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Autore principale: Moretti, Lido
La provincia di Lucca è una provincia italiana della Toscana di 387.876 abitanti. È la terza provincia toscana per numero di abitanti (preceduta solo dalle province di Firenze e Pisa) ed è la sesta provincia toscana per superficie.
La Svizzera Pesciatina, o più anticamente Valleriana, è una caratteristica zona toscana che si estende sull'Appennino Pistoiese. Occupa gran parte dell'area montana del comune di Pescia, oltre ad alcune zone marginali del comune di San Marcello Piteglio, in provincia di Pistoia. La pubblicistica locale fa arbitrariamente risalire il suo nome al ginevrino Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi, che avrebbe riconosciuto nella zona una somiglianza con i monti della sua terra natale, la Svizzera.
Nella linguistica delle lingue romanze, la linea Massa-Senigallia (nota anche, quando viene fatta coincidere con i confini delle regioni Italiane, come linea La Spezia-Rimini) è una linea che si riferisce a un numero d'importanti isoglosse che distinguono le lingue romanze occidentali da quelle orientali. Le lingue romanze orientali includono il toscano (e quindi l'italiano), i dialetti italiani mediani, meridionali intermedi e meridionali estremi nonché il rumeno, mentre lo spagnolo (castigliano), l'aragonese, l'occitano, il francese, il catalano e il portoghese sono rappresentanti del gruppo occidentale, così come le lingue dell'Italia settentrionale: venete, galloitaliche (piemontese, ligure, lombardo, emiliano e romagnolo) e il gruppo retoromanzo (composto da romancio, ladino e friulano). Il sardo ha caratteristiche peculiari e mentre da alcuni linguisti non viene associato né al ramo occidentale, né a quello orientale, ma piuttosto a un ipotetico ramo meridionale, dalla maggioranza è considerato parte del ramo occidentale, pur avendo anche alcuni aspetti sintattici propri del ramo orientale (come l'aggettivo possessivo posto dopo il nome cui si riferisce). Va notato che nella parte settentrionale della Sardegna si parlano il gallurese e il sassarese, che, così come il còrso della vicina isola, sono assegnati alle lingue romanze orientali e non fanno parte della lingua sarda. La linea corre lungo lo spartiacque tra Italia continentale e peninsulare, tra le città di Massa (in Toscana) e Senigallia (nelle Marche). La caratteristica più importante della linea riguarda la sonorizzazione di certe consonanti in posizione intervocalica, in particolare /p/, /t/ /k/ del latino. La sonorizzazione, la lenizione o la caduta di queste consonanti è caratteristica della parte occidentale, a nord e ovest della linea; il mantenimento della parte orientale, a sud ed est della medesima. Per esempio, il latino focu(m) (la /m/ finale non era più pronunciata già nel latino classico) è diventato fuoco in italiano e foc in romeno, ma fogo/fog nelle lingue norditaliche e fuego in spagnolo. Per quanto riguarda il toscano, un'importante isoglossa corre nella Toscana nordoccidentale fra le province di Lucca e Pistoia, sul versante orientale della Valleriana: Ad occidente (Garfagnana Valdilima e Valleriana) si nota la sonorizzazione della c e della t(fatica=fadiga) mentre spostandosi verso est la c è progressivamente aspirata e la t rimane sorda. Un'altra importante isoglossa che cade sulla linea riguarda il plurale dei nomi. A nord e ovest della linea, così come per le lingue romanze meridionali, deriva dall'accusativo latino plurale e di solito finisce in /s/ (a parte i parlati italiani settentrionali, che sembrano però averlo conosciuto in passato, e il francese, dove è caduto in epoca recente, ma si è conservato nella scrittura e nella liaison), senza distinzione di genere e declinazione. A sud ed est della linea il plurale dei nomi finisce in vocale: la spiegazione di questo fatto è che deriva dal caso nominativo oppure dal cambiamento della /s/ latina in /i/ (iotacizzazione). In parecchi casi, specie nelle varietà in cui cade la vocale finale o si neutralizza in /ə/ spesso cambiano anche le vocali intermedie. Per esempio, ecco alcuni plurali di parole d'origine comune latina e tradizione ininterrotta in italiano, spagnolo e sardo messe a confronto col rumeno:
Alla domanda da dove inizi veramente la poesia italiana del Novecento, molti critici letterari hanno dato differenti e contrastanti risposte in virtù, o a causa, della difficoltà nel tracciare una linea netta di demarcazione. Tuttavia la predominanza dei temi dell'Io, nell'intimismo di Giovanni Pascoli e nell'estetismo di Gabriele D'Annunzio segnarono un irreversibile cambiamento rispetto alla poesia "pubblica" e dichiarativa di Giosuè Carducci. La nuova poesia viene situata, perciò, da una parte della critica letteraria, nell'area che accoglie il linguaggio e i temi del decadentismo influenzato da entrambe le grandi figure del passaggio di secolo italiano. Più tardi le esperienze crepuscolari di Guido Gozzano, da un lato, e le opposte dei futuristi proseguono, accentuandole nella sperimentalità le due vie personaliste di Pascoli e D'Annunzio, identificando così una linea separatrice di frattura con la passata tradizione letteraria sia dal punto di vista delle tematiche, sia del linguaggio. La maggior parte della critica (secondo il criterio seguito fino alla fine degli agli anni cinquanta) stabilirà gli elementi innovativi della poesia del Novecento a partire da Giuseppe Ungaretti, seguendo una linea che condurrebbe dai "vociani" all'apertura della grande stagione degli "ermetici". E certamente è centrale nel cuore del '900 la vicenda dell'ermetismo segnata da figure di livello mondiale come Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale. Altri ermetici importanti: Alfonso Gatto e Mario Luzi. Più appartata la scrittura di Corrado Govoni come, più tardi, le maggiori figure di Umberto Saba e Sandro Penna e con il suo musicale rimario Giorgio Caproni. Tra i temi più significativi della poesia del secondo Novecento, pur nell'estrema varietà che la caratterizza, è opportuno menzionare invece l'impegno sia etico sia civile, che nasce anche dalla meditazione dei mali e degli orrori della prima e soprattutto della seconda guerra mondiale; è prioritario riferirsi a Pier Paolo Pasolini, ad Edoardo Sanguineti a Roberto Roversi. Andrea Zanzotto autore di straordinaria cultura e intensa compartecipazione alla vicenda umana e al segno del decadere dell'ambiente, è stato un punto di contatto fra le maggiori figure del secolo. Salvatore Quasimodo, assurto a fama internazionale per l'assegnazione del Nobel, che più tardi andrà anche a Montale, attraversò diverse tonalità, dal lirismo classicheggiante ad un neorealismo di chiara testimonianza politica. Meno note ma certamente significative le figure di Elio Fiore e alla fine del Novecento di Gregorio Scalise e Davide Ferrari partiti da un riferimento alle avanguardie degli anni '60 e '70, poi capaci di svolgere una vena di più intensa riflessione sulle grandi prove della storia. Vicini a Pasolini, Dario Bellezza e Paolo Volponi; a Sanguineti, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini e Giuseppe Guglielmi; ed a Saba, sia pure con un maggiore inserimento nel linguaggio poetico novecentesco, Giovanni Giudici. Autrice di continua produzione poetica, sempre legata all'immediata narrazione di un animo profondamente segnato dalle esperienze di vita, Alda Merini, poetessa particolarmente amata anche dal pubblico più vasto. Oggi la poesia italiana cade in una profonda crisi editoriale e di attenzione da parte del pubblico e, pur l'Italia il paese con il maggior numero di edizioni di genere, è il paese europeo dove si acquistano meno volumi di poesia in Europa. Segnaliamo la poesia di strada, come movimento di rinnovamento, contemporaneo e di rilancio per il grande pubblico della poesia italiana.
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