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"La dieta mediterranea \xc3\xa8 un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni Paesi del bacino mediterraneo, ispirato alle abitudini alimentari di Spagna, Italia e Grecia negli anni '60. La dieta venne riconosciuta dall'UNESCO come bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell'umanit\xc3\xa0 nel 2010.\nIl regime alimentare si fonda su alimenti il cui consumo \xc3\xa8 abituale in Paesi del bacino mediterraneo, in una proporzione che privilegia cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva, rispetto ad un pi\xc3\xb9 raro uso di carni rosse e grassi animali (grassi saturi), mentre presenta un consumo moderato di pesce, carne bianca (pollame), legumi, uova, latticini, vino rosso, dolci. \nGi\xc3\xa0 alcuni dietologi medici - come il francese Paul Carton o lo svizzero Maximilian Bircher-Benner - avevano avanzato alcune ipotesi sugli effetti di un regime alimentare con limitato consumo di alimenti di origine animale come latticini, carne, uova. Il concetto di dieta mediterranea \xc3\xa8 stato introdotto e studiato inizialmente dal fisiologo statunitense Ancel Keys.\nLa dieta mediterranea \xc3\xa8 associata a una riduzione della mortalit\xc3\xa0 per tutte le cause negli studi osservazionali. La dieta mediterranea pu\xc3\xb2 aiutare con la perdita di peso nelle persone obese.[1] \n\n"
'Le donne nel Medioevo occuparono una serie di ruoli sociali differenti. Nel corso di questo periodo di storia dell\'Europa. che dur\xc3\xb2 dal V al XV secolo, le donne detennero le posizioni di moglie, madre, contadina, artigiana e monaca, nonch\xc3\xa9 alcuni importanti ruoli di direzione come quelli di badessa e regina regnante. Il concetto stesso di "donna" \xc3\xa8 cambiato in diversi modi durante quest\'epoca e varie forze contribuirono ad influenzarne i ruoli.\n\n'
'Le donne di conforto furono persone costrette a far parte di gruppi creati dalle forze militari dell\'Impero Giapponese, composti da donne e ragazze schiavizzate per fungere da prostitute. La locuzione italiana, al pari di quella inglese comfort women, \xc3\xa8 una traduzione del termine giapponese ianfu (\xe6\x85\xb0\xe5\xae\x89\xe5\xa9\xa6). Ianfu \xc3\xa8 un eufemismo che sta per sh\xc5\x8dfu (\xe5\xa8\xbc\xe5\xa9\xa6) che significa "prostituta/e". I documenti relativi alla Corea del Sud affermano che non fosse una forza volontaria e dal 1989 diverse donne si sono fatte avanti, testimoniando che i soldati giapponesi le avevano rapite.\nStorici come Lee Yeong-Hun e Ikuhiko Hata affermano che le donne di conforto reclutate fossero volontarie. Altri storici invece, basandosi sulle testimonianze di ex-reclutate e dei soldati giapponesi ancora in vita, sostennero che l\'esercito e la marina giapponese furono entrambe coinvolte, direttamente o indirettamente, nella coercizione, nell\'inganno e talvolta nel sequestro di giovani donne nei territori occupati dalle loro forze.La stima del numero di donne coinvolte varia, da un minimo di 20 000, citato dagli accademici giapponesi, ad un massimo di 410 000 donne, citato dagli studiosi cinesi; il numero esatto, tuttavia, \xc3\xa8 ancora argomento di ricerca e dibattito. Ci\xc3\xb2 di cui si \xc3\xa8 certi \xc3\xa8 che esse provenissero dalla Corea, dalla Cina, dal Giappone e dalle Filippine; si sa anche che nei "centri di conforto" si sfruttassero donne provenienti anche dalla Thailandia, dal Vietnam, dalla Malesia, da Taiwan, dall\'Indonesia e da altri territori occupati. Questi "centri" si trovavano in Giappone, in Cina, nelle Filippine, in Indonesia, nella Malesia Britannica, in Thailandia, in Birmania, in Nuova Guinea, a Hong Kong, a Macao e nell\'Indocina Francese.Secondo varie testimonianze, le giovani donne dei paesi sotto il controllo imperiale giapponese venivano prelevate dalle loro case e, in molti casi, ingannate con promesse di lavoro in fabbriche o nell\'ambiente della ristorazione. Una volta reclutate, venivano incarcerate nei "centri di conforto" e deportate in paesi a loro stranieri. Uno studio del governo olandese descrive come i militari giapponesi stessi reclutassero con la forza le donne nelle Indie Orientali Olandesi. Lo studio rivel\xc3\xb2 che 300 donne olandesi finirono per essere schiave sessuali dei militari giapponesi.\n\n'
"La battaglia del Mediterraneo fu il complesso delle operazioni aeronavali intercorse nel bacino del Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale, dal giugno 1940 al maggio 1945. Gli scontri videro confrontarsi, fino al settembre del 1943, principalmente la Regia Marina italiana (sostenuta da unit\xc3\xa0 aeree e sottomarine inviate dalla Germania nazista) e la Royal Navy, appoggiata dalle marine militari dei paesi del Commonwealth e soprattutto, dal novembre 1942, dalle forze aeronavali degli Stati Uniti d'America. Dopo la stipula dell'armistizio di Cassibile da parte dell'Italia, la Kriegsmarine continu\xc3\xb2 a portare avanti l'opposizione alle forze degli Alleati nel Mediterraneo, anche se il ritmo delle operazioni cal\xc3\xb2 drasticamente a causa della schiacciante superiorit\xc3\xa0 anglo-statunitense.\nLe operazioni navali nel Mediterraneo si strutturarono come delle grandi battaglie di convogli navali. Entrambi i contendenti erano impegnati a proteggere le proprie linee di rifornimento navale e insidiare al contempo quelle avversarie: i convogli italo-tedeschi seguivano principalmente la rotta nord-sud, diretti a rifornire le truppe dell'Asse schierate in Libia e poi Tunisia, mentre la Royal Navy allest\xc3\xac un sistema di rifornimento per sostenere la strategica isola di Malta (esposta ai bombardamenti dell'Asse per gran parte della lotta) a partire dalle sue basi di Gibilterra e Alessandria d'Egitto, seguendo quindi una rotta ovest-est. I combattimenti pi\xc3\xb9 importanti si svolsero quindi nel punto di incontro tra le rotte opposte, nell'area del Mediterraneo centrale compresa tra la Sardegna e Creta.\nEntrambi i contendenti fecero largo ricorso agli attacchi di sommergibili, aerei e di forze navali leggere per disturbare il traffico dell'avversario, e la Regia Marina fu molto attiva anche nel campo delle incursioni di sabotatori direttamente all'interno dei porti nemici tramite il suo reparto scelto della X\xc2\xaa Flottiglia MAS; per contro, i combattimenti tra navi maggiori furono eventi relativamente rari, legati spesso a circostanze fortuite e quasi mai dall'esito decisivo.\nLo scontro rimase sostanzialmente in equilibrio fin verso il novembre 1942: la flotta italiana assicur\xc3\xb2 un flusso costante di rifornimenti al fronte libico ma logor\xc3\xb2 pesantemente le sue forze (in particolare il naviglio leggero), mentre la dura opposizione delle forze dell'Asse ai convogli britannici per Malta fece quasi temere una resa per fame dell'isola. Lo sbarco dei reparti anglo-statunitensi in Marocco e Algeria nel corso dell'operazione Torch e soprattutto l'ingresso nel Mediterraneo di preponderanti forze aeree e navali statunitensi fecero pendere definitivamente l'ago della bilancia dalla parte degli Alleati, rendendo insostenibile il sistema di rifornimento delle forze dell'Asse in Nordafrica. L'invasione della penisola italiana, con gli imponenti sbarchi anfibi in Sicilia e a Salerno, sanc\xc3\xac infine l'assoluto predominio navale assunto dagli Alleati nel Mediterraneo.\n\n"