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Autore principale: Mancini, Giacinto<1965- >
Pubblicazione: Siena : Cantagalli, c2019
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Con Antico Egitto si intende la civiltà sviluppatasi lungo il fiume Nilo a partire dalle cateratte, a sud e al confine con l’attuale Sudan, alla foce, al delta, nel Mar Mediterraneo, per un’estensione complessiva di circa 1000 km. Benché il territorio fosse molto più vasto, comprendendo gran parte anche del Deserto Libico-Nubiano, gli insediamenti umani, fin dai tempi più remoti, si svilupparono solo nella stretta fascia verdeggiante a ridosso delle rive del fiume larga, in alcuni punti, anche solo poche centinaia di metri. Fin dal 3500 a.C., di pari passo con l'avvento dell'agricoltura, in particolare la coltivazione del grano, dell’orzo e del lino, si ha contezza di insediamenti umani specie lungo le rive del Nilo. Le piene annuali del fiume, infatti, favorivano la coltivazione anche con più raccolti annui grazie ai sedimenti, particolarmente fertili (Limo), che il fiume, nel suo ritirarsi, lasciava sul terreno. Ciò comportò, fin dai tempi più remoti, conseguentemente, la necessità di controllare, incanalare e conservare le acque onde garantire il costante approvvigionamento, vuoi per il sostentamento umano, vuoi per quello del bestiame e delle piantagioni. Non è da escludersi che proprio la complessa necessità di dover far fronte alle esigenze connesse con la gestione dell’agricoltura, e segnatamente, delle acque nilotiche, abbia favorito proprio il formarsi delle prime comunità su territori parziali tuttavia ben differenziati e politicamente e geograficamente individuabili. Tali entità, normalmente individuate con il termine greco di nomi, ben presto si costituirono in due distinte entità geo-politiche più complesse. Tale l’importanza del fiume Nilo, che attraversava tutto il paese, che anche le denominazioni di tali due macro-aree fanno riferimento al fiume: considerando che le sorgenti del Nilo, benché all'epoca non note, dovevano essere a sud, tale sarà l’Alto Egitto, mentre, di converso, l’area del delta, verso il Mediterraneo, sarà indicato come Basso Egitto. Varie culture si susseguirono nella valle nilotica fin dal 3800 a.C. in quello che viene definito Periodo Predinastico. Un’entità embrionale di Stato può riconoscersi, invece, a partire dal 3200-3100 a.C. con la I dinastia e l’unificazione delle due macro-aree che resteranno, tuttavia, sempre distinte tanto che per tutta la storia del Paese i regnanti annovereranno tra i loro titoli quello di Signore delle Due Terre. La storia dell’Antico Egitto copre, complessivamente, circa 4000 anni, dal 3900 a.C. (con il Periodo Predinastico) al 342 a.C. (con il Periodo tardo) e comprende, dal 3200 a.C., trenta dinastie regnanti riconosciute archeo-storicamente. A queste debbono esserne aggiunte altre, dette di comodo, giacché riferite, di fatto, non a governi autoctoni, bensì frutto di invasioni o di raggiungimento del potere da parte di regnanti stranieri. Avremo perciò una XXXI dinastia, costituita da re persiani, una XXXII dinastia macedone, che annovera un solo sovrano, Alessandro Magno, e una XXXIII dinastia, meglio nota come Dinastia tolemaica, nata dallo smembramento dell’impero di Alessandro. Anche molti imperatori romani, occupato l’Egitto, non disdegnarono di assumere il titolo di faraone con titolatura geroglifica.
Il Barocco in Brasile fu lo stile artistico dominante durante la maggior parte dell'epoca coloniale, in cui trovò un terreno ricettivo per una ricca fioritura. Fece la sua apparizione nel paese all'inizio del XVII secolo, introdotto dai missionari cattolici, e specialmente dai gesuiti, che si spingevano in Sudamerica con il fine di evangelizzare e catechizzare i popoli indigeni nativi. Lungo il periodo coloniale ebbe vigore una stretta unione fra Chiesa e Stato. Siccome però nella colonia non vi era una corte che servisse da mecenate né le élite si preoccuparono di costruire palazzi o patrocinare le arti profane se non verso la fine di quest'epoca, e la religione esercitava un'enorme influenza nella vita quotidiana, il barocco brasiliano si espresse soprattutto nell'arte sacra: statuaria, pittura e scultura per la decorazione di chiese e conventi o per il culto privato. Le caratteristiche più tipiche del barocco, descritto usualmente come uno stile dinamico, narrativo, ornamentale, drammatico, che coltiva i contrasti e una plasticità seduttrice, veicolano un contenuto programmatico articolato con raffinatezza retorica e grande pragmatismo. L'arte barocca fu un'arte essenzialmente funzionale, prestandosi molto bene ai fini a cui doveva servire: oltre alla sua funzione puramente decorativa, facilitava l'assorbimento della dottrina cattolica e delle pratiche tradizionali da parte dei neofiti, rappresentando un efficiente strumento pedagogico e catechetico. Presto gli indios pacificati più abili, e in seguito i negri importati come schiavi, esposti massicciamente alla cultura portoghese, da meri spettatori delle sue espressioni artistiche diventarono agenti produttori: soprattutto i negri daranno vita a gran parte del patrimonio barocco prodotto nel paese. Essi e gli artigiani popolari, in una società in processo di integrazione e stabilizzazione, cominciarono a dare al barocco europeo tratti nuovi, originali, e perciò si considera che questo acclimatamento costituisca uno dei primi momenti di formazione di una cultura genuinamente brasiliana. Nella letteratura brasiliana, il poema epico Prosopopeia (1601), di Bento Teixeira, è considerata la prima opera del barocco, che raggiunse l'apogeo con il poeta Gregório de Matos e con l'oratore sacro António Vieira. Nelle arti plastiche i suoi maggiori esponenti furono Aleijadinho e Mestre Ataíde. Nel campo dell'architettura questa scuola si radicò principalmente nel Nordest e in Minas Gerais, ma lasciò grandi e numerosi esempi per quasi tutto il paese, dal Rio Grande do Sul al Pará. Riguardo alla musica, da notizie letterarie si sa che ebbe grande fioritura, ma, al contrario delle altre arti, quasi nulla si è salvato. Con lo sviluppo del neoclassicismo e dell'accademismo a partire dai primi decenni del XIX secolo, la tradizione barocca cadde rapidamente in disuso presso la cultura dell'élite. Però sopravvisse nella cultura popolare, specialmente nelle regioni dell'interno, nell'attività dei santeiros e in alcune feste. Da quando gli intellettuali modernisti iniziarono, agli albori del XX secolo, la rivisitazione del barocco brasiliano, un gran numero di edifici e di patrimoni artistici sono stati protetti dal governo, mediante l'archiviazione, la musealizzazione o altri processi, che attestano il riconoscimento ufficiale dell'importanza del barocco per la storia della cultura brasiliana. Centri storici barocchi come quelli delle città di Ouro Preto, Olinda e Salvador e complessi architettonici come il Santuario di Bom Jesus de Matosinhos hanno ricevuto lo status di Patrimonio dell'umanità. Questa preziosa eredità è una delle grandi attrattive del turismo culturale in Brasile, e allo stesso tempo è un'icona dell'identità del Paese, sia per i suoi abitanti sia per gli stranieri. Nonostante la sua importanza, buona parte del patrimonio materiale del barocco brasiliano si trova in cattivo stato di conservazione ed esige restauro e altre misure di conservazione, verificandosi spesso perdite o degradazione di esemplari di valore in tutte le discipline artistiche.
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