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Pubblicazione: [S.l.] : [S.n.], c1964
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: La splendida storia di Firenze
'Giulio Andreotti (Roma, 14 gennaio 1919 \xe2\x80\x93 Roma, 6 maggio 2013) \xc3\xa8 stato un politico, scrittore e giornalista italiano.\n\xc3\x88 stato tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana, partito protagonista della vita politica italiana per gran parte della seconda met\xc3\xa0 del XX secolo.\nHa partecipato a dieci elezioni politiche nazionali: \xc3\xa8 stato il candidato con il maggior numero di preferenze in Italia in quattro occasioni (nel 1958, nel 1972, nel 1979 e nel 1987) e il secondo nelle altre sei (nel 1948 e nel 1953, dietro Alcide De Gasperi; nel 1963 e nel 1968, dietro Aldo Moro; nel 1976 e nel 1983, dietro Enrico Berlinguer). Infine, nel 1991 \xc3\xa8 stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Dal 1945 al 2013 fu quindi sempre presente nelle assemblee legislative italiane: dalla Consulta nazionale all\'Assemblea costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita.\nAndreotti \xc3\xa8 stato il politico con il maggior numero di incarichi governativi nella storia della repubblica. Fu infatti: sette volte presidente del Consiglio e per 32 volte Ministro della Repubblica considerando anche gli incarichi ad interim: otto volte Ministro della difesa; cinque volte Ministro degli affari esteri; tre volte Ministro delle partecipazioni statali (tutte ad interim); tre volte Ministro del bilancio e della programmazione economica (una volta ad interim); tre volte Ministro dell\'industria, del commercio e dell\'artigianato; due volte Ministro delle finanze; due volte Ministro dell\'interno (il pi\xc3\xb9 giovane della storia repubblicana) a soli trentacinque anni, mentre la seconda volta lo fu ad interim nel suo 4\xc2\xba governo; due volte Ministro per i beni culturali e ambientali (ad interim); due volte Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno (nei governi Moro IV e Moro V); una volta Ministro del tesoro; una volta Ministro delle politiche comunitarie (ad interim). Nella storia della Repubblica Italiana Andreotti \xc3\xa8 il secondo Presidente del Consiglio per numero di giorni in carica, superato solo da Silvio Berlusconi.\nA cavallo tra XX e XXI secolo fu imputato in un processo per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Fu assolto in primo grado dal Tribunale di Palermo. La Corte d\'appello di Palermo, con sentenza del 2 maggio 2003, lo assolse per i fatti successivi al 1980 e dichiar\xc3\xb2 il "non luogo a procedere" per quelli anteriori a tale data per intervenuta prescrizione. L\'organo giudicante ravvis\xc3\xb2 che Andreotti dimostrava "un\'autentica, stabile, ed amichevole disponibilit\xc3\xa0 verso i mafiosi" sino al 1980, mentre, da quell\'anno in poi, port\xc3\xb2 avanti un "incisivo impegno antimafia condotto nella sede sua propria dell\'attivit\xc3\xa0 politica". La Cassazione, infine, conferm\xc3\xb2 la sentenza di appello condannando Andreotti al pagamento delle spese processuali.\xc3\x88 stato sposato dal 1945 al 2013 (anno della sua morte) con Livia Danese (1921-2015), da cui ha avuto quattro figli: Lamberto (1950), Stefano, Serena e Marilena.\nNel luglio 2007 ha donato l\'archivio personale (incrementandone poi la dotazione documentaria fino alla scomparsa) all\'Istituto Luigi Sturzo.\n\n'
"Giulio Cesare Andrea Evola, meglio conosciuto come Julius Evola (Roma, 19 maggio 1898 \xe2\x80\x93 Roma, 11 giugno 1974), \xc3\xa8 stato un filosofo, pittore, poeta, scrittore ed esoterista italiano.\nFu personalit\xc3\xa0 poliedrica nel panorama culturale italiano del Novecento, in ragione dei suoi molteplici interessi: arte, filosofia, storia, politica, esoterismo, religione, costume, studi sulla razza.\nLe sue posizioni si inquadrano nell'ambito di una cultura di tipo aristocratico-tradizionale e di tendenze ideologiche in gran parte presenti anche nel fascismo e nel nazionalsocialismo, pur esprimendosi talvolta in chiave critica nei confronti dei due regimi. Mussolini ne apprezza alcune impostazioni: in particolare il ritorno alla romanit\xc3\xa0 e una teoria della razza in chiave spirituale. Da parte sua il filosofo nutre una pacata ammirazione nei confronti del Duce.\nEvola ha una sua influenza, anche se difficilmente quantificabile, nel variegato mondo della cultura fascista: con lo scopo di indirizzarne l'impostazione culturale e ideologica verso posizioni pi\xc3\xb9 affini al suo pensiero, scrive numerosi saggi, collabora intensamente con riviste e giornali di grande tiratura e partecipa alla vita accademica del suo tempo in veste di conferenziere, sia presso alcune prestigiose universit\xc3\xa0 italiane e straniere sia nell'ambito dei corsi di mistica fascista.\nMa \xc3\xa8 lo stesso Evola, nel primo numero della rivista da lui diretta, La Torre, quando espone il suo pensiero sul mondo della tradizione, a sintetizzare la sua posizione verso il fascismo: \xc2\xabNella misura che il fascismo segua e difenda tali principi, in questa stessa misura noi possiamo considerarci fascisti. E questo \xc3\xa8 tutto\xc2\xbb. C'\xc3\xa8 anche chi ritiene che in sede diplomatica Evola svolgesse missioni ad altissimi livelli per conto dello stesso governo italiano.Nonostante ci\xc3\xb2, le sue idee eterodosse non sempre sono ben accette dalla classe dirigente italiana del tempo e gli valgono la sospensione di alcune pubblicazioni da parte dello stesso PNF e in Germania il sospetto delle gerarchie naziste. Evola contribuisce alla divulgazione in Italia di importanti autori europei del XIX e del XX secolo: Bachofen, Gu\xc3\xa9non, J\xc3\xbcnger, Ortega y Gasset, Spengler, Weininger, traducendo alcune loro opere e pubblicando saggi critici.\nLa complessit\xc3\xa0 del suo pensiero gli procura, anche dopo la fine della guerra, un grande seguito negli ambienti conservatori italiani ed europei, da quelli pi\xc3\xb9 tradizionalisti del neofascismo (Pino Rauti ed Enzo Erra del Centro Studi Ordine Nuovo) fino a quelli rappresentati da esponenti della destra pi\xc3\xb9 moderata (Giano Accame, Marcello Veneziani). Le sue opere vengono tradotte e pubblicate in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Grecia, Svizzera, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti, Messico, Canada, Romania, Argentina, Brasile, Ungheria, Polonia, Turchia."
"La corazzata Giulio Cesare fu un'unit\xc3\xa0 della Regia Marina che serv\xc3\xac in entrambe le guerre mondiali. La nave, insieme alle unit\xc3\xa0 gemelle Cavour e Leonardo da Vinci, costituiva la Classe Conte di Cavour."
"Via Giulia \xc3\xa8 una strada di Roma, importante per motivi storici e architettonici.\nLa strada, il cui progetto fu commissionato da Giulio II a Donato Bramante, fu una delle prime importanti realizzazioni urbanistiche della Roma papale. La sua apertura rispondeva a tre scopi: la creazione di un'arteria di scorrimento inserita in una nuovo sistema di strade sovrapposto al dedalo di vicoli della Roma medievale; l'edificazione di un grande viale circondato da sontuosi edifici per testimoniare la rinnovata grandezza della chiesa; e infine, la fondazione di un nuovo centro amministrativo e bancario vicino al Vaticano, sede dei papi, e lontano dal tradizionale centro cittadino del Campidoglio, dominato dalle famiglie baronali romane avversarie della chiesa.\nNonostante l'interruzione del progetto dovuto alla Pax Romana del 1511 e alla morte del papa due anni dopo, la nuova strada divenne da subito uno dei centri principali del Rinascimento a Roma. Numerosi palazzi e chiese furono costruiti dai pi\xc3\xb9 importanti architetti dell'epoca, come Raffaello Sanzio e Antonio da Sangallo il Giovane, i quali spesso scelsero anche di trasferirsi nella via. A questi si affiancarono diverse famiglie nobili, mentre le nazioni europee e le citt\xc3\xa0 stato italiane scelsero di costruire le loro chiese nella via o nelle immediate vicinanze.\nNel periodo barocco l'attivit\xc3\xa0 edilizia, diretta dai migliori artisti dell'epoca come Francesco Borromini, Carlo Maderno e Pietro da Cortona, prosegu\xc3\xac senza sosta, mentre la strada, indirizzo favorito della nobilt\xc3\xa0 romana, divenne teatro di tornei, feste e sfilate carnevalesche. In questo periodo i papi e i mecenati privati continuarono ad occuparsi della strada fondando istituti di carit\xc3\xa0 e fornendo acqua potabile alla zona.\nDalla met\xc3\xa0 del 18\xc2\xba secolo, lo spostamento del centro della citt\xc3\xa0 verso il Campo Marzio caus\xc3\xb2 la cessazione dell'attivit\xc3\xa0 edilizia e l'abbandono della strada da parte della nobilt\xc3\xa0. Questa venne sostituita da una popolazione artigiana con le sue botteghe, e Via Giulia assunse quell'aspetto solitario e solenne che l'avrebbe caratterizzata per duecento anni.\nDopo un declino di due secoli, a partire dalla met\xc3\xa0 del Novecento la strada ha vissuto una rinascita, e ora \xc3\xa8 di nuovo uno degli indirizzi pi\xc3\xb9 prestigiosi della citt\xc3\xa0."
"Se si eccettua l'accusa, non verificata, di ebrius (ubriacone) mossagli da Giulio Cesare, l'Uticense \xc3\xa8 descritto persino dalle fonti a lui ostili e dai suoi pi\xc3\xb9 aspri nemici come una figura di somma rettitudine, incorruttibile ed imparziale, molto scomodo per gli avversari. \xc3\x88 mostrato come il campione delle prische virt\xc3\xb9 romane per antonomasia, uomo fuori del suo tempo, citato ogni qual volta si volevano lodare (o anche sbeffeggiare, come in Marziale) i Romani dei tempi eroici.\nSeguace della filosofia stoica e celebre oratore, Catone Uticense viene ricordato, oltre che per la sua caparbiet\xc3\xa0 e tenacia, per essersi ribellato alla presa di potere da parte del suo rivale Cesare, preferendo il suicidio all'umiliazione di farsi graziare da Cesare e assistere alla fine dei valori repubblicani di Roma, che aveva sempre difeso.\n\n"