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"Alessandro Vitelli (Citt\xc3\xa0 di Castello, 1500 \xe2\x80\x93 Citerna, 1554) \xc3\xa8 stato un condottiero italiano, conte di Montone, Citerna, signore di Amatrice. Fu al servizio dell'Impero, del Papa e del Granducato di Toscana.\n\n"
"La famiglia Vitelli \xc3\xa8 stata la casata pi\xc3\xb9 importante di Citt\xc3\xa0 di Castello. Assunsero la\nsignoria della citt\xc3\xa0 nel XV e XVI secolo e la abbellirono con numerosi edifici. Nonostante non figurino\ntra le stirpi pi\xc3\xb9 influenti d'Italia, i Vitelli hanno assicurato alla scena politica e militare alcuni significativi personaggi,\nsoprattutto dal Quattrocento alla fine del Cinquecento.\n\n"
"La chiesa di San Francesco \xc3\xa8 un edificio liturgico di Montone, in Umbria.\nLa chiesa \xc3\xa8 stata eretta sul luogo nel quale era edificato Castelvecchio (Capanneto), uno dei sei castelli costruiti a scopo difensivo e di controllo, della vallata tra il fiume Carpina ed il fiume Tevere, in epoca medievale. \xc3\x88 qui che l'ordine dei frati minori, fino ad allora insediato in Sant'Ubaldo fuori le mura, si \xc3\xa8 stabilito a partire dal 29 aprile 1308, sotto il pontificato di Clemente V e con il consenso del concilio di Vienne.\nLa tipologia architettonica della chiesa \xc3\xa8 quella tipica degli Ordini mendicanti: forme semplici e lineari, unica navata, abside poligonale con volte a costoloni finemente affrescate e copertura a capriate. \xc3\x88 orientata canonicamente ad occidente e la luce penetra attraverso le tre finestre absidali, di cui una bifora centrale, e attraverso le sei monofore delle pareti laterali. Alla facciata \xc3\xa8 addossato un portico aggiunto probabilmente tra il XVII e il XVIII secolo. Adiacente alla parete sinistra della chiesa, invece, si trova il convento.\nLa chiesa, completamente affrescata fin dall'inizio del Trecento, fu poi interessata da nuovi ed ampi interventi decorativi, che si sono sovrapposti per ben tre volte agli affreschi originari. Gli esiti pi\xc3\xb9 alti, da un punto di vista artistico, si ebbero comunque nel secolo successivo, quando questo edificio divenne la chiesa di famiglia dei Fortebracci. Da sempre legati all'Ordine francescano, il suddetto casato contribu\xc3\xac generosamente al suo abbellimento facendo innalzare altari e corredandola di suppellettili e dipinti. Le opere che hanno commissionato riflettono il gusto cortese della loro cultura familiare.\nTra il 1423 ed il 1424, su committenza di Braccio da Montone, Antonio Alberti da Ferrara fu chiamato a dipingere gli Episodi della vita di San Francesco e le scene del Giudizio universale nel sottarco.\nNel 1486 il conte Carlo Fortebracci, figlio del capitano Braccio da Montone, fece erigere un altare a met\xc3\xa0 della parete di sinistra della chiesa come ex voto per la nascita del figlio Bernardino. Nel timpano che sovrasta la parata d'altare \xc3\xa8 contenuto lo stemma della famiglia Fortebracci riconoscibile dal mezzo ariete con lateralmente le lettere C 0 Conte e K = Karrolus Carlo Fortebracci, a indicare il nome del committente. \xc3\x88 inoltre presente lo stemma dei Malatesta con i due elefanti, chiaro richiamo alla nobile famiglia riminese, alla quale apparteneva Margherita moglie di Carlo. Il figlio Bernardino, come visibile sull'iscrizione posta sulla targa in basso, commission\xc3\xb2 al perugino Bartolomeo Caporali (1420-1505) un affresco a completamento dell'altare voluto dal padre. Al centro della scena campeggia Sant'Antonio di Padova tra il Battista sulla sinistra e l'Arcangelo Raffaele che reca per mano Tobiolo sulla destra.\nI secoli successivi non videro modifiche strutturali n\xc3\xa9 interventi di tipo pittorico, anzi si susseguirono processi distruttivi come quello operato dall'occupazione francese.\nNel 1810 il convento venne temporaneamente chiuso e nel 1866 divenne di propriet\xc3\xa0 statale.\nI restauri avvenuti negli anni novanta dello scorso secolo hanno portato al ripristino dell'intero complesso e trasformato parte dell'ex convento nell'attuale Pinacoteca e nel Museo Etnografico Il tamburo parlante.\nMolte opere provenienti sia dall'ex chiesa di San Francesco sia da altre chiese del territorio comunale trovano oggi la loro collocazione all'interno di questi spazi.\n\n"