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Titolo uniforme: Arte azteca
Autore principale: Aimi, Antonio
Pubblicazione: Firenze : Giunti, 2019
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Art e dossier
I mexica (pron. mescìca; nahuatl: Mēxihcah [meːˈʃiʔkaʔ], singolare Mēxihcatl) o mexicas — meglio noti come aztechi nella storiografia occidentale - furono una delle grandi civiltà precolombiane, la più florida e viva al momento del contatto con gli Spagnoli. Provenienti dalla California settentrionale, si svilupparono nella regione mesoamericana dell'attuale Messico dal secolo XIV al XVI. Il nome con cui essi stessi si indicavano è "Mexica" o "Tenochca", e non Aztechi, non a caso Mexica è tuttora il termine usato per definire i loro discendenti; il termine azteco è invece stato coniato solo molti secoli dopo dal geografo tedesco Alexander von Humboldt per distinguere queste popolazioni precolombiane dall'insieme dei Messicani moderni. Spesso con il termine "azteco" ci si riferisce esclusivamente al popolo residente a Tenochtitlán (dove oggi si trova Città del Messico), situata su un'isola del lago Texcoco, che faceva riferimento a se stessa come Mēxihcah Tenochcah [meːˈʃiʔkaʔ teˈnot͡ʃkaʔ] o Cōlhuah Mēxihcah [ˈkoːlwaʔ meːˈʃiʔkaʔ]. Talvolta il termine comprende anche gli abitanti delle due principali città-stato alleate di Tenochtitlan, gli Acolhua di Texcoco e i Tepanechi di Tlacopan, che insieme con i Mexica formavano la Triplice alleanza azteca spesso conosciuta come "impero azteco". In altri contesti, "azteco" può riferirsi a tutti i vari stati della città e dei loro popoli che hanno condiviso gran parte della loro storia etnica e tratti culturali con i Mexica, con gli Acolhua e con i Tepanechi e che spesso utilizzavano la lingua nahuatl come lingua franca. In questo senso si può parlare di una civiltà azteca comprensiva di tutti i modelli culturali comuni per la maggior parte dei popoli che abitarono il Messico centrale nel periodo tardo post-Classico. A partire dal XIII secolo, la Valle del Messico è stata il cuore della civiltà azteca; qui la capitale della Triplice alleanza azteca, la città di Tenochtitlan, fu costruita su isole nel lago Texcoco. La Triplice Alleanza formò un impero tributario che espanse la propria egemonia politica ben oltre la Valle del Messico, conquistando altre città di tutto il Mesoamerica. Al suo apice, la cultura azteca vantava ricche e complesse tradizioni mitologiche e religiose, oltre ad aver raggiunto la capacità di realizzare notevoli manufatti architettonici e artistici. Nel 1521 Hernán Cortés, conquistò Tenochtitlan e sconfisse la Triplice alleanza azteca che al momento si trovava sotto la guida di Montezuma II (vedi Conquista dell'impero azteco). Successivamente, gli spagnoli fondarono il nuovo insediamento di Città del Messico sul sito della capitale azteca in rovina; da qui poi procedettero con il processo di colonizzazione dell'America Centrale. La cultura e la storia azteca sono conosciute principalmente attraverso le testimonianze archeologiche rinvenute negli scavi, come quello del famoso Templo Mayor a Città del Messico; da codici scritti su corteccia; da testimonianze oculari dei conquistadores spagnoli come Hernán Cortés e Bernal Díaz del Castillo; e soprattutto dalle descrizioni del XVI e XVII secolo della cultura e della storia scritti da ecclesiastici spagnoli e da letterati Aztechi, come il famoso Codice Fiorentino compilato dal frate francescano Bernardino de Sahagún con l'aiuto di informatori originari aztechi.
Gli Aztechi furono una civiltà precolombiana mesoamericana del Messico centrale, esistita nel XIV, XV e XVI secolo. Si riferivano a se stessi col nome di Mexica (pronunciato: meˈʃikaʔ). La repubblica del Messico e la sua capitale, Città del Messico, prendono il nome dal termine "Mexica". La capitale dell'impero azteco era Tenochtitlán, fondata su un'isola situata all'interno del lago di Texcoco. Città del Messico è stata costruita sulle rovine di Tenochtitlan. La colonizzazione spagnola delle Americhe raggiunse il cuore dell'impero durante il regno di Huey Tlatoani, Montezuma. Nel 1521 Hernán Cortés, alleato con un esercito di nativi americani che sovrastava numericamente gli Aztechi, conquistò l'impero grazie ad una guerra basata su malattie, assedi, psicologia e combattimento diretto.
La religione azteca è una religione mesoamericana che combina elementi di politeismo, sciamanesimo ed animismo, oltre ad aspetti legati all'astronomia ed al calendario. Come altre religioni mesoamericane, unisce i sacrifici umani a numerose feste religiose la cui ricorrenza seguiva il calendario azteco. Vantava un pantheon molto ampio; gli Aztechi adottavano spesso come proprie divinità quelle di altre regioni geografiche, o di altri popoli. La cosmologia azteca divideva il mondo in livelli alti e bassi, ognuno associato ad un particolare insieme di divinità e di oggetti celesti. Nella religione azteca un importante ruolo era giocato da sole, luna e Venere, ad ognuno dei quali erano associati diversi significati simbolici e religiosi, ed erano legati a dei ed a luoghi geografici. Buona parte del pantheon azteco era un retaggio delle precedenti civiltà mesoamericane e di altri popoli, quali Tlaloc, Quetzalcoatl e Tezcatlipoca, e si trattava di dei venerati con nomi diversi in molte culture durante tutta la storia della Mesoamerica. Le divinità più importanti erano Tlaloc, dio della pioggia, Huitzilopochtli, dio padre della tribù Mexica, Quetzalcoatl, eroe culturale e dio della civiltà e dell'ordine e Tezcatlipoca, dio del destino e della fortuna, legato alla guerra ed alla magia. Ognuna di queste divinità possedeva un proprio tempio nella capitale azteca di Tenochtitlán. Tlaloc e Huitzilopochtli venivano venerati nel Templo Mayor. Una pratica religiosa comune tra gli Aztechi era la ricreazione del divino: gli eventi mitologici venivano ricreati ritualmente e le persone viventi impersonavano particolari dei, venendo riveriti come dei, e spesso sacrificati.
I sacrifici umani erano un aspetto importante della cultura e della religione azteca, nonostante le proporzioni di questa pratica siano tuttora in discussione tra gli studiosi. Gli spagnoli che per primi ebbero contatti con gli Aztechi dicono chiaramente nei propri scritti che il sacrificio umano era largamente praticato in tutta la Mesoamerica. Ad esempio, l'opera di Bernal Díaz del Castillo intitolata Historia verdadera de la conquista de la Nueva España comprende testimonianze oculari dei resti di vittime sacrificali. Inoltre esistono numerose fonti secondarie scritte dai frati che narrano di sacrifici umani, storie raccontate loro dagli stessi nativi americani. Attualmente, quasi tutti gli studiosi accettano il fatto che i sacrifici fossero praticati all'interno dell'impero azteco, così come in tutta la Mesoamerica precolombiana. A partire dalla fine degli anni settanta, gli scavi delle offerte rinvenute presso il Templo Mayor di Tenochtitlán, la Piramide della Luna di Teotihuacan e altri siti archeologici, hanno fornito prove fisiche di sacrifici avvenuti tra i popoli mesoamericani.Sono state proposte dai moderni studiosi varie interpretazioni della pratica azteca del sacrificio umano, sia riguardanti il significato religioso sia quello sociale. Ad esempio, una teoria che è stata ampiamente screditata è quella secondo la quale la dieta mesoamericana era carente di proteine, e che il cannibalismo di vittime sacrificali era una componente necessaria della dieta del tempo. Altre teorie collegano la pratica a speciali fattori socio-psicologici oppure la considerano uno strumento politico. Buona parte degli studiosi mesoamericani, comunque, considera i sacrifici aztechi come parte della millenaria tradizione culturale dei sacrifici della Mesoamerica. I sacrifici umani tra le popolazioni indigene precolombiane rappresentano un argomento controverso. La discussione in merito viaggia di pari passo con quella tendente a decidere se i popoli nativi americani fossero buoni selvaggi o barbari primitivi, con alcuni studiosi che tendono a romanticizzare la descrizione dei sacrifici umani, mentre altri tendono a estremizzarli.
Lo stadio Azteca (in spagnolo Estadio Azteca) è un impianto calcistico di Città del Messico. Ospita le partite interne del Club América e, solitamente, della Nazionale di calcio messicana. Lo stadio è noto anche Santa Úrsula (in quanto sorge nell'omonimo quartiere), da cui Coloso de Santa Úrsula, e come stadio Guillermo Cañedo, ma il suo nome ufficiale è Azteca come tributo alla storica civiltà degli Aztechi. L'impianto è l'unico ad aver ospitato due finali del campionato mondiale di calcio, nel 1970 e nel 1986 (la partita Brasile-Uruguay dell'edizione del 1950 giocata al Maracanã non può essere considerata una finale in quanto fu semplicemente l'ultima gara del girone). Risulta essere lo stadio ad aver ospitato complessivamente più partite della fase finale di un mondiale, 19, ripartite nelle edizioni del 1970 (10) e 1986 (9). Tale record è destinato ad aumentare in seguito all'assegnazione dell'edizione del 2026 alla candidatura congiunta Messico-Stati Uniti-Canada, che include lo stadio fra quelli previsti ad ospitare partite nella fase finale. Fu anche sede della finale del torneo olimpico di calcio del 1968 oltre che della CONCACAF Gold Cup, ma la sua fama è legata all'incontro di semifinale del campionato mondiale del 1970 tra le Nazionali di calcio di Italia e Germania Ovest, conclusasi 4-3 a favore dei primi e passata alla storia come Partita del secolo; sedici anni più tardi fu anche teatro al contempo sia del goal segnato con una mano da Diego Maradona alla formazione dell'Inghilterra e, pochi minuti più tardi, di quello, realizzato dallo stesso giocatore, giudicato in seguito come gol del secolo.
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