Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Tomassetti, Giuseppe
Edizione: Rist. anast
Pubblicazione: [Bologna] : Forni, stampa 1976
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: La campagna romana antica, medioevale e moderna / Giuseppe Tomassetti
La via Appia era una strada romana che collegava Roma a Brundisium (Brindisi), porto tra i più importanti dell'Italia antica, da cui avevano origine le rotte commerciali per la Grecia e l'Oriente. Considerata dai Romani la regina viarum (regina delle strade), è universalmente ritenuta, in considerazione dell'epoca in cui fu realizzata (fine IV - III sec. a.C.), una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico per l'enorme impatto economico, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana. Larghi tratti della strada, particolarmente nel suburbio della città di Roma, sono ancora oggi conservati e percorribili nonché meta del turismo archeologico.
La via Ardeatina, nota come strada provinciale 3/e via Ardeatina, è una delle antiche strade romane. La strada che congiungeva Roma con Ardea è menzionata nel Curiosum Urbis, oltre che da Rufio Festo, tra le strade che partivano dalle porte di Roma. Ardea dal VIII al VI secolo a.C. fu uno dei centri più importanti del Lazio meridionale, grazie alla sua posizione che le consentiva di avere scambi commerciali con Latini, Volsci ed Etruschi e il porto-canale alla foce del fiume Incastro (Castrum Inui). Ardea conobbe il suo massimo sviluppo nel VII secolo a.C., ma decadde tra il III e il II secolo a.C. soprattutto per la crisi economica dei centri laziali, le cui risorse si erano prosciugate nelle guerre puniche e nella successiva guerra contro i Sanniti. La città era quasi completamente in abbandono entro l'età imperiale romana, sebbene resti di abitato sopravvivessero fino al V secolo.
I Forti di Roma sono l'insieme delle opere militari di difesa fissa costituenti il campo trincerato della città, composto da quindici forti di tipo "prussiano" e da quattro batterie a pianta esagonale. Furono erette a difesa della fascia di territorio immediatamente circostante la città di Roma, allora in piena campagna, fra il 1877 e il 1891, mantenendo una distanza di circa 4-5 km dalle Mura aureliane e di circa 2-3 km l'uno dall'altro, per uno sviluppo complessivo di circa 40 km. Dopo varie controversie sui progetti, i forti furono commissionati con Regio Decreto n. 4007 del 12 agosto 1877. I primi sette forti (Monte Mario, Braschi, Boccea, Aurelia Antica, Bravetta, Portuense e Appia Antica) furono realizzati a partire dallo stesso anno 1877 e tutti, tranne l'Appia Antica, sulla destra del Tevere, a difesa da eventuali sbarchi sul litorale del mare Tirreno. La costruzione dei restanti otto (Antenne, Ardeatina, Casilina, Ostiense, Pietralata, Prenestina, Tiburtina e Trionfale) fu avviata nel 1880 grazie a nuovi fondi e, con Regio Decreto del 1º novembre 1882, furono denominati con i nomi delle strade su cui sorgevano. Le quattro batterie furono costruite in posizione intermedia e arretrata rispetto ai forti: Tevere (sulla riva destra del fiume sotto Monte Mario), Appia Pignatelli, Porta Furba e Nomentana. Tutte le strutture caddero presto in disuso, a causa dell'eccessiva vicinanza alla città che si stava espandendo e all'evoluzione delle tecniche balistiche e delle strategie militari, e con Regio Decreto n. 2179 del 9 ottobre 1919 vennero radiati dal novero di fortificazioni dello Stato, per essere utilizzati come caserme e depositi militari. Successivamente finirono inglobati nel tessuto urbano e alcuni sono stati consegnati a Roma Capitale, talvolta però inutilizzati e abbandonati.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2025-12-11T01:26:33.269Z