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Titolo uniforme: Verrinae. Divinatio / Marcus Tullius Cicero
Serie: Nuova raccolta di classici latini con note italiane
Serie: Collana di testi latini e greci
Serie: Collana di testi latini e greci / diretta da Augusto Rostagni
Serie: I classici della Nuova Italia ; 64
Serie: I classici della BUR ; 872, 873
Serie: Biblioteca Universale Rizzoli
Serie: Biblioteca Universale Rizzoli ; L872-L872
Serie: BUR ; L872-873
Serie: Classici della BUR. L ; 872-873
Serie: I classici della BUR ; L872
Serie: BUR. L ; 872
Serie: Bur classici greci e latini ; 0872-0873
Serie: Bur. Classici
Serie: BUR
Serie: Biblioteca universale Rizzoli ; L872-L873
Serie: BUR Classici Graci e Latini ; 872-873
Serie: BUR. Classici greci e latini ; L872
Serie: BUR. Classici greci e latini
Serie: I classici del pensiero libero. Greci e latini ; 27
Serie: I classici del pensiero libero. Greci e latini ; 27
Serie: BUR Rizzoli. Classici greci e latini
"L'oratoria fu una distinta forma della letteratura latina. Rappresentava l'arte del parlare in pubblico con un discorso eloquente ed era strettamente collegata alla retorica, ovvero l'arte del dire, parlare in pubblico e di saper comporre versi per un testo. Nella Roma antica, dove era conosciuta con il nome di Ars dicendi, l'oratoria veniva studiata come una componente della retorica (ossia la composizione e l'esposizione di discorsi), ed era un'abilit\xc3\xa0 importante nella vita pubblica e privata. Quintiliano discusse di oratoria, con regole e modelli definitivi da attuare.\n\n"
'O tempora, o mores, locuzione latina, \xc3\xa8 una frase di Cicerone, dal quarto libro della sua seconda orazione contro Verre (capitolo 25) e dalla Prima orazione contro Catilina. Si traduce letteralmente con Che tempi! Che costumi!La frase viene spesso riportata con il punto esclamativo (O tempora! O mores!), ma rispetto alla forma originale \xc3\xa8 inesatta in quanto il punto esclamativo \xc3\xa8 stato introdotto solo nel Medioevo e non era utilizzato dai latini.\nNel suo discorso di apertura contro Catilina, Cicerone deplora la perfidia e la corruzione dei suoi tempi. Egli \xc3\xa8 frustrato dal fatto che, nonostante tutte le prove addotte contro Catilina, che stava cospirando per rovesciare il governo romano e assassinare Cicerone stesso, e nonostante il fatto che il Senato avesse dato il Senatus consultum ultimum, Catilina non era ancora stato giustiziato. Cicerone continua descrivendo i vari episodi della storia romana in cui dei consoli hanno condannato a morte dei cospiratori con prove minori, a volte - nel caso dell\'ex console Lucio Opimio, uccisore di Gaio Gracco (uno dei fratelli Gracchi) - sulla base del solo "quasdam seditionum suspiciones", sospetto di insurrezione (sezione 2, Linea 3).\nQuesta frase \xc3\xa8 ora usata anche, ma non solo, nella lingua italiana, per criticare usi e costumi del presente, per lo pi\xc3\xb9 in tono ironico o sarcastico.\n\n'
"In Verrem \xc3\xa8 il nome che si d\xc3\xa0 ad una serie di orazioni scritte da Cicerone, note anche come Verrine. Furono elaborate nel 70 a.C., in occasione di una causa di diritto penale discussa a Roma, che vedeva come accusatori il popolo della ricca provincia di Sicilia e l'ex propretore dell'isola Gaio Licinio Verre come imputato. L'accusa mossa nei suoi confronti era de pecuniis repetundis, cio\xc3\xa8 di concussione, reato consumato durante il triennio di governo dal 73 al 71 a.C.. I siciliani, che avevano conosciuto poco tempo prima Cicerone come questore di Lilibeo, gli affidarono l'accusa."
'La retorica \xc3\xa8 tradizionalmente intesa come l\'arte del dire, del parlare, e pi\xc3\xb9 specificamente del persuadere con le parole. Il termine viene dal latino rhetorica (ars), a sua volta dal greco antico: \xe1\xbf\xa5\xce\xb7\xcf\x84\xce\xbf\xcf\x81\xce\xb9\xce\xba\xce\xae \xcf\x84\xce\xad\xcf\x87\xce\xbd\xce\xb7, rh\xc3\xaatorik\xe1\xbb\x81 t\xc3\xa9chn\xc3\xaa, \'arte del parlare in pubblico\', da \xe1\xbf\xa5\xce\xae\xcf\x84\xcf\x89\xcf\x81, \'colui che parla in pubblico\', dalla radice del verbo \xce\xb5\xe1\xbc\xb4\xcf\x81\xcf\x89, \'io dico\'.\nDisciplina ancora vivace, ha raccolto lungo pi\xc3\xb9 di due millenni di storia un insieme assai vasto di dottrine e tecniche, confrontandosi e confondendosi con una molteplicit\xc3\xa0 di discipline (in particolare con l\'oratoria) e assumendo essa stessa aspetti e significati alquanto variegati, finendo per essere intesa anche come "teoria generale della comunicazione", tanto che lo storico francese Henri-Ir\xc3\xa9n\xc3\xa9e Marrou la defin\xc3\xac "denominatore comune della nostra civilt\xc3\xa0 [occidentale]". \nIn termini generali, la retorica pu\xc3\xb2 essere intesa come un metodo di organizzazione del linguaggio naturale, non simbolico, secondo un criterio per il quale ad una proposizione segua una conclusione. Lo scopo della retorica \xc3\xa8 la persuasione, intesa come approvazione della tesi dell\'oratore da parte di uno specifico uditorio. Da un lato, la persuasione consiste in un fenomeno emotivo di assenso psicologico; per altro verso ha una base epistemologica: lo studio dei fondamenti della persuasione \xc3\xa8 studio degli elementi che, connettendo diverse proposizioni tra loro, portano a una conclusione condivisa, quindi dei modi di disvelamento della verit\xc3\xa0 nello specifico campo del discorso. Sotto questo aspetto essa \xc3\xa8, come nota Roland Barthes, un metalinguaggio, in quanto \xc2\xabdiscorso sul discorso\xc2\xbb.\n\n'
"Marco Tullio Cicerone (in latino: Marcus Tullius Cicero, pronuncia ecclesiastica: /\xcb\x88markus \xcb\x88tulljus \xcb\x88\xca\xa7i\xca\xa7ero/, pronuncia restituta o classica: /\xcb\x88ma\xcb\x90r.k\xca\x8as \xcb\x88t\xca\x8al.l\xc9\xaa.\xca\x8as \xcb\x88k\xc9\xaa.k\xc9\x9b.ro\xcb\x90/; in greco antico: \xce\x9a\xce\xb9\xce\xba\xce\xad\xcf\x81\xcf\x89\xce\xbd, Kik\xc3\xa9r\xc5\x8dn; Arpino, 3 gennaio 106 a.C. \xe2\x80\x93 Formia, 7 dicembre 43 a.C.) \xc3\xa8 stato un avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano.\nEsponente di un'agiata famiglia dell'ordine equestre, fu una delle figure pi\xc3\xb9 rilevanti di tutta l'antichit\xc3\xa0 romana. La sua vastissima produzione letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica, oltre a offrire un prezioso ritratto della societ\xc3\xa0 romana negli ultimi travagliati anni della repubblica, rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C., tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica.\nGrande ammiratore della cultura greca, attraverso la sua opera, i Romani poterono anche acquisire una migliore conoscenza della filosofia. Tra i suoi maggiori contributi alla cultura latina ci fu, senza dubbio, la creazione di un lessico filosofico latino: Cicerone si impegn\xc3\xb2, infatti, a trovare il corrispondente vocabolo in latino per tutti i termini specifici del linguaggio filosofico greco. Tra le opere fondamentali per la comprensione del mondo latino si collocano, invece, le Lettere (Epistulae, in particolar modo quelle all'amico Tito Pomponio Attico) che offrono numerosissime riflessioni su ogni avvenimento, permettendo di comprendere quali fossero le reali linee politiche dell'aristocrazia romana.\nCicerone occup\xc3\xb2 per molti anni anche un ruolo di primaria importanza nel mondo della politica romana: dopo aver salvato la repubblica dal tentativo eversivo di Lucio Sergio Catilina ed aver cos\xc3\xac ottenuto l'appellativo di pater patriae (padre della patria), ricopr\xc3\xac un ruolo di primissima importanza all'interno della fazione degli Optimates. Fu, infatti, Cicerone che, negli anni delle guerre civili, difese strenuamente, fino alla morte, una repubblica giunta ormai all'ultimo respiro e destinata a trasformarsi nel principatus augusteo."
"L'oratoria fu una distinta forma della letteratura latina. Rappresentava l'arte del parlare in pubblico con un discorso eloquente ed era strettamente collegata alla retorica, ovvero l'arte del dire, parlare in pubblico e di saper comporre versi per un testo. Nella Roma antica, dove era conosciuta con il nome di Ars dicendi, l'oratoria veniva studiata come una componente della retorica (ossia la composizione e l'esposizione di discorsi), ed era un'abilit\xc3\xa0 importante nella vita pubblica e privata. Quintiliano discusse di oratoria, con regole e modelli definitivi da attuare.\n\n"