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Pubblicazione: [Arcidosso] : Effigi ; [Costalpino] : Primamedia, 2011
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Il poeta vate, o soltanto vate (dal latino vates, "indovino, profeta"), \xc3\xa8 un poeta animato da spirito profetico o che acquisisce un carattere sacro, grazie al tono elevato delle sue opere o all\'ispirazione civile.\nLa figura \xc3\xa8 attribuita agli autori che cercano di interpretare e guidare i sentimenti delle masse di ogni epoca.\nTale appellativo fu attribuito per la prima volta ad autori latini, impegnati nella ricerca dei valori perduti dell\'antica romanit\xc3\xa0, venuti a mancare durante il periodo di grande corruzione in cui vers\xc3\xb2 Roma dall\'et\xc3\xa0 di Cesare in poi. La funzione di poeta-vates, attribuita ad esempio a Lucrezio o ad Orazio, \xc3\xa8 quella, secondo la concezione latina, di un poeta divinamente ispirato e quasi profetico, in grado di proporsi come guida della comunit\xc3\xa0, impegnato attivamente per il ripristino di valori morali, ma anche filosofici come nel caso dello stesso Lucrezio, scomparsi o, a volte, considerati in alcuni casi nefasti, come la stessa dottrina epicurea.\nUna ripresa significativa di tale fenomeno si ebbe alla fine del Romanticismo, quando con il risorgere della poesia e del sentimentalismo poetico, in contrapposizione al periodo precedente del Neoclassicismo, dove i sentimenti erano oscurati dal rigore e dall\'ordine conferito dalla precisione dello studio e della ragione, i poeti cominciarono a sentire la necessit\xc3\xa0 di aprirsi e rendersi interpreti del mondo, verso tutti coloro che avrebbero voluto apprezzarne i valori nascosti. Poeti guida si sono riscoperti autori del romanticismo tedesco, dello Sturm und Drang come Goethe, o anche contemporanei italiani dello stesso periodo come Foscolo. Foscolo, infatti, come ogni poeta vate si abbandonava completamente alle passioni e agli istinti. Anche Gabriele D\'Annunzio si faceva chiamare poeta vate per le sue poesie con versi ricchi di musicalit\xc3\xa0 e sentimento e per il suo grande culto della parola.\nNella storia della letteratura italiana, il titolo di vate sar\xc3\xa0 associato a:\n\nGiosu\xc3\xa8 Carducci\nUgo Foscolo, durante il Risorgimento, quale vate della Patria italiana e della sua libert\xc3\xa0.\nGabriele D\'Annunzio\n\n'
'Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 \xe2\x80\x93 Bologna, 6 aprile 1912) \xc3\xa8 stato un poeta, accademico e critico letterario italiano, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento, considerato insieme a Gabriele D\'Annunzio, il maggior poeta decadente italiano, nonostante la sua formazione principalmente positivistica.\n\nDal Fanciullino, articolo programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione intima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del particolare e del quotidiano, e al recupero di una dimensione infantile e quasi primitiva. D\'altra parte, solo il poeta pu\xc3\xb2 esprimere la voce del "fanciullino" presente in ognuno: quest\'idea consente a Pascoli di rivendicare per s\xc3\xa9 il ruolo, per certi versi ormai anacronistico, di "poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo l\'utilit\xc3\xa0 morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia.\nEgli, pur non partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell\'epoca, n\xc3\xa9 mostrando particolare propensione verso la poesia europea contemporanea (al contrario di D\'Annunzio), manifesta nella propria produzione tendenze prevalentemente spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo.\nComplessivamente la sua opera appare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista ereditata dal maestro Giosu\xc3\xa8 Carducci, e le nuove tematiche decadenti. Risulta infatti difficile comprendere il vero significato delle sue opere pi\xc3\xb9 importanti, se si ignorano i dolorosi e tormentosi presupposti biografici e psicologici che egli stesso riorganizz\xc3\xb2 per tutta la vita, in modo ossessivo, come sistema semantico di base del proprio mondo poetico e artistico.\n\n'
'Gabriele D\'Annunzio, allo stato civile Gabriele d\'Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 \xe2\x80\x93 Gardone Riviera, 1\xc2\xba marzo 1938), \xc3\xa8 stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito dal Re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso.\nSoprannominato il Vate (allo stesso modo di Giosu\xc3\xa8 Carducci), cio\xc3\xa8 "poeta sacro, profeta", cantore dell\'Italia umbertina, o anche "l\'Immaginifico", occup\xc3\xb2 una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. \xc3\x88 stato definito \xc2\xabeccezionale e ultimo interprete della pi\xc3\xb9 duratura tradizione poetica italiana [\xe2\x80\xa6]\xc2\xbb. Come figura politica, lasci\xc3\xb2 un segno nella sua epoca ed ebbe un\'influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti.La sua arte fu cos\xc3\xac determinante per la cultura di massa, che influenz\xc3\xb2 usi e costumi nell\'Italia - e non solo - del suo tempo: un periodo che pi\xc3\xb9 tardi sarebbe stato definito, appunto, dannunzianesimo.\n\n'
"La bandiera d'Italia, conosciuta anche, per antonomasia, come il Tricolore, \xc3\xa8 il vessillo nazionale della Repubblica Italiana. \xc3\x88 una bandiera a tre colori composta, partendo dall'asta, da verde, bianco e rosso, colori nazionali dell'Italia, a tre bande verticali di eguali dimensioni, cos\xc3\xac definita dall'articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n\xc2\xba 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947. La legge ne regolamenta utilizzo ed esposizione, tutelandone la difesa e prevedendo il reato di vilipendio della stessa; ne prescrive altres\xc3\xac l'insegnamento nelle scuole insieme agli altri simboli patri italiani.\nAlla bandiera italiana \xc3\xa8 dedicata la Festa del Tricolore, istituita dalla legge n\xc2\xba 671 del 31 dicembre 1996, che si tiene ogni anno il 7 gennaio. Questa celebrazione commemora la prima adozione ufficiale del tricolore come bandiera nazionale da parte di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana, che avvenne a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, sulla scorta degli eventi susseguenti alla rivoluzione francese (1789-1799) che propugn\xc3\xb2, tra i suoi ideali, l'autodeterminazione dei popoli. I colori nazionali italiani comparvero per la prima volta a Genova su una coccarda tricolore il 21 agosto 1789, anticipando di sette anni il primo stendardo militare verde, bianco e rosso, che venne adottato dalla Legione Lombarda l'11 ottobre 1796.\nDopo la data del 7 gennaio 1797 la considerazione popolare per la bandiera italiana crebbe costantemente, sino a farla diventare uno dei simboli pi\xc3\xb9 importanti del Risorgimento, che culmin\xc3\xb2 il 17 marzo 1861 con la proclamazione del Regno d'Italia, di cui il tricolore assurse a vessillo nazionale. La bandiera tricolore ha attraversato pi\xc3\xb9 di due secoli di storia d'Italia, salutandone tutti gli avvenimenti pi\xc3\xb9 importanti."