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Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: analitico, Lingua: ita, Paese:
Fa parte di: Una cartolina, una storia / a cura di Franco Poggiali e Rosa Bellomo ; prefazione di Franco Gabici
'Un pellegrinaggio (dal latino peregrinus, "straniero") \xc3\xa8 un viaggio compiuto per devozione, ricerca spirituale, o penitenza, verso un luogo considerato sacro. Il termine proviene dal latino peregrinus, da per + ager (i campi), dove indicava colui che non abita in citt\xc3\xa0, quindi lo straniero, ovvero qualcuno costretto a condizioni di civilizzazione ridotta. \nLa definizione di pellegrinaggio indica un particolare tipo di viaggio, un andare finalizzato, un tempo che l\'individuo stralcia dalla continuit\xc3\xa0 del tessuto ordinario della propria vita (luoghi, rapporti, produzione di reddito), per connettersi al sacro. Il suo uso successivo invece - il nostro - implica una scelta. Chi parte in pellegrinaggio non si trova ad essere, ma si fa straniero e di questa condizione si assume le fatiche e i rischi, sia interiori che materiali, in vista di vantaggi spirituali - come incontrare il sacro in un luogo lontano, offrire i rischi e i sacrifici materialmente patiti in cambio di una salvezza o di un perdono metafisici - e perch\xc3\xa9 no anche materiali, grazie alle avventure e occasioni che, strada facendo, non possono mancare.\nIn tutte le grandi religioni storiche esistono indicazioni, forme, destinazioni e finalizzazioni, del pellegrinaggio.Attualmente la diminuzione dei tempi, dei rischi e dei costi di viaggio, nonch\xc3\xa9 la desacralizzazione delle culture, fanno s\xc3\xac che la categoria culturale del pellegrinaggio sia ormai sempre pi\xc3\xb9 intrecciata con quella del turismo di massa, del quale viene anzi spesso considerata una specie di sottoclasse, almeno dagli operatori economici del settore (turismo religioso).'
'Un pellegrinaggio cristiano \xc3\xa8 una pratica religiosa svolta da fedeli cristiani verso luoghi di culto particolarmente significativi e santi.\n\n'
"L'Inferno \xc3\xa8 la prima delle tre cantiche della Divina Commedia di Dante Alighieri, corrispondente al primo dei Tre Regni dell'Oltretomba dove regna Lucifero (che originariamente significava \xc2\xabangelo della luce\xc2\xbb) e il primo visitato da Dante nel suo pellegrinaggio ultraterreno, viaggio destinato a portarlo alla Salvezza. Il mondo dei dannati, suddiviso secondo una precisa logica morale derivante dall'Etica Nicomachea di Aristotele, \xc3\xa8 frutto della somma e della sintesi del sapere a lui contemporaneo. L'inferno dantesco \xc3\xa8 il luogo della miseria morale in cui versa l'umanit\xc3\xa0 decaduta, privata ormai della Grazia divina capace di illuminare le azioni degli uomini. Le successive cantiche sono il Purgatorio ed il Paradiso.\n\n"
"Il Purgatorio \xc3\xa8 la seconda delle tre cantiche della Divina Commedia di Dante Alighieri. Le altre cantiche sono l'Inferno ed il Paradiso.\nIl Purgatorio dantesco \xc3\xa8 diviso in Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso terrestre.\nLa struttura del Purgatorio segue la classificazione tomistica dei vizi dell'amore mal diretto, e non fa pi\xc3\xb9 riferimento a singole colpe. Esso \xc3\xa8 suddiviso in sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria.\n\nA questa fanno da cornice, in apertura, l'Antipurgatorio, e in chiusura il Paradiso terrestre. Costruito specularmente all'Inferno, inteso quindi non pi\xc3\xb9 come voragine, ma come montagna, anche l'ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di Dante \xc3\xa8 infatti dal peccato pi\xc3\xb9 grave a quello pi\xc3\xb9 lieve (ancora una volta la lussuria, ovvero l'amore che eccede nella misura).\nIl custode del Purgatorio \xc3\xa8 Catone l'Uticense, che viene presentato nel primo canto. Ogni cornice ha inoltre un custode angelico, e precisamente gli angeli dell'umilt\xc3\xa0, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell'astinenza e della castit\xc3\xa0; in ogni cornice, inoltre, gli espianti hanno sotto gli occhi esempi del loro vizio punito e della virt\xc3\xb9 opposta. Giunto alle soglie del Paradiso terrestre, Virgilio deve abbandonare il poeta; alla guida di Dante si pone il poeta latino Stazio, che lo condurr\xc3\xa0 nel giardino celeste, dove lo accoglier\xc3\xa0 Matelda, a sua volta anticipazione dell'apparizione di Beatrice.\nLe anime del Purgatorio sono gi\xc3\xa0 salve, ma prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri peccati, devono salire il monte come facevano ai tempi di Dante i pellegrini che per far penitenza partivano per Roma o per Santiago di Compostela. Ogni anima deve dunque percorrere tutto il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente; ma per facilitare l'incontro con determinati personaggi, il poeta li colloca nella cornice propria del loro peccato pi\xc3\xb9 rilevante.\nIl Purgatorio ha la funzione specifica di espiazione, riflessione e pentimento, ed \xc3\xa8 solo attraverso il cammino, quindi il pellegrinaggio verso Dio, che l'anima pu\xc3\xb2 aspirare alla redenzione. Questo vale anche per Dante, che all'inizio ha incise sulla fronte sette P, simbolo dei sette peccati capitali; alla fine di ciascuna cornice l'ala dell'angelo guardiano cancella la P indicando cos\xc3\xac che quella specifica espiazione \xc3\xa8 compiuta. Virgilio, nel canto XVII del Purgatorio (vv. 91-139), spiega l'ordinamento morale del secondo regno ultraterreno. Anche qui, come nell'Inferno, i peccatori sono divisi in tre grandi categorie a seconda che la loro colpa sia stata determinata da:\n\nmalo obietto, cio\xc3\xa8 scelte rivolte al male (superbia, invidia, ira);\npoco di vigore nel perseguire il bene (accidia);\ntroppo di vigore nel perseguire i beni materiali (avarizia e prodigalit\xc3\xa0, gola e lussuria).Sulla cima della montagna Dante colloca il Paradiso terrestre la cui amena selva che lo ricopre \xc3\xa8 in posizione simmetrica rispetto alla selva oscura dell'Inferno. Qui il ciclo di purificazione viene completato con l'immersione nelle acque del fiume Let\xc3\xa8, che annulla il ricordo delle colpe, e dell'Euno\xc3\xa8, che vivifica il ricordo del bene compiuto nell'esistenza terrena.\n\n"
"Publio Virgilio Marone, noto semplicemente come Virgilio o Vergilio (in latino: Publius Vergilius Maro, pronuncia classica o restituta: [\xcb\x88pu\xcb\x90bl\xc9\xaa.\xca\x8as w\xc9\x9br\xcb\x88\xc9\xa1\xc9\xaal\xc9\xaa.\xca\x8as \xcb\x88maro\xcb\x90]; Andes (Mantova), 15 ottobre 70 a.C. \xe2\x80\x93 Brindisi, 21 settembre 19 a.C.), \xc3\xa8 stato un poeta romano, autore di tre opere, tra le pi\xc3\xb9 famose della letteratura latina: le Bucoliche (Bucolica), le Georgiche (Georgica), e l'Eneide (\xc3\x86neis).\nAl poeta vengono attribuiti anche una serie di componimenti giovanili, la cui autenticit\xc3\xa0 \xc3\xa8 oggetto di dubbi e di complicate controversie, che si \xc3\xa8 soliti indicare in un'unica raccolta, nota col titolo di Appendix Vergiliana (Appendice Virgiliana).\nVirgilio, per il senso sublime dell'arte e per l'influenza che esercit\xc3\xb2 nei secoli, fu il massimo poeta di Roma, nonch\xc3\xa9 l'interprete pi\xc3\xb9 completo e pi\xc3\xb9 schietto del grandioso momento storico che, dalla morte di Giulio Cesare, conduce alla fondazione del Principato e dell'Impero ad opera di Augusto.\nL'opera di Virgilio, presa a modello e studiata fin dall'antichit\xc3\xa0, ha avuto una profondissima influenza sulla letteratura e sugli autori occidentali, in particolare su Dante Alighieri e la sua Divina Commedia, nella quale Virgilio funge anche da guida dell'Inferno e del Purgatorio.\n\n"