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Autore principale: Gaetano Maria: da#Bergamo
Edizione: Nuova edizione corretta con l'aggiunta di altre operette composte dal medesimo autore, dirette allo stesso fine
Pubblicazione: Prato : Guasti, 1865
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La meditazione (dal latino meditatio, riflessione) è, in generale, una pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente, in modo che questa divenga capace di concentrarsi su un solo pensiero, su un concetto elevato, o un preciso elemento della realtà, cessando il suo usuale chiacchierio di sottofondo e divenendo assolutamente acquietata, pacifica. Affine alla meditazione è la contemplazione, con la quale si intende la capacità di lasciar riposare la mente nel suo stato naturale. È una pratica volta quindi all'auto-realizzazione, che può avere uno scopo religioso, spirituale, filosofico, o in vista di un miglioramento delle condizioni psicofisiche. Questa pratica, in forme differenti, è riconosciuta da molti secoli come parte integrante di tutte le principali tradizioni religiose. Nelle Upaniṣad, scritture sacre induiste compilate approssimativamente a partire dal IX - VIII secolo a.C., è presente il primo riferimento esplicito alla meditazione che sia giunto fino a noi, indicata con il termine sanscrito dhyāna (ध्यान). Nell'ambito della psicosintesi è definita uno stato della coscienza che può essere ottenuto mediante l'indirizzamento volontario della nostra attenzione verso un determinato oggetto (meditazione riflessiva) o mediante la completa assenza di pensieri (meditazione recettiva). Nella meditazione riflessiva l'oggetto della meditazione può essere qualsiasi cosa. In genere nella pratica vengono utilizzate visualizzazioni di elementi che riguardano il mondo interiore o di semplici oggetti, per raggiungere un maggiore stato di concentrazione e di ponderazione. Questo è un tipo di meditazione usato spesso dalla cultura occidentale. La meditazione recettiva ha come scopo l'assenza di pensieri e permette alla mente di raggiungere un livello di "consapevolezza senza pensieri", ovvero libero dall'attività psichica dell'essere umano, talvolta caotica e confusionaria. È un tipo di meditazione tipica di numerose filosofie e religioni orientali. Entrambe queste tipologie di meditazione richiedono fasi di concentrazione.
Le Meditazioni metafisiche (sottotitolo: Nelle quali sono dimostrate l'esistenza di Dio e la distinzione reale tra l'anima e il corpo dell'uomo), scritte da René Descartes (1596 - 1650) e pubblicate per la prima volta in latino col titolo Meditationes de prima philosophia nel 1641, espandono il sistema filosofico cartesiano, ampliando la prima formulazione che ne era stata fatta nel Discorso sul metodo (1637). Nel 1647 Louis Charles d'Albert de Luynes pubblicò una traduzione francese, riveduta da Descartes, col titolo Méditations métaphysiques.
La meditazione buddhista è un tipo di meditazione usata nella pratica del buddhismo che include ogni metodo che abbia come ultimo fine l'illuminazione. La parola più simile per esprimere questo concetto, nella tradizione buddhista, è bhavana o sviluppo mentale. Tradizionalmente si divide in śamatha e vipassana.
La meditazione trascendentale è una tecnica meditativa per lo sviluppo di potenzialità umane; la sua origine è da ricondursi alla tradizione vedica ed è stata introdotta in occidente nel 1958 da Maharishi Mahesh Yogi. La meditazione trascendentale è praticata da milioni di persone in tutto il mondo.
La meditazione cristiana è una forma di preghiera realizzata come un tentativo sistematico di divenire consapevoli e riflettere sulle rivelazioni di Dio. La parola meditazione deriva dal verbo latino meditārī, che possiede una gamma di significati, tra cui riflettere, studiare e praticare. La meditazione cristiana è quel processo del concentrarsi deliberatamente su pensieri specifici (come per esempio un passo biblico) e riflettere sul loro significato nel contesto dell'amore di Dio. La meditazione richiede una maggiore riflessione rispetto alla preghiera vocale, ma è più strutturata dei livelli multipli della preghiera contemplativa. Gli insegnamenti di entrambe le Chiese (orientale ed occidentale) hanno enfatizzato l'uso della meditazione cristiana quale elemento per aumentare la conoscenza di Cristo.La Santa Sede (attraverso i vari dicasteri) ha sempre sottolineato la differenza fra la meditazione cristiana con quelle di altre tradizioni: nel 1989, nella lettera Aspetti della meditazione cristiana, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ammonito sulle incompatibilità potenziali del combinare insieme stili cristiani e non cristiani di meditazione, mentre nel 2003, in Una riflessione cristiana sul “New Age” Il Pontificio Consiglio per la cultura e il dialogo interreligioso ha annunciato che "la Chiesa evita qualsiasi concetto che sia affine a quelli del New Age".
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