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Pubblicazione: Roma : Carocci ; Firenze : Regione Toscana, 2003
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"La strage dell'Italicus fu un attentato terroristico di tipo dinamitardo compiuto nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974 sul treno Italicus, mentre questo transitava presso San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna. Nell'attentato morirono 12 persone.\n\xc3\x88 considerato uno dei pi\xc3\xb9 gravi attentati verificatisi negli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, alla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980. Per la strage dell'Italicus, come per le altre stragi, furono incriminati come esecutori diversi esponenti del neofascismo italiano, ma l'iter processuale si \xc3\xa8 concluso con l'assoluzione degli imputati.\nL'attentato si colloca nella fase finale della strategia stragista portata avanti dall'estrema destra, con l'intento di destabilizzare il paese e favorire un intervento dei militari:\nIn primavera, nel momento di maggiore tensione, inizi\xc3\xb2 una serie di attentati terroristici, via via sempre pi\xc3\xb9 gravi, rivendicati da Ordine Nero. In Toscana, il 21 aprile, si ebbe l\xe2\x80\x99attentato di Vaiano, primo attacco alla linea Ferroviaria Firenze-Bologna. Segu\xc3\xac a Brescia la gravissima strage di Piazza della Loggia, poi a Pian del Rascino la sparatoria cui perse la vita Giancarlo Esposti, il quale \xe2\x80\x93 secondo quanto Sergio Calore avrebbe appreso dal Signorelli, dal Concutelli e dal Fachini era in procinto di recarsi a Roma per attentare alla vita del presidente della Repubblica, colpendolo spettacolarmente a fucilate durante la parata del 2 giugno.\nPu\xc3\xb2 pensarsi che ognuno di questi fatti fosse fine a se stesso? Gli elementi raccolti consentono di dare una risposta decisamente negativa. Gli attentati erano tutti in funzione di un colpo di stato previsto per la primavera-estate \xe2\x80\x9974, con l\xe2\x80\x99intervento \xc2\xabnormalizzatore\xc2\xbb di militari in una situazione di tensione portata ai grandi estremi. E valga il vero.\nSergio Calore, nell\xe2\x80\x99interrogatorio del 28 maggio 1985 al giudice istruttore di Bologna, riferisce che il Signorelli dall\xe2\x80\x99autunno \xe2\x80\x9973 gli aveva parlato di un colpo di stato che avrebbe dovuto aver luogo nella primavera-estate \xe2\x80\x9974 con l\xe2\x80\x99appoggio di ufficiali \xc2\xabnazionalsocialisti\xc2\xbb di stanza nel settore del Nordest. \nA tale strategia, come accertato dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi, se ne sovrapponevano altre che miravano a usare politicamente la paura del golpe.\nStando a quanto affermato nel 2004 dalla figlia Maria Fida, Aldo Moro, all'epoca Ministro degli Esteri, si sarebbe dovuto trovare a bordo del treno, ma pochi minuti prima della partenza venne raggiunto da alcuni funzionari del Ministero che lo fecero scendere per firmare alcuni documenti..\n\n"
"La strage di Forno fu l'uccisione di sessantotto persone avvenuta il 13 giugno 1944 a Forno, in provincia di Massa, ad opera di reparti dell'esercito tedesco unitamente a reparti della X\xc2\xaa MAS al comando di Umberto Bertozzi che si distinse per crudelt\xc3\xa0 e accanimento, come rappresaglia per la precedente occupazione del paese e la proclamazione della \xe2\x80\x9cRepubblica libera di Forno\xe2\x80\x9d da parte di partigiani avvenuta il 9 giugno 1944.Reparti delle SS affiancate da unit\xc3\xa0 della X MAS, uccisero 72 persone e 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spinsero nel comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca, nel comune di Fivizzano. Nel giro di cinque giorni uccisero oltre 340 persone, mitragliate, impiccate, financo bruciate con i lanciafiamme. Cinquantuno civili furono avviati nei campi di concentramento in Germania, dodici rimasero uccisi: due bruciati nella locale caserma dei carabinieri mentre dieci durante l'operazione di assalto al paese Tra le vittime partigiane figura il comandante Marcello Garosi che, rimasto senza munizioni, prefer\xc3\xac morire suicida sparandosi l'ultimo colpo piuttosto che consegnarsi al nemico, mentre cinquantasei furono i fucilati tra cui anche il maresciallo ordinario dei Carabinieri della locale stazione, Ciro Siciliano, Medaglia d'oro al merito civile, accusato di collaborazionismo con le bande partigiane per aver consegnato ai partigiani la caserma dei carabinieri e avervi fraternizzato.\n\n"
"L'eccidio di Montemaggio fu la fucilazione di 19 partigiani da parte della Guardia Nazionale Repubblicana il 28 marzo 1944, in localit\xc3\xa0 la Porcareccia, sulle pendici del Montemaggio (671 m. s.l.m.) a Monteriggioni, in provincia di Siena.\nLe vittime furono 19 in totale: erano tutti giovani ragazzi che si erano dati alla macchia per sfuggire alla leva fascista e per unirsi alle formazioni partigiane della Brigata Garibaldi che operava nella zona compresa tra le province di Siena, Pisa e Grosseto.\n\n"