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Pubblicazione: [S. l. : s. n., 1981]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Maurizio Tamagnini (Rimini, 14 maggio 1965) è un dirigente d’azienda italiano, CEO e Managing Partner di FSI dalla sua costituzione (2016) e Presidente del Consiglio di Sorveglianza di STMicroelectronics.
Vittorio Tamagnini, soprannominato L'uragano di Amsterdam (Civitavecchia, 10 febbraio 1910 – Civitavecchia, 20 gennaio 1981), è stato un pugile italiano, vincitore della medaglia d'oro alle Olimpiadi di Amsterdam 1928 e Campione europeo dei pesi leggeri tra il 1935 e il 1937.
Tamagnini Manuel Gomes Baptista, noto anche come Nené (Leça da Palmeira, 20 novembre 1949), è un ex calciatore portoghese, di ruolo attaccante. È il primatista di presenze in gare ufficiali con il Benfica, ben 575.
Torquato Tamagnini (Perugia, 1886 – Roma, 1965) è stato uno scultore e medaglista italiano. Fu uno scultore che ebbe particolare fama soprattutto per i numerosi monumenti ai caduti della Grande Guerra. Autore di alcuni bronzetti di gusto liberty. Presente alla I Biennale Romana. Fonda la casa d'arte "Corinthia" di Roma.
Filippo Tamagnini (Città di San Marino, 30 gennaio 1972) è un politico sammarinese. Si è diplomato geometra all'istituto "Belluzzi" di Rimini, poi si è laureato in ingegneria edile all'Università di Bologna. Dal 2000 è membro del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, dal 2003 al 2008 è membro della Giunta di Castello di Serravalle e nel 2008 è stato eletto membro del Consiglio Grande e Generale. Vive a Falciano. Ha ricoperto la carica di capitano reggente per il semestre aprile-ottobre del 2011.
La seguente è una lista dei principali pittori e calligrafi cinesi:
Il prato di Bežin (in russo: Бежин луг?, traslitterato: Bežin lug) è un film sovietico del 1937 diretto da Sergej Michajlovič Ėjzenštejn e noto per essere stato in gran parte distrutto prima di essere terminato. Il film narra le vicende di un giovane contadino che cerca di opporsi al proprio padre che ha l'intenzione di tradire il governo sovietico sabotando il raccolto dell'anno. La pellicola termina con l'assassinio del giovane seguito da una sommossa popolare. Il titolo è il medesimo di un racconto di Ivan Sergeevič Turgenev, e nelle intenzioni originali del regista doveva incorporare alla novella la vicenda della vera vita di Pavlik Trofimovič Morozov, ritenuto dalla propaganda un martire sovietico per essere stato ucciso dai suoi familiari nel 1932, reo di aver denunciato alle autorità il padre per tradimento. Tuttavia in fase di sceneggiatura Ejzenštejn decise di eliminare tutti i riferimenti allo scritto di Turgenev ad eccezione del titolo. La figura di Morozov venne inserita nei programmi scolari russi e resa mitica attraverso la poesia, la musica e, in parte, da questo film. Commissionato da un gruppo di giovani comunisti, la produzione si protrasse dal 1935 al 1937, finché non venne bloccata dal governo centrale che riteneva contenesse errori di carattere artistico, sociale e politico. Alcuni presero quest'occasione per denunciare l'ingerenza politica sul cinema arrivando a criticare lo stesso Stalin e un certo numero di persone venne arrestato proprio in conseguenza agli eventi che seguirono il blocco del film. Tuttavia lo stesso Ejzenštejn, riconsiderando in seguito la sua opera, la valutò come un errore. Per molto tempo si è creduto che il girato di Il prato di Bežin fosse andato irrimediabilmente perduto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Tuttavia negli anni Sessanta vennero ritrovati una parte del montaggio e alcuni fotogrammi. A partire da questi frammenti venne intrapresa una ricostruzione basata sulla sceneggiatura originale, rimasta conservata. Il ricco simbolismo religioso dell'opera diede origine a un ampio numero di studi, ma la sua natura storica, le circostanze della sua produzione, il fallimento del progetto e la bellezza dei pochi frammenti rimasti nutrirono un grande interesse anche al di fuori della letteratura specialistica. La controversa storia di questa pellicola non nocque al regista che al contrario guadagnò in fama e divenne il direttore artistico del grande studio cinematografico Mosfil'm.
La Breve ma veridica storia della pittura italiana è un saggio di Roberto Longhi sulla storia dell'arte italiana. L'opera fa parte delle opere giovanili dello studioso, ma riveste una grande importanza nel panorama storico-critico dell'arte europea per le nuove idee che vi si trovano pubblicate, che si ritrovano negli scritti successivi di Longhi e influenzarono tutta la critica successiva.
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