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Pubblicazione: Montepulciano : Le balze, stampa 2004
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'La Storia della semiografia musicale \xc3\xa8 la storia della scrittura della musica, cio\xc3\xa8 la storia dell\xe2\x80\x99evoluzione dei segni che i compositori hanno usato per scrivere le proprie opere musicali.Le prime attestazioni di notazione musicale risalgono alle civilt\xc3\xa0 antiche. Si trattava di notazioni primitive, basate sull\xe2\x80\x99uso dei caratteri alfabetici. Durante il Medioevo iniziava a prendere forma la notazione moderna, per poi cristallizzarsi verso il XVII secolo. A partire dal XX secolo si \xc3\xa8 registrata la tendenza a usare grafie innovative, talvolta bizzarre e di scarso seguito tra i compositori.\n\n'
"Il tetragramma \xc3\xa8 il rigo musicale, composto da quattro linee orizzontali, utilizzato nella notazione quadrata. \xc3\x88 il predecessore del pentagramma, il rigo di cinque linee utilizzato nella notazione moderna. \nIl tetragramma e la notazione quadrata, insieme con la notazione metense e la notazione sangallese, sono tutt'oggi utilizzati nella notazione del canto gregoriano.\nNell'antichit\xc3\xa0, fino al medioevo, non si praticava una maniera di scrivere la melodia musicale, anche se in alcuni ambiti si era trovata qualche forma di notazione.\nI primi codici musicali risalgono al IX secolo. Le note erano indicate con dei segni grafici, chiamati neumi. Ma la preoccupazione dei primi annotatori non era quella di dare indicazioni melodiche, poich\xc3\xa9 la melodia veniva trasmessa ancora mnemonicamente, bens\xc3\xac ritmiche. Per questo venivano chiamate notazioni adiastematiche, cio\xc3\xa8 in campo aperto.\nA partire dal X secolo nacque l'esigenza di dare indicazione, oltre che del ritmo, anche degli intervalli melodici. Gli antichi amanuensi, prima di scrivere, preparavano le pergamene tracciando a secco delle linee, che utilizzavano come guida per una corretta scrittura. Si prese l'abitudine, inizialmente, di scrivere il testo una linea s\xc3\xac ed una no e di utilizzare le linee vuote per scrivere la musica. In un secondo tempo le linee divennero due, che vennero colorate di rosso per indicare il Fa e di giallo per indicare il Do. Fu cos\xc3\xac che nacque la notazione diastematica. Le linee si assestarono fino a quattro, poich\xc3\xa9 l'ambitus della musica medievale non era cos\xc3\xac esteso come nella musica moderna.\nL'invenzione del tetragramma \xc3\xa8 impropriamente attribuita al monaco benedettino Guido d'Arezzo all'inizio dell'XI secolo, insieme con i nomi delle note musicali, sebbene sistemi musicali analoghi fossero gi\xc3\xa0 utilizzati dal IX secolo. I neumi andavano scritti su una linea o su uno spazio interlineare, analogamente all'uso attuale del pentagramma, e le note vennero chiamate Ut (cambiata nel XVII secolo in Do da Giovanni Battista Doni), Re, Mi, Fa, Sol, La, dalle iniziali dei versi della prima strofa dell'inno a San Giovanni Battista Ut queant laxis, utilizzato da Guido D'Arezzo come memorandum per i suoi allievi. Il nome della nota Si fu aggiunto solo nel XVI secolo. I neumi furono rappresentati da Guido D'Arezzo con dei quadrati, poi essi diventarono romboidali ed infine tondi. L'introduzione delle figure di durata \xc3\xa8 attribuita a Francone da Colonia nel 1260.\n\n"
"Il neuma (dal greco \xce\xbd\xce\xb5\xcf\x8d\xce\xbc\xce\xb1 neuma: segno, cenno, ma anche da \xcf\x80\xce\xbd\xce\xb5\xcf\x8d\xce\xbc\xce\xb1: soffio, fiato o \xce\xbd\xcf\x8c\xce\xbc\xce\xbf\xcf\x82: melodia, formula melodica) nel canto gregoriano \xc3\xa8 un segno della notazione musicale utilizzato a partire dal IX secolo e durante tutto il Medioevo, fino all'introduzione del tetragramma, che sta a indicare l'insieme di note che si trovano su un'unica sillaba.\nIl neuma trascrive una formula melodica e ritmica applicata a una singola sillaba. Si parler\xc3\xa0 quindi di neuma monosonico se a una sillaba corrisponde una sola nota musicale o di neuma plurisonico nel caso dell'utilizzo di pi\xc3\xb9 note su una singola sillaba. Nel caso del melisma che solitamente caratterizza lo jubilus nel canto dell'alleluia, vengono impiegate anche decine di note in un unico neuma.\nIl neuma viene quindi distinto dall'elemento neumatico, il quale indica un segno unito in composizione ad altri che lo precedono o lo seguono su una singola sillaba.\nContrariamente all'approccio moderno, l'elemento di base del canto gregoriano non \xc3\xa8 la nota musicale, ma il neuma.\nAttualmente, nelle moderne edizioni del canto gregoriano come nel graduale Triplex, vengono utilizzate sia la notazione quadrata sia la notazione sangallese e la notazione metense per offrire una lettura sinottica.\n\n"
'Nella storia della musica, la musica medievale \xc3\xa8 quella musica composta in Europa durante il Medioevo, ovvero nel lungo periodo che va convenzionalmente dal V secolo al XV secolo; ed \xc3\xa8 suddivisa in sottoperiodi che ne distinguono lo sviluppo in quasi un millennio di cultura europea.\n\n'
'La notazione o semiografia musicale \xc3\xa8 il sistema che fissa per iscritto una composizione, una melodia o una qualsiasi idea di tale ordine.'