalla massa di due tell omonimi, terrapieni artificiali generati dalle rovine di antiche costruzioni. Nel libro di Giona della Bibbia, la missione del profeta è ambientata a Ninive.
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