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Pubblicazione: Firenze : La nuova Italia, 1977
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Invasioni barbariche \xc3\xa8 il termine con il quale \xc3\xa8 generalmente indicato in Italia il periodo delle irruzioni e migrazioni delle popolazioni cosiddette "barbariche" (germaniche, slave, sarmatiche e di altri popoli di origine asiatica) all\'interno dei confini dell\'Impero romano d\'Occidente, nel V secolo. Il fenomeno, a volte indicato anche con il termine tedesco V\xc3\xb6lkerwanderung \xe2\x80\x98migrazioni di popoli\xe2\x80\x99, si conclude sostanzialmente con la formazione dei regni romano-germanici e la fine definitiva della tarda antichit\xc3\xa0 e l\'entrata dell\'Europa nel Medioevo.\n\n'
"Le invasioni barbariche del III secolo (212-305) costituirono un periodo ininterrotto di scorrerie all'interno dei confini dell'impero romano, condotte per fini di saccheggio e bottino da genti armate appartenenti alle popolazioni che gravitavano lungo le frontiere settentrionali: Pitti, Caledoni e Sassoni in Britannia; le trib\xc3\xb9 germaniche di Frisi, Sassoni, Franchi, Alemanni, Burgundi, Marcomanni, Quadi, Lugi, Vandali, Iutungi, Gepidi e Goti (Tervingi ad occidente e Grutungi ad oriente), le trib\xc3\xb9 daciche dei Carpi e quelle sarmatiche di Iazigi, Roxolani ed Alani, oltre a Bastarni, Sciti, Borani ed Eruli lungo i fiumi Reno-Danubio ed il Mar Nero.\nEra dai tempi di Marco Aurelio durante le Guerre marcomanniche (166/167-189) che le trib\xc3\xb9 germanico-sarmatiche non esercitavano una pressione cos\xc3\xac forte lungo i confini settentrionali dell'Impero romano.\nLa crescente pericolosit\xc3\xa0 per l'Impero romano di Germani e Sarmati era dovuta principalmente ad un cambiamento rispetto ai secoli precedenti nella struttura tribale della loro societ\xc3\xa0: la popolazione, in costante crescita e sospinta dai popoli orientali, necessitava di nuovi territori per espandersi, pena l'estinzione delle trib\xc3\xb9 pi\xc3\xb9 deboli. Da qui la necessit\xc3\xa0 di aggregarsi in federazioni etniche di grandi dimensioni, come quelle di Alemanni, Franchi e Goti, per meglio aggredire il vicino Impero o per difendersi dall'irruzione di altre popolazioni barbariche confinanti. Per altri studiosi, invece, oltre alla pressione delle popolazioni esterne, fu anche il contatto ed il confronto con la civilt\xc3\xa0 imperiale romana (le sue ricchezze, la sua lingua, le sue armi, la sua organizzazione) a suggerire ai popoli germanici di ristrutturarsi ed organizzarsi in sistemi sociali pi\xc3\xb9 robusti e permanenti, in grado di difendersi meglio o di attaccare seriamente l'Impero.\nRoma, dal canto suo, ormai dal I secolo d.C. provava ad impedire la penetrazione dei barbari trincerandosi dietro il limes, ovvero la linea continua di fortificazioni estesa tra il Reno e il Danubio e costruita proprio per contenere la pressione dei popoli germanici.Lo sfondamento da parte delle popolazioni barbariche che si trovavano lungo il limes fu facilitato anche dal periodo di grave instabilit\xc3\xa0 interna che attraversava l'Impero romano nel corso del III secolo. A Roma, infatti, era un continuo alternarsi di imperatori ed usurpatori (la cosiddetta anarchia militare). Le guerre interne non solo consumavano inutilmente importanti risorse negli scontri tra i vari contendenti, ma - cosa ben pi\xc3\xb9 grave - finivano per sguarnire proprio le frontiere sottoposte all'aggressione dei barbari.\nCome se non bastasse, lungo il fronte orientale della Mesopotamia e dell'Armenia a partire dal 224 la debole dinastia persiana dei Parti era stata sostituita da quella dei Sasanidi, che a pi\xc3\xb9 riprese impegn\xc3\xb2 severamente l'Impero romano, costretto a subire attacchi che spesso si univano alle invasioni, meno impegnative ma comunque pericolose, compiute lungo il fronte africano dalle trib\xc3\xb9 berbere di Mauri, Baquati, Quinquegentiani, Nobati e Blemmi. Roma mostr\xc3\xb2 di essere in grave difficolt\xc3\xa0 nel condurre cos\xc3\xac tante guerre contemporaneamente e per poco non croll\xc3\xb2 con due secoli di anticipo.\nFu grazie anche alla successiva divisione, interna e provvisoria, dello Stato romano in tre parti (ad occidente l'impero delle Gallie, al centro Italia, Illirico e province africane, ad oriente il Regno di Palmira) che l'Impero riusc\xc3\xac a salvarsi da un definitivo tracollo e smembramento. Ma fu solo dopo la morte di Gallieno (268), che un gruppo di imperatori-soldati di origine illirica (Claudio il Gotico, Aureliano e Marco Aurelio Probo) riusc\xc3\xac infine a riunificare l'Impero in un unico blocco, anche se le guerre civili che si erano susseguite per circa un cinquantennio e le invasioni barbariche avevano costretto i Romani a rinunciare sia alla regione degli Agri decumates (lasciata agli Alemanni nel 260 circa), sia alla provincia della Dacia (256-271), sottoposta alle incursioni della popolazione dacica dei Carpi, dei Goti Tervingi e dei Sarmati Iazigi.Le invasioni del III secolo, secondo tradizione, ebbero inizio con la prima incursione condotta dalla confederazione germanica degli Alemanni nel 212 sotto l'imperatore Caracalla e terminarono nel 305 al tempo dell'abdicazione di Diocleziano a vantaggio del nuovo sistema tetrarchico."
"L'Impero romano d'Occidente inizi\xc3\xb2 a configurarsi come organismo statale autonomo alla morte dell'imperatore Teodosio (395) il quale decise di affidare gli immensi territori, sempre pi\xc3\xb9 vulnerabili alla pressione dei barbari, ai suoi due figli: ad Arcadio, il maggiore, fu assegnato il governo della parte orientale dell'Impero mentre a Onorio, il minore, spett\xc3\xb2 la parte occidentale.\nNon era nelle intenzioni di Teodosio creare due organismi politici differenziati e completamente indipendenti fra di loro. La sua finalit\xc3\xa0 era piuttosto quella di ricollegarsi, attraverso questa scelta, sia alle tradizioni tetrarchiche, che a quelle post-costantiniane. La divisione doveva cio\xc3\xa8 rivestire un carattere puramente burocratico, amministrativo, o riconducibile al problema della difesa militare.\nDa allora per\xc3\xb2, questi due grandi aggregati, ormai strutturatisi in Impero Romano d'Occidente e Impero romano d'Oriente, non si sarebbero pi\xc3\xb9 riuniti e avrebbero intrapreso dei percorsi di sviluppo sempre pi\xc3\xb9 autonomi fra di loro. L'idea dell'unit\xc3\xa0 rest\xc3\xb2 tuttavia salda nelle coscienze ancora per lungo tempo, e certo non si era ancora spenta quando, nel 476, il re degli Eruli Odoacre depose l'ultimo imperatore occidentale, Romolo Augusto, e rimise le insegne dell'Impero all'imperatore d'Oriente Zenone.\nQuest'ultimo continu\xc3\xb2 a considerare l'Italia e Roma, culla della civilt\xc3\xa0 romana, come una parte dell'impero, mentre Odoacre e poi Teodorico, come patrizi d'Italia, ufficialmente svolgevano il ruolo di governatori per conto del sovrano di Costantinopoli, pur essendo di fatto regnanti autonomi. \nAncora l'imperatore bizantino Giustiniano tent\xc3\xb2 la riunificazione delle due parti dopo la fine dell'Impero d'Occidente, progetto che tuttavia finir\xc3\xa0 nei secoli successivi con l'affermazione dei regni di franchi, visigoti e longobardi, e la nascita del Sacro Romano Impero."
"Col termine di guerre romano-germaniche si indica una serie di conflitti tra Romani e varie trib\xc3\xb9 germaniche, combattuti tra il 113 a.C. ed il 476 d.C..\nQueste guerre solo raramente sono legate le une alle altre; svoltesi in epoche diverse, hanno riguardato spesso trib\xc3\xb9 germaniche differenti e sono state dovute alle cause pi\xc3\xb9 diversificate, dalla migrazione in massa di popolazioni germaniche, alle guerre di conquista romana, alle rivolte germaniche, fino alle definitive invasioni dell'impero da parte dei germani.\n\n"
"La caduta dell'Impero romano d'Occidente viene fissata formalmente dagli storici nel 476 d.C, anno in cui Odoacre depose l'ultimo imperatore romano d'Occidente, Romolo Augusto."
'Le invasioni barbariche (dal 166 al 476) costituirono un periodo ininterrotto di scorrerie all\'interno dei confini dell\'Impero Romano fino alla caduta della sua parte occidentale. Furono condotte inizialmente per fini di saccheggio e bottino da genti armate, appartenenti alle popolazioni che gravitavano lungo le frontiere settentrionali (Pitti, Caledoni e Sassoni in Britannia).\nLe invasioni delle trib\xc3\xb9 germaniche di Frisi, Sassoni, Franchi, Alemanni, Burgundi, Marcomanni, Quadi, Lugi, Vandali, Iutungi, Gepidi e Goti, le trib\xc3\xb9 daciche dei Carpi, quelle sarmatiche di Iazigi, Roxolani ed Alani, oltre a Bastarni, Sciti, Borani, Eruli ed Unni (lungo i fiumi Reno-Danubio ed il Mar Nero), a partire dalla seconda met\xc3\xa0 del IV secolo, si trasformarono da semplici scorrerie in vere e proprie migrazioni di intere popolazioni, che da nomadi divennero sedentarie, una volta conquistata un\'area nel territorio dell\'impero.\nIl fenomeno, a volte indicato anche con il termine tedesco V\xc3\xb6lkerwanderung ("migrazioni di popoli"), si conclude sostanzialmente con la formazione dei Regni latino-germanici (o "romano-barbarici") dalla disgregazione dell\'Impero romano d\'Occidente, la fine definitiva del cosiddetto Mondo Classico (o evo antico) e l\'entrata dell\'Europa nell\'alto Medioevo, avvenimenti tradizionalmente collocati nel periodo della tarda antichit\xc3\xa0.'
"Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano.\nIn un'accezione pi\xc3\xb9 ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunit\xc3\xa0 economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.\n\n"