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Edizione: Edizione fuori commercio riservata ai lettori dell'Unità
Pubblicazione: Milano : L'Unità : Elemond Arte, 1992
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Paolo Caliari, detto il Veronese (Verona, 1528 \xe2\x80\x93 Venezia, 19 aprile 1588), \xc3\xa8 stato un pittore italiano del Rinascimento, cittadino della Repubblica Veneta attivo a Venezia e in altre localit\xc3\xa0 del Veneto.\nCaliari \xc3\xa8 noto in particolare per i suoi dipinti a soggetto religioso e mitologico di grande formato, come Nozze di Cana (1563), Cena a casa di Levi (1573) e Trionfo di Venezia (1582). Pittore della scuola veronese, si form\xc3\xb2 nella bottega di Antonio Badile e inizi\xc3\xb2 ben presto a ricevere importanti committenze, anche grazie al legame con il celebre architetto Michele Sanmicheli con cui instaur\xc3\xb2 una prolifica collaborazione. Insieme a Tiziano, pi\xc3\xb9 anziano di una generazione, e a Tintoretto, Paolo Veronese \xc3\xa8 considerato uno del "grande trio che ha dominato la pittura veneziana del cinquecento". Conosciuto come un ottimo colorista, dopo un iniziale periodo manierista, svilupp\xc3\xb2 uno stile naturalistico sotto l\'influenza di Tiziano. \nLe sue opere pi\xc3\xb9 famose sono elaborati cicli narrativi, eseguiti in uno stile drammatico e colorato, pieno di maestosi scenari architettonici e sfarzosi dettagli. Sono particolarmente famosi i suoi grandi dipinti rappresentanti feste bibliche, affollati di figure, che dipinse per refettori di monasteri a Venezia e Verona. Fu anche il principale pittore veneziano di soffitti. Essendo dipinte per la decorazione di palazzi ed edifici pubblici, la maggior parte di queste opere rimane ancora oggi in situ, come nel caso dei dipinti per Palazzo Ducale a Venezia, per la chiesa di San Sebastiano e per Villa Barbaro, o almeno a Venezia, mentre le sue opere conservate nei musei, come i ritratti, hanno dimensioni pi\xc3\xb9 contenute e non sempre mostrano il carattere pi\xc3\xb9 tipico del pittore.\nCaliari \xc3\xa8 sempre stato apprezzato per "la brillantezza cromatica della sua tavolozza, per lo splendore e la sensibilit\xc3\xa0 della sua pennellata, per l\'eleganza aristocratica delle sue figure e per la magnificenza del suo spettacolo", ma il suo lavoro \xc3\xa8 stato percepito "per non consentire l\'espressione del profondo, umano o sublime. Del "grande trio" \xc3\xa8 stato il meno apprezzato dalla critica moderna. L\'opera di Paolo ha anticipato l\'arte barocca, ispirando numerosi artisti come Annibale Carracci, Sebastiano Ricci, Pietro da Cortona, Giambattista Tiepolo, fino a Eug\xc3\xa8ne Delacroix.'
"Annibale Carracci (Bologna, 3 novembre 1560 \xe2\x80\x93 Roma, 15 luglio 1609) \xc3\xa8 stato un pittore italiano.\n\nIn antitesi con gli esiti ormai sterili del tardomanierismo, propose il recupero della grande tradizione della pittura italiana del Cinquecento, riuscendo in un'originale sintesi delle molteplici scuole del Rinascimento maturo: Raffaello, Michelangelo, Correggio, Tiziano e il Veronese sono tutti autori che ebbero notevole influsso sull'opera del Carracci. La riproposizione e, al tempo stesso, la modernizzazione di questa grande tradizione, unitamente al ritorno dell'imitazione del vero, sono i fondamenti della sua arte. Con Caravaggio e Rubens, pose le basi per la nascita della pittura barocca, di cui fu uno dei padri nobili.\nDi fondamentale importanza nello sviluppo della sua carriera furono i rapporti con il cugino Ludovico e il fratello Agostino \xe2\x80\x93 entrambi dotatissimi pittori \xe2\x80\x93 con i quali, agli esordi, tenne bottega comune e con cui collabor\xc3\xb2, a pi\xc3\xb9 riprese, anche in seguito.\n\n"
"La Pinacoteca di Brera \xc3\xa8 una galleria nazionale d'arte antica e moderna, collocata nell'omonimo palazzo, uno dei complessi pi\xc3\xb9 vasti di Milano con oltre 24 000 metri quadri di superficie.\nIl museo espone una delle pi\xc3\xb9 celebri raccolte in Italia di pittura, specializzata in pittura veneta e lombarda, con importanti pezzi di altre scuole. Inoltre, grazie a donazioni, propone un percorso espositivo che spazia dalla preistoria all'arte contemporanea, con capolavori di artisti del XX secolo.\nUn tratto caratteristico di Brera, che lo differenzia da altri musei italiani, \xc3\xa8 la presenza di grandi capolavori di diverse scuole: lombarda, toscana e dell\xe2\x80\x99Italia Centrale, veneta oltre che di dipinti importanti di scuola fiamminga. Questo deriva dall\xe2\x80\x99impostazione data al museo fin dall\xe2\x80\x99epoca napoleonica, quando fu concepito come luogo rappresentativo di tutta l\xe2\x80\x99arte italiana di ogni epoca e di ogni regione, accogliendo opere prelevate da chiese e conventi (parte dei quali soppressi), nell\xe2\x80\x99ottica illuministica e \xe2\x80\x9crivoluzionaria\xe2\x80\x9d (che condivide con il Louvre) di mettere a disposizione del pubblico quadri fino allora difficilmente accessibili.\nNell\xe2\x80\x99ottobre 2018 si \xc3\xa8 concluso il riallestimento di tutte le 38 sale, promosso dal direttore James Bradburne, nominato nel 2015.\n\n"
'Luca Giordano (Napoli, 18 ottobre 1634 \xe2\x80\x93 Napoli, 12 gennaio 1705) \xc3\xa8 stato un pittore italiano, attivo soprattutto a Napoli, Firenze, Madrid e Roma.\n\xc3\x88 conosciuto anche con il soprannome di "Luca Fapresto" ("Luca fai presto"), soprannome datogli mentre stava lavorando nella chiesa di Santa Maria del Pianto a Napoli, quando dipinse in soli due giorni le tele della crociera. Il soprannome era tuttavia dato anche per la sua sorprendente velocit\xc3\xa0 nel copiare i grandi maestri del Cinquecento, tra cui Raffaello, Tiziano e Paolo Veronese, ma guardando anche al naturalismo di Caravaggio e Jusepe de Ribera e agli apripista del barocco come Pieter Paul Rubens, Giovanni Lanfranco e Pietro da Cortona.\n\n'
"La Breve ma veridica storia della pittura italiana \xc3\xa8 un saggio di Roberto Longhi sulla storia dell'arte italiana. L'opera fa parte delle opere giovanili dello studioso, ma riveste una grande importanza nel panorama storico-critico dell'arte europea per le nuove idee che vi si trovano pubblicate, che si ritrovano negli scritti successivi di Longhi e influenzarono tutta la critica successiva.\n\n"