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Autore principale: Beccastrini, Stefano
Comprende:
I "maremmani": Carlo Cassola, Luciano Bianciardi / Stefano Beccastrini
Serie: Viaggi in Italia / Stefano Beccastrini ; 1
La bellezza del somaro è un film del 2010 di Sergio Castellitto, interpretato dallo stesso Castellitto assieme a Laura Morante, Marco Giallini, Barbora Bobuľová e ai cantanti Enzo Jannacci e Lola Ponce.La pellicola racconta l'incontro di due genitori con il maturo fidanzato della figlia adolescente; la rivelazione non è altro che il pretesto per un incontro-scontro generazionale, in cui i rancori e i dissapori familiari vengono lentamente a galla in chiave ironica.
Viola bacia tutti è un film del 1997 diretto da Giovanni Veronesi. Nel film compare anche in un cameo, girato presso il castello di Punta Ala, Leonardo Pieraccioni nel ruolo di un turista che chiede informazioni a Ceccherini riguardo a una spiaggia (all'altezza dei bagni di Osa, in provincia di Grosseto).
Caruso, zero in condotta è un film del 2001, diretto e interpretato da Francesco Nuti. Il film è stato girato in Toscana e nei dintorni di Roma.
Con brigantaggio post-unitario italiano, nel linguaggio storiografico o risorgimentale si identifica una forma di brigantaggio - spesso associato a fenomeni di banditismo armato ed organizzato - un tempo attiva nei territori del Mezzogiorno italiano precedentemente amministrati dal Regno delle due Sicilie. Benché fosse già presente negli stati italiani preunitari, il brigantaggio meridionale assunse connotati tipici durante il Risorgimento, in special modo in seguito alla realizzazione dell'Unità d'Italia. Va evidenziato che il brigantaggio postunitario interessò quasi esclusivamente i territori meridionali continentali ex-borbonici, mentre in pratica non si verificò nei territori di tutti gli altri Stati preunitari italiani annessi al Regno di Sardegna sabaudo per formare l'Italia unita durante il Risorgimento; tale diversità di avvenimenti e condotte è sintomatica delle profonde differenze, già esistenti nel 1861, tra il nord ed il centro della penisola da un lato, ed il sud Mezzogiorno dall'altro. Tale divario sarebbe stato in seguito compendiato nella locuzione "questione meridionale", fonte di discussioni e di dibattito ancora oggi, né definita unanimemente nelle sue cause dagli storici e studiosi, nonché oggetto del dibattito nelle interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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