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Autore principale: Logli, , Paolo
Pubblicazione: Firenze : Le Monnier
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: und, Paese: UN
La suddivisione del mondo in Nord e Sud, in funzione del suo sviluppo socio-economico, e l'uso di questi termini per una descrizione geopolitica venne usata pubblicamente per la prima volta nel 1980 da Willy Brandt, nel titolo del rapporto della commissione da lui presieduta sullo sviluppo internazionale, ed oggi fa parte del linguaggio delle Nazioni Unite.
L'indice di sviluppo umano (ISU, in inglese: Human Development Index, HDI) è un indicatore di sviluppo macroeconomico realizzato nel 1990 dall'economista pakistano Mahbub ul Haq, seguito inizialmente anche dall'economista indiano Amartya Sen. È stato utilizzato, accanto al PIL (prodotto interno lordo), dall'Organizzazione delle Nazioni Unite a partire dal 1993 per valutare la qualità della vita dei membri di un Paese. In precedenza, veniva utilizzato soltanto il PIL, indicatore di sviluppo macroeconomico che rappresenta il valore monetario dei beni e dei servizi prodotti in un anno su un determinato territorio nazionale e che si basa quindi esclusivamente sulla crescita e non tiene conto del capitale (soprattutto naturale) che viene perso nei processi di crescita. Questi parametri misurano esclusivamente il valore economico totale o una distribuzione media del reddito. In pratica, un cittadino molto ricco ridistribuisce la sua ricchezza su molti poveri falsando in tal modo il livello di vita di questi ultimi. Si cercò quindi, attraverso l'indice di sviluppo umano, di tener conto di differenti fattori, oltre al PIL procapite, che non potevano essere detenuti in modo massiccio da un singolo individuo, come l'alfabetizzazione e la speranza di vita, ottenendo in questo modo un indice multidimensionale. La scala dell'indice è in millesimi decrescente da 1 a 0 e si suddivide, in base ai quartili (dal 2010), in quattro gruppi: Paesi a sviluppo umano molto alto, Paesi ad alto sviluppo umano, Paesi a medio sviluppo e Paesi a basso sviluppo umano.
Le classificazioni dei Paesi poveri sono estremamente variabili. Tradizionalmente le più usate sono: Paesi in via di sviluppo; Paesi del terzo mondo; Paesi del sud del mondo.
I paesi in via di sviluppo sono quei paesi le cui economie sono in pieno sviluppo economico a partire da uno stato di sottosviluppo o un'economia di transizione. Sebbene non abbiano ancora raggiunto lo status di paesi sviluppati, sono avanzati più di altri che sono ancora considerati paesi sottosviluppati. I paesi in via di sviluppo sono, secondo alcuni autori come Walter Whitman Rostow, paesi in transizione da molteplici stili di vita tradizionali allo stile di vita moderno dalla rivoluzione industriale in Inghilterra nel XVIII e XIX secolo. Un paese sottosviluppato potrebbe essere considerato in via di sviluppo o addirittura emergente: Quando supera un certo livello di sviluppo umano, superiore a 0,800 HDI (Indice di sviluppo umano), Ha un reddito pro capite generalmente superiore a 8000 dollari, Ha una certa dimensione di economia o distribuzione economica nonostante non abbia HDI superiore a 0,800 o un reddito pro capite elevato, come nel caso di: Cina, India, Indonesia e altri.Il cambiamento sociale è comune in questi paesi, dove le popolazioni rurali migrano verso le città. Sono paesi che hanno uno standard di vita relativamente alto, una base industriale in via di sviluppo e un indice di sviluppo umano che può essere medio o alto.Nella maggior parte dei paesi emergenti esiste un livello di povertà e alti tassi di formazione del capitale. Lo sviluppo richiede infrastrutture moderne (sia fisiche che istituzionali) e l'allontanamento da settori a basso valore aggiunto come l'agricoltura e l'estrazione di risorse naturali. In confronto, i paesi sviluppati di solito hanno sistemi economici basati su una crescita economica continua e autonoma nei settori terziario e terziario avanzato, oltre ad avere standard di vita elevati.
Si definiscono Paesi sviluppati quegli Stati in genere con economie avanzate (non tutti i paesi sviluppati sono con economie avanzate), elevati redditi pro capite e un alto indice di sviluppo umano. I paesi sviluppati hanno generalmente un settore terziario più avanzato rispetto al secondario, avendo un settore dei servizi che fornisce più ricchezza rispetto a quello industriale; essi sono in contrasto con i paesi in via di sviluppo, che sono in via di industrializzazione o pre-industriali e quindi fortemente basati sul settore agricolo. A partire dal 2015, le economie avanzate costituiscono il 60,8% del PIL globale basato su valori nominali e 42,9% del PIL globale basato sulla parità di potere d'acquisto (PPA) secondo il Fondo monetario internazionale.
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Record aggiornato il: 2021-05-26T01:09:34.554Z