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Titolo uniforme: Towards equality
Pubblicazione: (London) : (s. n.), (200?)
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: eng, Paese:
I diritti umani (o diritti dell'uomo) sono una concezione filosofico-politica che, accolta come fondamento giuridico dalle Costituzioni moderne, descrive i diritti inalienabili che ogni essere umano possiede. Tra i diritti fondamentali dell'essere umano si possono ricordare: il diritto alla vita, il diritto alla libertà individuale, il diritto all'autodeterminazione, il diritto a un giusto processo, il diritto ad un'esistenza dignitosa, il diritto alla libertà religiosa con il conseguente diritto a cambiare la propria religione, oltre che, di recente tipizzazione normativa, il diritto alla protezione dei propri dati personali (privacy) e il diritto di voto.
Nell'ambito del comportamento e degli atteggiamenti sociali la discriminazione consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritari attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi. Ciò include il trattamento sociale di un individuo o di un gruppo, in base alla loro appartenenza effettiva o percepita, all'interno di una determinata categoria sociale "in un modo che è peggiore del modo in cui le persone vengono solitamente trattate". Esso comprende la reazione o l'interazione iniziale del gruppo predominante il quale intende limitare i membri di un gruppo minoritario nelle opportunità e/o privilegi disponibili invece alla maggioranza delle altre persone e conducendo in tal maniera all'esclusione sociale delle persone e/o di quelle entità basandosi su decisioni e motivazioni che possono anche considerarsi per certi versi del tutto irrazionali. Tradizioni culturali, politiche, idee, pratiche e leggi discriminatorie esistono ancora ai giorni nostri in molti paesi ed istituzioni in ogni parte del mondo. In alcuni luoghi i tentativi controversi come le "quote" sono stati utilizzati per beneficiare quelli che si credono essere vittime di una qualche forma di discriminazione; ma sono stati per alcuni versi definiti come "discriminazioni inverse". Negli Stati Uniti d'America è stata istituita una politica governativa conosciuta come "azione positiva" per incoraggiare i datori di lavoro e le università a ricercare ed accettare gruppi come gli afroamericani e le donne, che sono stati gruppi di rilievo ma oggetti di discriminazioni per un lungo periodo di tempo. Alcuni esempi di discriminazione possono essere il razzismo, il sessismo, l'antisemitismo, l'omofobia e la transfobia.
La rivoluzione francese abolì la discriminazione razziale e la schiavitù nelle colonie rispettivamente il 28 marzo del 1792 e il 4 febbraio del 1794. La Francia rivoluzionaria fu il primo Stato al mondo ad abolire completamente la tratta degli schiavi e l'istituto della schiavitù. Erano conseguenze della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, ma il percorso per giungervi non fu semplice. A ciò si opponevano interessi consolidati ed influenti, che finiranno per prevalere di nuovo durante il consolato di Napoleone (10 maggio 1802: ripristino della schiavitù). La serie delle posizioni che emersero su questi argomenti nel dibattito e nell'attività legislativa francese degli anni della rivoluzione non si comprende senza alcune notizie essenziali sulle colonie e sugli eventi che si svolsero in esse. L'abolizione definitiva della schiavitù nelle colonie avvenne con la rivoluzione francese del 1848.
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