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Titolo uniforme: Les innocentes <film ; 2016>
Pubblicazione: [S.l.] : CG Entertainment, 2017
Tipo di risorsa: risorsa video e da proiezione, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, fre, Paese: it
Agnus Dei è un'espressione evangelica in lingua latina che significa Agnello di Dio e si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità. Con Agnus Dei o agnello pasquale si indica anche una particolare immagine della simbologia dell'arte ecclesiastica: un agnello che porta una croce, e che rappresenta appunto Cristo. Agnus Dei è anche il nome comunemente attribuito alla litania che inizia con queste parole. È basata su Giovanni 1, 29.36 e viene utilizzata nella liturgia della messa nel rito romano durante i riti della frazione del pane e dell'immistione. Nel rito anglicano, le parole dell'Agnus Dei, in inglese, possono essere cantate durante la Santa Comunione. L'Agnus Dei non è presente nel rito ambrosiano.
Agnus Dei (Les innocentes) è un film del 2016 diretto da Anne Fontaine.
Agnus Dei è un'espressione evangelica in lingua latina che significa Agnello di Dio e si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità. Con Agnus Dei o agnello pasquale si indica anche una particolare immagine della simbologia dell'arte ecclesiastica: un agnello che porta una croce, e che rappresenta appunto Cristo. Agnus Dei è anche il nome comunemente attribuito alla litania che inizia con queste parole. È basata su Giovanni 1, 29.36 e viene utilizzata nella liturgia della messa nel rito romano durante i riti della frazione del pane e dell'immistione. Nel rito anglicano, le parole dell'Agnus Dei, in inglese, possono essere cantate durante la Santa Comunione. L'Agnus Dei non è presente nel rito ambrosiano.
Cinematografo è un album-raccolta del 2010 che contiene 12 brani interpretati dal cantante Mario Merola.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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Record aggiornato il: 2024-06-15T02:03:47.760Z