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'Collesalvetti (gi\xc3\xa0 Colle Salvetti) \xc3\xa8 un comune italiano di 16 597 abitanti che si estende per 109 km\xc2\xb2 nella provincia di Livorno.\nIl toponimo \xc3\xa8 attestato per la prima volta nel 1272 come Collis Salvecti ("colle di Salvetto") in un contratto di vendita di terreni, rogato da tale "notaro Salvetto, figlio di Borgo, in Villa di Colle", proprietario del Colle.\nA differenza di quasi tutti gli altri comuni livornesi, non \xc3\xa8 situato sulla costa del mar Ligure, ma nell\'entroterra a sud della piana pisana.\nIl territorio di Collesalvetti \xc3\xa8 prevalentemente pianeggiante e l\'agricoltura \xc3\xa8 piuttosto sviluppata. Grossi insediamenti manifatturieri e industriali sono siti nell\'area di Stagno e nella piana di Guasticce; notevole importanza assume la presenza dell\'Interporto "A. Vespucci", dell\'Autoparco "Il Faldo", il pi\xc3\xb9 grande deposito di auto d\'Europa, e della raffineria Eni tra Stagno e Livorno (un tempo nota come Stanic).\nOltre al capoluogo Collesalvetti, in origine sede di una fattoria medicea (tuttora esistente), le frazioni pi\xc3\xb9 importanti sono Stagno, situato a ridosso di Livorno, a carattere prevalentemente industriale e artigianale, e Vicarello, attiguo a Collesalvetti, di forti tradizioni contadine.\nNegli altri centri minori \xc3\xa8 prevalente il carattere agricolo, con una crescente propensione all\'agriturismo, ad eccezione di Guasticce, che unisce la vocazione agrituristica al notevole sviluppo industriale dell\'area ex-CMF e dell\'Interporto Toscano "A. Vespucci".'
'Stagno \xc3\xa8 una frazione del comune italiano di Collesalvetti, nella provincia di Livorno, in Toscana.\n\xc3\x88 la frazione pi\xc3\xb9 grande del comune e confina direttamente col capoluogo di provincia.\n\n'
'La Toscana (AFI: /tos\xcb\x88kana/) \xc3\xa8 una regione italiana a statuto ordinario di 3 676 116 abitanti, situata nell\'Italia centrale, con capoluogo Firenze. Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l\'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l\'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti; il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.Il capoluogo regionale \xc3\xa8 Firenze, la citt\xc3\xa0 pi\xc3\xb9 popolosa (382 000 abitanti), nonch\xc3\xa9 principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre citt\xc3\xa0 capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Amministra anche le isole dell\'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell\'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda.\nIl nome \xc3\xa8 antichissimo e deriva dall\'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana". Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell\'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere. Fino al 1861 \xc3\xa8 stata un\'entit\xc3\xa0 indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana con una enclave costituita dalla Repubblica e poi Ducato di Lucca. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d\'Italia e successivamente della Repubblica Italiana.\nIn epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda. La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui furono abolite la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana, primo Ordinamento al mondo ad abolire legalmente la pena di morte.'
"La provincia di Livorno \xc3\xa8 una provincia italiana della Toscana di 334 296 abitanti. \xc3\x88 la quinta provincia toscana per numero di abitanti, e la settima per superficie tra le dieci province toscane.\nAffacciata ad ovest sul mar Ligure e mar Tirreno (sul promontorio di Piombino \xc3\xa8 posto il confine tra questi due mari), confina a nord e a est con la provincia di Pisa, a sud con la provincia di Grosseto.\nL'attuale sua forma e estensione risale al 1925, quando - per diretto volere del gerarca mussoliniano Costanzo Ciano - la gi\xc3\xa0 esistente unit\xc3\xa0 amministrativa livornese fu estesa ai comuni dell'allora Maremma pisana e al comune di Collesalvetti, tradizionalmente afferente alle Colline Pisane.\nLa sede dell'Amministrazione provinciale \xc3\xa8 situata a Livorno, nel Palazzo Granducale, in piazza del Municipio.\n\n"
'Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d\'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda met\xc3\xa0 del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia.\nDopo l\'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentr\xc3\xb2 la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all\'unit\xc3\xa0 d\'Italia, pur con l\'interruzione dell\'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occup\xc3\xb2 la Toscana e l\'assegn\xc3\xb2 alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d\'Etruria. Col crollo dell\'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell\'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfior\xc3\xb2 il 95% dei si.\n\n'
"La Ferrovie della Sardegna, nota anche con la sigla FdS e dal 2008 con la ragione sociale di ARST Gestione FdS, era una societ\xc3\xa0 pubblica operante nel trasporto pubblico ferroviario e su gomma in Sardegna. In particolare l'azienda gestiva la rete ferroviaria a scartamento ridotto dell'isola e le due metrotranvie di Sassari e di Cagliari, oltre a diverse autocorse che servivano alcune localit\xc3\xa0 dell'isola.\nDal 2010 \xc3\xa8 stata completamente inglobata nell'ARST.\n\n"