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Pubblicazione: Pisa : ETS, 2009
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, fre, spa, Paese: it
Fa parte di: Quaderni stefaniani
L'Insigne sacro e militare ordine di Santo Stefano papa e martire è un ordine religioso cavalleresco di fondazione pontificia (Bolla His quae del 1º febbraio 1562 di Pio IV), con doppia personalità giuridica, cioè canonica (attualmente Associazione pubblica di fedeli di fondazione pontificia) e civile. Fu di collazione della casa granducale di Toscana, così come l'Ordine del Merito sotto il titolo di San Giuseppe e l'Ordine del merito civile e militare.
Cosimo II de' Medici (Firenze, 12 maggio 1590 – Firenze, 28 febbraio 1621), figlio di Ferdinando I de' Medici e di Cristina di Lorena, fu il quarto Granduca di Toscana dal 1609 al 1621, anno della sua morte. Durante gran parte dei suoi undici anni di regno, delegò perlopiù l'amministrazione della Toscana ai suoi ministri. È noto in particolare per essere stato il patrono di Galileo Galilei, suo tutore in giovinezza.
I Piccolomini Pieri sono una ramificazione della più grande famiglia Piccolomini di Siena. Diedero alla Repubblica, diversi personaggi di rilievo, tra cui si contano cavalieri di Malta, cavalieri di Santo Stefano, insigni prelati ed illustri uomini d'arme.
Regno di Napoli (in latino: Regnum Neapolitanum, in catalano Regne de Nàpols, in spagnolo Reino de Nápoles) è il nome con cui è conosciuto nella storiografia moderna l'antico Stato esistito dal XIV al XIX secolo ed esteso a tutto il meridione continentale italiano. Il suo nome ufficiale era Regnum Siciliae citra Pharum, vale a dire “Regno di Sicilia al di qua del Faro”, in riferimento al Faro di Messina, e si contrapponeva al contemporaneo Regnum Siciliae ultra Pharum, cioè “Regno di Sicilia al di là del Faro”, che si estendeva sull'intera isola di Sicilia. In epoca normanna, il Regno di Sicilia era organizzato in due macro-aree: la prima, che includeva i territori siciliani e calabresi, costituiva il Regno di Sicilia propriamente detto; la seconda, che includeva i restanti territori peninsulari, costituiva il Regno di Puglia, allorquando il territorio era parte integrante del Regno normanno di Sicilia. Quest'ultimo Stato fu istituito nel 1130, con il conferimento a Ruggero II d'Altavilla del titolo di Rex Siciliae dall'antipapa Anacleto II, titolo confermato nel 1139 da papa Innocenzo II. Il nuovo Stato insisteva così su tutti i territori del Mezzogiorno, attestandosi come il più ampio degli antichi Stati italiani. Alla stipula della Pace di Caltabellotta (1302) seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia come Regno di Napoli) e Regnum Siciliae ultra Pharum (anche noto per un breve periodo come Regno di Trinacria e noto nella storiografia come Regno di Sicilia). Pertanto questo trattato può essere considerato l'atto di fondazione convenzionale dell'entità politica oggi nota come Regno di Napoli. Il regno, come Stato sovrano, vide una grande fioritura intellettuale, economica e civile sia sotto le varie dinastie angioine (1282-1442), sia con la riconquista aragonese di Alfonso I (1442-1458), sia sotto il governo di un ramo cadetto della casa d'Aragona (1458-1501); allora la capitale Napoli era celebre per lo splendore della sua corte e il mecenatismo dei sovrani. Nel 1504 la Spagna unita sconfisse la Francia, e il regno di Napoli fu da allora unito dinasticamente alla monarchia spagnola, insieme a quello di Sicilia, fino al 1707: entrambi furono governati come due vicereami distinti ma con la dicitura ultra et citra Pharum e con la conseguente distinzione storiografica e territoriale tra Regno di Napoli e Regno di Sicilia. Benché i due regni, nuovamente riuniti, ottennero l'indipendenza con Carlo di Borbone già nel 1734, l'unificazione giuridica definitiva di entrambi i regni si ebbe solo nel dicembre 1816, con la fondazione dello Stato sovrano del Regno delle Due Sicilie. Il territorio del Regno di Napoli inizialmente corrispondeva alla somma di quelli delle attuali regioni italiane di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e comprendeva anche alcune aree dell'odierno Lazio meridionale ed orientale appartenenti fino al 1927 alla Campania, ovvero all'antica provincia di Terra di Lavoro (circondario di Gaeta e circondario di Sora), ed all'Abruzzo (circondario di Cittaducale).
Le prerogative degli ordini cavallereschi sono dei requisiti fondamentali di un ordine cavalleresco. La vasta letteratura e la consolidata dottrina, interprete della tradizione cavalleresca e delle norme giuridiche degli ordinamenti statuali o nobiliari che hanno avuto o hanno tuttora vigore, consentono di affermare che possono essere propriamente definiti "Ordini Cavallereschi" quelli creati dal Papa o da monarchi cattolici con l'autorizzazione o la protezione del Pontefice. Nel senso si sono costantemente espressi autorevoli e noti studiosi quali Licurgo Cappelletti, Giacomo Carlo Bascapè, Luigi Cibrario, Goffredo di Crollalanza, R. Cuomo, A. Pecchioli, Luciano Pelliccioni Poli, A. Spada, A. Pezzana, Domenico Libertini, Alessandro Gentili, Umberto Lorenzetti e Cristina Belli Montanari, Ph. Puy de Clinchamps, D. Visieux, Franco Cuomo. [1] Tutti i consessi comunque denominati che non discendono dalla Fons honorum papale (come gli ordini delle Repubbliche o delle monarchie non cattoliche) non sono pertanto che ordini di merito ed i titoli o gradi in essi conferiti sono semplici distinzioni onorifiche. In questo senso sono quindi ordini cavallereschi gli Ordini equestri pontifici, il Sovrano Militare Ordine di Malta (la cui denominazione storica era Ordine ospitaliero e militare di San Giovanni di Gerusalemme, detto poi di Rodi e infine di Malta), l'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; tra gli altri, legati a Case sovrane o già sovrane, il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, l'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, l'Ordine Supremo della Santissima Annunziata.
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