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Autore principale: Levi, Enrico, sec. 19. 2. metà-sec. 20. 1. metà
Pubblicazione: Livorno : Giusti, 1902
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Grammatica italiana
L'accento latino, benché a tutt'oggi manchino delle testimonianze precise sulla sua effettiva natura, si ritiene sia stato un accento melodico.
Il latino arcaico è la fase iniziale della lingua latina, precedente al latino classico, ovvero la lingua latina parlata precedentemente al 75 a.C. Faceva parte delle lingue latino-falische, una famiglia linguistica indoeuropea attestata in Italia dal primo millennio a.C., che comprendeva, oltre al latino, anche la lingua falisca e probabilmente anche la lingua venetica.
Il termine pahlavi si riferisce alla lingua medio persiano usata anche nei testi religiosi della tradizione zoroastriana . Esso rappresenta la fase media della storia della lingua persiana, quindi, la continuazione diretta dell’antico persiano d’epoca Achemenide (secoli VI- IV a. C.) e l’antecedente del neopersiano. Diffuso inizialmente nell’Iran sud-occidentale (Pārs) divenne la lingua ufficiale e letteraria dell'impero sasanide (secoli III-VII d.C.). Ben presto, si espanse in direzione settentrionale e nordorientale, soppiantando gradualmente lingue e dialetti iranici. Al termine di questi processi plurisecolari, il medio persiano già all’epoca della conquista araba (secoli VII-VIII d.C.), era diffuso in una cospicua parte del territorio degli odierni Iran, Afghanistan e Asia Centrale, comprese le distese del Khorasan. Il medio persiano, insieme al partico o arsacide, lingua dell’impero arsacide (secoli III a. C. III d.C.), costituisce il gruppo occidentale delle lingue medio iraniche. In realtà, il termine Pahlavi è denominazione impropria poiché Pahlavīk è la continuazione settentrionale dell’etnonimo antico iranico parthava “partico” e quindi si presta meglio ad indicare il dialetto nord-occidentale (partico o arsacide). Invece, il dialetto che è alla base del medio persiano dei testi zoroastriani è fondamentalmente affine al parsik “persiano”, dialetto sud-occidentale. Fra tutte le lingue medio iraniche, il medio persiano è quella che offre il maggior numero di documenti. Sono conservate monete con legende, iscrizioni su vasi, sigilli, gemme ecc. Dal III-IV secolo si conservano iscrizioni scolpite in nome dei sovrani sasanidi e di personalità politiche e religiose di quell’epoca in Iran. Tuttavia, la documentazione principale per lo studio del medio persiano è fornita dalla vasta letteratura di contenuto religioso (zoroastriano) e profano, composta all’epoca del dominio sasanide e nei primi secoli successivi alla conquista araba (sec. VII-VIII d. C.). Grande è anche l’importanza dei documenti manichei rinvenuti all’inizio del XX secolo nell’oasi di Turfan (Turkestan cinese). Tra questi, il manoscritto del Salterio (sec. VII d.C.) rappresenta il più antico manoscritto esistente di letteratura Pahlavi. Tracce del medio persiano sono state ritrovate anche in una collezione di papiri redatti in Egitto durante l’occupazione sasanide per mano di Kosrow II (619-629 d. C.).
L'italiano ([itaˈljaːno] ) è una lingua romanza parlata principalmente in Italia. È classificato al 27º posto tra le lingue per numero di parlanti nel mondo e, in Italia, è utilizzato da circa 58 milioni di residenti. Nel 2015 era la lingua materna del 90,4% dei residenti in Italia, che spesso lo acquisiscono e lo usano insieme alle varianti regionali dell'italiano, alle lingue regionali e ai dialetti. In Italia viene ampiamente usato per tutti i tipi di comunicazione della vita quotidiana ed è largamente prevalente nei mezzi di comunicazione nazionali, nell'amministrazione pubblica dello Stato italiano e nell'editoria. Oltre ad essere la lingua ufficiale dell'Italia, è anche una delle lingue ufficiali dell'Unione europea, di San Marino, della Svizzera, della Città del Vaticano e del Sovrano militare ordine di Malta. È inoltre riconosciuto e tutelato come "lingua della minoranza nazionale italiana" dalla Costituzione slovena e croata nei territori in cui vivono popolazioni di dialetto istriano. È diffuso nelle comunità di emigrazione italiana, è ampiamente noto anche per ragioni pratiche in diverse aree geografiche ed è una delle lingue straniere più studiate nel mondo.Dal punto di vista storico l'italiano è una lingua basata sul fiorentino letterario usato nel Trecento.
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