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Autore principale: Vertecchi, Benedetto
Pubblicazione: Firenze : La Nuova Italia, 1994
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Per disturbi specifici di apprendimento (sigla DSA), si intendono deficit di alcune abilità specifiche (che fanno parte della famiglia dei Disturbi Evolutivi Specifici), che non permettono una completa autosufficienza nell'apprendimento, poiché le difficoltà si sviluppano sulle attività che servono per la trasmissione della cultura come, ad esempio, la lettura, la scrittura e/o il far di conto. I DSA sono stati riconosciuti in Italia dalla legge 8 ottobre 2010, n. 170: "Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico" (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana N. 244 del 18 ottobre 2010), la quale si è rifatta in gran parte alla Classificazione Internazionale ICD-10 dell'Organizzazione mondiale della sanità, dove vengono definiti anche con la sigla F81. Essi vengono compresi nel capitolo 315 del DSM-IV. I disturbi specifici di apprendimento si verificano in soggetti che hanno intelligenza almeno nella norma, con caratteristiche fisiche e mentali nella norma e la capacità di imparare. Per la diagnosi di DSA, sono necessari: Il funzionamento intellettivo nella norma; Almeno due prove diagnostiche con valori sotto le -2 deviazioni standard; Un funzionamento scolastico deficitario.
Per votazione scolastica si intende l'attribuzione di un voto, espresso in numeri o lettere (ad esempio in decimi in Italia) alle performance di alunne ed alunni nelle prove di valutazione sommativa degli apprendimenti, all'interno dell'ambiente scolastico.
L'apprendimento cooperativo (AC) è una modalità di apprendimento che si basa sull'interazione all'interno di un gruppo di allievi che collaborano, al fine di raggiungere un obiettivo comune, attraverso un lavoro di approfondimento e di apprendimento che porterà alla costruzione di nuova conoscenza. L'apprendimento cooperativo è quindi una nuova visione pedagogica e didattica che utilizza il coinvolgimento emotivo e cognitivo del gruppo come strumento di apprendimento ed alternativa alla tradizionale lezione accademica frontale. Questa espressione, quindi, fa riferimento ad un insieme di principi, tecniche e metodi di conduzione della classe in base ai quali gli alunni affrontano lo studio disciplinare interagendo in piccoli gruppi, in modo collaborativo, responsabile, solidale e ricevendo valutazioni sulla base dei risultati ottenuti individualmente ed in gruppo. Nell'AC l'apporto di ogni singolo studente permette di costituire una visione complessiva dell'oggetto di ricerca ed unitamente all'interazione consente di creare e d'innescare il senso di appartenenza, trasformando “l'io-individualista” in “noi-gruppo“ dando così, agli allievi, l'opportunità di affrontare insieme innumerevoli problematiche legate all'educazione, alla valorizzazione, all'apprendimento ed alla motivazione che, durante la normale lezione, molto spesso risultano essere un ostacolo al regolare svolgimento dell'attività. Per le sue valenze numerose istituzioni dell'educazione formale inseriscono percorsi di apprendimento cooperativo all'interno del proprio progetto educativo. Secondo alcuni autori, nella cooperazione ciascun componente del gruppo esegue un compito specifico, mentre nella collaborazione ognuno lavora su tutte le parti del compito complessivo. La cooperazione è una situazione in cui gli attori con ruoli e funzioni, meglio definiti rispetto alla collaborazione, lavorano per uno stesso obiettivo; per esempio, costruire un testo a più mani. In generale, in rete le attività propriamente cooperative risultano più difficili di quelle collaborative poiché richiedono decisioni già assunte (ad esempio la scelta del tema del progetto, individuazione di un coordinatore, ecc.), definizione dei ruoli e strumenti tecnologici più strutturati: aspetti che, per essere decisi totalmente in rete, comportano un notevole numero di interazioni.
L'apprendimento per rinforzo (o reinforcement learning) è una tecnica di apprendimento automatico che punta a realizzare agenti autonomi in grado di scegliere azioni da compiere per il conseguimento di determinati obiettivi tramite interazione con l'ambiente in cui sono immersi. L'apprendimento per rinforzo è uno dei tre paradigmi principali dell'apprendimento automatico, insieme all'apprendimento supervisionato e a quello non supervisionato. A differenza degli altri due, questo paradigma si occupa di problemi di decisioni sequenziali, in cui l'azione da compiere dipende dallo stato attuale del sistema e ne determina quello futuro. La qualità di un'azione è data da un valore numerico di "ricompensa", ispirata al concetto di rinforzo, che ha lo scopo di incoraggiare comportamenti corretti dell'agente. Questo tipo di apprendimento è solitamente modellizzato tramite i processi decisionali di Markov e può essere effettuato con diverse tipologie di algoritmi, classificabili in base all'utilizzo di un modello che descriva l'ambiente, alle modalità di raccolta dell'esperienza (in prima persona o da parte di terzi), al tipo di rappresentazione degli stati del sistema e delle azioni da compiere (discreti o continui).
L'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, meglio noto con l'acronimo INVALSI, è un istituto di ricerca con personalità giuridica di diritto pubblico. L'Istituto ha il compito di predisporre ed effettuare verifiche periodiche e sistematiche sugli esiti di apprendimento degli studenti italiani (le Prove nazionali INVALSI) elaborarne i risultati, migliorare le attività di valutazione del sistema scolastico e delle singole scuole, e curare la partecipazione italiana alle indagini internazionali sulla qualità dei sistemi scolastici. Nell'ambito del Sistema Nazionale di Valutazione l'INVALSI elabora gli strumenti per l'autovalutazione delle istituzioni scolastiche e gestisce la valutazione esterna delle scuole. Il presidente dell'INVALSI presiede inoltre la Conferenza per il coordinamento funzionale del Sistema Nazionale di Valutazione della quale fanno parte anche il presidente dell'INDIRE e un rappresentante dei dirigenti tecnici. L'INVALSI è vigilato dal Ministero dell'Università e della Ricerca e dal Ministero dell'Istruzione che individua le priorità strategiche per l'attività dell'Istituto e stabilisce cosa devono misurare le Prove nazionali, e in quali momenti del ciclo scolastico.
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