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Autore principale: Bolchini, Piero ; Lacaita, Carlo G.
Fa parte di: Miscellanea storica ligure
Fa parte di: Miscellanea storica ligure : periodico semestrale dell'Istituto di storia moderna e contemporanea della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Genova
Fa parte di: Miscellanea storica ligure
La rivoluzione industriale fu un processo di evoluzione economica e industrializzazione della società che da agricolo-artigianale-commerciale si trasformò in un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (come, ad esempio, i combustibili fossili), il tutto favorito da una forte componente di innovazione tecnologica e accompagnato da fenomeni di crescita, sviluppo economico e profonde modificazioni socio-culturali e anche politiche. Secondo il materialismo dialettico, è attraverso la rivoluzione industriale che è avvenuta l'affermazione del capitalismo negli aspetti economici a discapito della struttura sociale preesistente e, con le rivoluzioni francese ed americana, in quelli politici con l'instaurazione della borghesia come classe dominante a discapito del predominio nobiliare. Spesso si distingue fra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima interessò prevalentemente il settore tessile-metallurgico con l'introduzione della spoletta volante e della macchina a vapore nella seconda metà del '700. La seconda rivoluzione industriale viene fatta convenzionalmente partire dal 1870 con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. Talvolta ci si riferisce agli effetti dell'introduzione massiccia dell'elettronica, delle telecomunicazioni e dell'informatica nell'industria come alla terza rivoluzione industriale, che viene fatta partire dal 1970. La rivoluzione industriale comportò una profonda e irreversibile trasformazione che partì dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema sociale. L'avvento della fabbrica e della macchina modificò i rapporti fra i settori produttivi. Nacque così la classe operaia che ricevette, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorse anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mirava a incrementare il profitto della propria attività.
Una locomotiva a vapore è un veicolo ferroviario azionato da un motore a vapore e destinato alla trazione ferroviaria di vagoni merci o carrozze passeggeri. Fu inventata da diversi tecnologi (tra cui Richard Trevithick e George Stephenson) all'inizio del XIX secolo, la locomotiva a vapore rivoluzionò il sistema dei trasporti su rotaia permettendo il passaggio da quelli a trazione animale a quelli a trazione meccanica. Sostituita da altri sistemi di trazione nel XX secolo (la trazione elettrica e la trazione motori endotermica) a causa della bassa potenza e del modesto rendimento, la trazione a vapore resta fondamentale nello sviluppo della tecnologia anche per il contributo nella termodinamica. Nella tecnica ferroviaria si definisce "locomotiva" l'insieme della motrice e del tender. Qualora le scorte di acqua e di combustibile non vengano trasportate su un veicolo apposito ma sulla macchina, il mezzo viene denominato locomotiva-tender (o locotender).
L'economia della Sardegna si basa prevalentemente sul settore terziario benché un ruolo di una certa rilevanza venga svolto sia dal settore industriale che da quello agropastorale.
Il termine imperialismo indica la volontà di uno Stato di estendere il proprio dominio (politico, economico e culturale) su altri territori sempre più vasti, formando appunto un impero. Il termine, coniato in Francia nell'Ottocento per definire il regime instaurato da Napoleone III, fu usato in seguito in Inghilterra, associato all'idea di dispotismo ed infine assunse il suo significato più noto: la tendenza di una nazione ad imporre il suo dominio economico e ad influenzare la politica interna di altri paesi con l'obiettivo di avviare la costruzione di imponenti imperi economici (ad es. sfruttare la manodopera a basso costo e le materie prime). Per i paesi dominanti uno degli obiettivi principali di questo sistema era quello di ricavare dai paesi occupati una grande quantità di materie prime a costi bassi. Il termine è usato talvolta per descrivere la politica estera di uno Stato tesa al mantenimento di colonie e domini in terre lontane, anche se lo Stato stesso non si considera un impero. Inoltre, il termine imperialismo può indicare una posizione intellettuale e allo stesso tempo un'ideologia politico-economica e culturale, che implicherebbe la convinzione che la conquista e il mantenimento degli imperi abbiano una valenza positiva; tale punto di vista è spesso unito al presupposto di una superiorità culturale o di altro tipo (es. razziale) intrinseca al potere imperiale.
La terza rivoluzione industriale si differenzia dalla precedente; ha compreso processi di trasformazione della produzione di beni che nei Paesi sviluppati occidentali hanno coinvolto aspetti sociali ed economici; a partire dalla metà del XX secolo l'innovazione tecnologica ha innescato mutamenti che hanno prodotto sviluppo economico e progresso sociale, anche se non equamente diffusi; il fenomeno, a partire dalla fine del secolo, si è esteso ad altre realtà, in particolare a Cina e India.
Il termine tecnologia è una parola composta che deriva direttamente dal greco τεχνολογία , composto di τέχνη (techne), arte, abilità, e λογία (loghía), discorso, spiegazione, e quindi: "trattato sistematico su un'arte". Nell'Etica nicomachea Aristotele distinse due forme di azione, pràxis e téchnē: mentre la prima ha il proprio scopo in sé stessa, la seconda è sempre al servizio di altro, come un mezzo. In questo senso la "tecnica" (termine usato spesso come sinonimo), non era diversa né dall'arte, né dalla scienza, né da qualsiasi procedimento o "operazione" atto a raggiungere un effetto qualsiasi, e il suo campo si estendeva su tutte le attività umane.Solo fra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo si è giunti a connotare come tecnica il sottogruppo delle pratiche umane concernenti il comportamento nei confronti della natura diretto alla produzione di beni. Per tecnica si può intendere l'applicazione delle conoscenze elaborate dalla scienza a scopi pratici e alla produzione di strumenti per realizzarli. La parola tecnologia indica perciò la catalogazione e lo studio sistematico di tecniche applicate, spesso riferite ad un certo ambito specifico (si parla, ad esempio, di "tecnologia informatica", "tecnologia meccanica", "tecnologia elettronica", "tecnologia elettrotecnica", "tecnologia alimentare", "tecnologia telematica" e tante altre).
Per economia – dal greco οἶκος (oikos), "casa" inteso anche come "beni di famiglia", e νόμος (nomos) "norma" o "legge" – si intende sia l'organizzazione dell'utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) quando attuata al fine di soddisfare al meglio bisogni individuali o collettivi, sia un sistema di interazioni che garantisce un tale tipo di organizzazione, sistema detto anche sistema economico. I soggetti che creano tali sistemi di organizzazione possono essere persone, organizzazioni o istituzioni. Normalmente si considerano i soggetti (detti anche "agenti" o "attori" o "operatori" economici) come attivi nell'ambito di un dato territorio; peraltro si tiene conto anche delle interazioni con altri soggetti attivi fuori dal territorio.
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