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Autore principale: Cartosio, Bruno
Pubblicazione: Firenze ; Milano : Giunti, 2010
Tipo di risorsa: risorsa elettronica, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Gli Stati Uniti d'America (comunemente indicati come Stati Uniti, in inglese: United States of America o anche solo United States; in sigla USA o anche U.S. e impropriamente con la sineddoche America) sono una repubblica federale dell'America settentrionale composta da cinquanta Stati e un distretto federale. I quarantotto stati contigui e il distretto di Washington D.C. (la capitale federale) occupano la fascia centrale dell'America settentrionale tra il Canada e il Messico e sono bagnati dall'oceano Atlantico a est e dall'oceano Pacifico a ovest. Con 9850476 km² in totale e circa 330 milioni di abitanti gli Stati Uniti sono il quarto paese al mondo per superficie e il terzo per popolazione. La geografia e il clima degli Stati Uniti sono estremamente vari, con deserti, pianure, foreste e montagne che sono anche sede di una grande varietà di fauna selvatica. È una delle nazioni più multietniche e multiculturali al mondo, prodotto di larga scala dell'immigrazione da molti Paesi. Storicamente i paleoamericani migrarono dall'Asia verso quelli che sono gli Stati Uniti circa 12 000 anni fa. La colonizzazione europea cominciò intorno al 1600 e venne per lo più dall'Inghilterra. Gli Stati Uniti d'America ebbero origine dalle tredici colonie britanniche situate lungo la costa atlantica. Le controversie tra la Gran Bretagna e le colonie sfociarono in un conflitto: il 4 luglio 1776 i delegati delle tredici colonie redassero ed approvarono all'unanimità la dichiarazione di indipendenza, che diede ufficialmente vita ad un nuovo Stato federale. La guerra di indipendenza americana, conclusasi con il riconoscimento dell'indipendenza degli Stati Uniti dal Regno di Gran Bretagna, è stata la prima guerra per l'indipendenza da una potenza coloniale europea. La Costituzione fu adottata il 17 settembre 1787 e da allora è stata emendata ventisette volte. I primi dieci emendamenti, collettivamente denominati «Dichiarazione dei diritti» (Bill of Rights), furono ratificati nel 1791 e garantiscono diritti civili e libertà fondamentali. Gli Stati Uniti intrapresero una vigorosa espansione per tutto il XIX secolo, spinti dalla controversa dottrina del destino manifesto. L'acquisizione di nuovi territori e l'ammissione di nuovi stati membri causarono anche numerose guerre con i popoli nativi. La guerra civile americana si concluse con l'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti. Alla fine del XIX secolo gli Stati Uniti si estesero fino all'oceano Pacifico. La guerra ispano-americana e la prima guerra mondiale hanno confermato lo stato del paese come potenza militare globale. Gli Stati Uniti sono usciti dalla seconda guerra mondiale come una superpotenza globale, il primo paese dotato di armi nucleari e quale uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Dopo una grave crisi politica e sociale negli anni sessanta e settanta come conseguenza anche della sconfitta nella guerra del Vietnam, che sembrava minare il predominio mondiale statunitense, l'inattesa fine della guerra fredda e la dissoluzione dell'Unione Sovietica negli anni novanta hanno invece riconfermato il ruolo dominante degli Stati Uniti che sono rimasti l'unica superpotenza militare e politica mondiale. Gli Stati Uniti sono un Paese sviluppato, con una stima nel 2017 del prodotto interno lordo (PIL) di 19,39 migliaia di miliardi di dollari (il 23% del PIL mondiale a parità di potere di acquisto, a partire dal 2011). Il PIL pro capite degli Stati Uniti è stato il sesto più alto del mondo dal 2010, anche se la disparità di reddito del continente americano è stata anche classificata la più alta all'interno dell'OCSE e i paesi dalla Banca Mondiale. L'economia è alimentata da un'abbondanza di risorse naturali, numerose infrastrutture ed elevata produttività. Il paese rappresenta il 39% della spesa militare mondiale, essendo la prima potenza economica e militare, una forza politica guida nel mondo e al primo posto nel settore della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica, ma anche uno stato sociale ridotto rispetto a molti altri paesi del mondo occidentale.
New York (AFI: /njuˈjɔrk/, in inglese americano /nuːˈjɔɹk/), in italiano anche Nuova York, è una città degli Stati Uniti d'America. Viene detta New York City per distinguerla dall'omonimo Stato federato. Conosciuta nel mondo anche come "grande mela" (Big Apple), un paragone le cui origini risalgono al libro The Wayfarer in New York scritto da Edward S. Martin nel 1909, è situata nello Stato omonimo e sorge su un'area di circa 785 km² alla foce del fiume Hudson, sull'oceano Atlantico, mentre l'area metropolitana comprende anche località situate nei due adiacenti stati del New Jersey e del Connecticut. È la città più popolosa degli Stati Uniti (tanto che la sua popolazione di 8,6 milioni di abitanti supera il doppio dei 4 milioni di Los Angeles, seconda città nazionale), nonché uno dei centri economici più importanti del mondo, riconosciuta come città globale. L'agglomerato urbano conta 18.223.567 abitanti, quello metropolitano è di 23.019.036 abitanti, che la rendono, secondo le stime, dalla terza alla sesta area urbana più popolata del mondo, e tra le prime tre del continente americano (assieme a Città del Messico e San Paolo). Inoltre molti degli abitanti di New York, chiamati newyorkesi, provengono dall'estero, sono nati negli Stati Uniti o sono di origine straniera, il che la rende una delle città più cosmopolite e multietniche nel mondo. Situata sulla cosiddetta baia di New York (New York Bay), in parte sul continente e in parte su isole, è amministrativamente divisa in cinque distretti (borough): Manhattan, The Bronx, Queens, Brooklyn e Staten Island. Di essi, uno è nel continente (il Bronx, situato a nord di Manhattan), tre si trovano su isole: (Staten Island, di fronte al New Jersey; Queens e Brooklyn, rispettivamente nell'estremità nord-occidentale e sud-occidentale dell'isola di Long Island) e uno, Manhattan, sull'appendice inferiore della penisola su cui si trova anche il Bronx e che da esso è separato dall'Harlem River, fiume-canale che collega l'Hudson all'East River. I cinque distretti sono sedi di contea metropolitana: la contea di New York propriamente detta occupa il territorio di Manhattan, quella di Kings il territorio di Brooklyn e quella di Richmond il territorio di Staten Island; le altre due contee (Bronx e Queens) sono omonime dei distretti e si sovrappongono al loro territorio amministrativo. New York è inoltre riconosciuta come una delle città con i panorami urbani più impressionanti del mondo. Non fanno parte dei distretti di New York City, ma fanno parte della sua area metropolitana, e gravitano intorno ad essa per ragioni economiche e culturali, alcune città del confinante Stato del New Jersey, come Jersey City, Newark e Hoboken, situate sulla riva occidentale dell'Hudson, di fronte a Manhattan. La citata Newark è tra l'altro sede di uno degli aeroporti internazionali che servono New York, il Newark-Liberty, situato a 24 km da Manhattan. Alcuni dei suoi simboli più famosi sono la Statua della Libertà, che si trova su Liberty Island, un'isola alla foce del fiume Hudson; il Ponte di Brooklyn, che attraversando l’East River collega Manhattan e Brooklyn; l’Empire State Building, grattacielo in stile art déco di 443 metri di altezza, situato a Midtown Manhattan. La città è generalmente considerata uno dei più importanti centri della diplomazia mondiale. Insieme a Ginevra (CICR e sede europea dell'ONU), Basilea (Banca dei Regolamenti Internazionali) e Strasburgo (Consiglio d'Europa), New York è una delle poche città al mondo che funge da sede di una delle più importanti organizzazioni internazionali, senza essere la capitale di un paese.
Gli Industrial Workers of the World (sigla: IWW) è un'associazione militante "radicale" del movimento operaio statunitense. Il sindacato fu ideato il 2 gennaio del 1905 e fondato a Chicago nel giugno dello stesso anno, con la redazione dell'Industrial Union Manifesto.
La National Labor Union (NLU, Unione Nazionale del Lavoro) è stato il primo sindacato nazionale degli Stati Uniti. Fondato nell'agosto del 1866 a Baltimora e sciolto nel 1873, aprì la strada alla formazione di altre organizzazioni simili, come la Knights of Labor e la American Federation of Labor. Il presidente era William H. Sylvis. La National Labor Union venne fondata in seguito agli infruttuosi sforzi dei lavoratori attivisti di formare una coalizione composta dai sindacati locali. La NLU invece cercò di coinvolgere tutti i sindacati nazionali esistenti, così come le "leghe delle otto ore", formate per ottenere la giornata lavorativa di otto ore, per creare una federazione nazionale che facesse pressione per la riforma del lavoro ed aiutare la fondazione di sindacati nazionali laddove non esistevano. La nuova organizzazione era favorevole all'arbitrato degli scioperi e alla creazione di un partito politico nazionale dei lavoratori come alternativa dei due partiti già esistenti. I sindacati del settore edilizio e di altri gruppi di lavoratori qualificati furono quelli che diedero il maggior sostegno alla NLU, sebbene questa invitò anche gli operai semplici e i contadini a far parte dell'organizzazione. Era inoltre favorevole all'esclusione dei lavoratori cinesi, donne e neri dalle proprie file.I lavoratori afroamericani formarono un loro sindacato, il Colored National Labor Union, ma il loro supporto al Partito Repubblicano e il prevalente razzismo nei loro confronti ne limitò l'efficacia. Le donne invece rivendicarono il loro diritto a far parte del sindacato in quanto operaie, ed una parte di loro allargò il discorso alla parità tra i sessi, rivendicando anche il diritto di voto che allora era limitato solamente ai maschi bianchi. Questa situazione spinse sia le donne che i neri a diventare crumiri, mettendosi così in cattiva luce.Le battaglie della NLU diedero i loto frutti quando, tra il 1867 e il 1868 sei stati approvarono lo statuto che decretava il limite massimo di otto ore lavorative per i lavoratori dipendenti, limite che venne esteso nel 1872 anche ai dipendenti pubblici. Lo statuto ebbe però scarsi risultati concreti in quanto molte agenzie governative ridussero gli stipendi in concomitanza con la riduzione delle ore lavorative. Il presidente Ulysses Grant ordinò ai dipartimenti federali di non ridurre gli stipendi, ma il suo ordine vene ignorato dai più. Nel 1872 la NLU raggiunse il numero più alto di iscritti, 650.000. Collassò quando adottò la politica elettorale, con una particolare enfasi sulla riforma monetaria, unica istanza che veniva portata avanti nella sua agenda, e cambiò nome in National Labor Reform Party. L'organizzazione incassò un grande insuccesso alle votazioni e perse quasi tutti i sindacati che riuniva, molti dei quali si spostarono nella neonata Knights of Labor. La National Labor Union venne sciolta nel 1873 a seguito della grande depressione economica che colpì gli Stati Uniti in quegli anni.
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