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Per via della seta (in cinese: 絲綢之路T, 丝绸之路S, sī chóu zhī lùP; persiano: راه ابریشم, Râh-e Abrisham) s'intende il reticolo, che si sviluppava per circa 8 000 km, costituito da itinerari terrestri, marittimi e fluviali lungo i quali nell'antichità si erano snodati i commerci tra l'impero cinese e quello romano. Le vie carovaniere attraversavano e il Medio Oriente, collegando Chang'an (oggi Xi'an), in Cina, all'Asia Minore e al Mediterraneo attraverso il Medio Oriente e il Vicino Oriente. Le diramazioni si estendevano poi a est alla Corea e al Giappone e, a Sud, all'India. Il nome apparve per la prima volta nel 1877, quando il geografo tedesco Ferdinand von Richthofen (1833-1905) pubblicò l'opera Tagebucher aus China. Nell'Introduzione von Richthofen nomina la Seidenstraße, la «via della seta».
L'Uzbekistan, ufficialmente Repubblica dell'Uzbekistan (in uzbeko O‘zbekiston Respublikasi, Ўзбекистон Республикаси) in italiano chiamato anche Usbechistàn; in antico italiano: "Usbechia", è uno Stato dell'Asia centrale, già parte dell'Unione Sovietica. La sua capitale è Tashkent, che conta oltre 2,3 milioni di abitanti. Confina a nord e a ovest con il Kazakistan, a est con il Kirghizistan e il Tagikistan, a sud con l'Afghanistan e il Turkmenistan; insieme al Liechtenstein, è doppiamente senza sbocchi sul mare, ovvero, oltre a non avere sbocchi sul mare, confina con stati anch'essi privi di sbocco sul mare. La lingua ufficiale è l'uzbeko.
Tīmūr Barlas (in chagatai تیمور, Temür; persiano: تیمور لنگ, Timur-e lang o Tīmūr Lang, ossia Timur "lo zoppo"; conosciuto in Europa come Tamerlano (it.), o Tamerlane (fr., eng.); Kesh, 1336 circa – Otrar, 19 gennaio 1405) è stato un condottiero turco-mongolo, che tra il 1370 e il 1405 conquistò larga parte dell'Asia centrale e occidentale, fondando l'Impero timuride. È considerato uno dei più celebri conquistatori e strateghi della storia. Da lui discesero l'astronomo e scienziato Uluğ Bek e l'imperatore Babur ("il Leone"), fondatore della dinastia Mogul nel subcontinente indiano. Figlio del capo della tribù turco-mongola dei Barlas, stanziatasi nel Khanato Chagatai in seguito all'invasione mongola del secolo precedente, si considerava un discendente della stirpe di Gengis Khan (come sta scritto sulla sua tomba a Samarcanda) e aspirava a riedificarne l'impero.Giudicato un genio dell'arte militare, aveva la capacità di tenere in pugno un esercito sterminato, composto da cavalieri nomadi provenienti dai quattro angoli dell'Asia (turco-mongoli chagatay, mongoli, tartari, turcomanni, persiani e persino, infine, indiani con i loro elefanti) e di condurli di vittoria in vittoria in alcune delle più grandi battaglie del medioevo. Aveva anche inventato gli Scacchi Tamerlani.Tamerlano fu un implacabile distruttore di eserciti nemici e delle città che gli si opponevano, al pari del suo predecessore Gengis Khan, ma diversamente da questi fu anche protettore di letterati, uomini di scienza e artisti e costruttore di splendidi edifici (come a Samarcanda e a Kesh). Tamerlano segnò al tempo stesso il culmine e il declino delle grandi invasioni dei cavalieri nomadi in Asia e in Europa. Molto abile nello sfruttare le divisioni degli avversari, costruì il suo impero sulle vittorie militari e su una doppia legittimazione. Come "erede" della legittimazione di Gengis Khan, dopo avere riunificato sotto il suo dominio i Khanati gengiskhanidi dell'Asia centrale (Chagatai) e della Persia (Ilkhan), distrusse anche la potenza della cosiddetta Orda d'Oro, che non si riprese mai più, rendendo così possibile la nascita del principato di Moscovia e l'indipendenza di quello di Kiev, dai quali si formerà la Russia moderna. Tamerlano si considerava anche un ghazi, ovvero un "Combattente per la Fede", e con questa legittimazione si scontrò con i khanati mongoli, ancora legati allo sciamanesimo, e con i sultanati indiani, strappando anche ai cristiani Smirne, il Regno di Georgia e i possedimenti genovesi nel Mar Nero. Alla fine della sua vita, l'impero di Tamerlano aveva un'estensione immensa, dalla Moscovia e dall'Ucraina fino alle attuali Turchia e Siria a occidente, e a oriente fino ai confini della Cina, comprendendo tutta l'Asia centrale, la Persia e l'India. Personalmente non assunse mai altro titolo se non quello di emiro (comandante), o Grande Emiro, come per ribadire costantemente il fatto che governava soltanto in nome della legittima dinastia dei Khan mongoli, discendenti diretti di Gengis Khan. Assunse peraltro anche il titolo di Khaghan, cioè "Genero imperiale", dopo il matrimonio con la principessa Bibi Khanum, discendente diretta di Gengis Khan. L'impero timuride che creò aveva al suo centro le odierne nazioni del Turkestan asiatico (gli odierni Uzbekistan, Kazakistan, Turkmenistan, Kirghizistan), includendo l'Afghanistan, l'Iran, e il Caucaso. Sottomise il Khanato dell'Orda d'Oro (1395), il Sultanato di Delhi nel 1398 (India Tughlaq), il Sultanato mamelucco (Iraq e Siria) (1400) e l'Anatolia ottomana, arrivando sulle sponde del Mediterraneo e a sconfiggere a Smirne i cavalieri di Rodi (1402-1403), anche se queste ultime conquiste rimasero in mano ai suoi discendenti (Timuridi) solo per pochi anni, tornando agli antichi detentori subito dopo la morte di Tamerlano nel 1405. Mentre fra le genti turco-mongole dell'Asia centrale Tamerlano ha lasciato una memoria eroica, come quelle di Alessandro Magno o di Giulio Cesare per gli europei, i biografi contemporanei di Tamerlano si dividono fra coloro che lo descrissero come il restauratore della pax mongolica e persino un precursore del Rinascimento umanistico che avrà luogo in Occidente (in genere si tratta degli autori persiani e degli occidentali), e, all'opposto, coloro che ne sottolinearono le modeste origini e la ferocia verso i nemici e gli abitanti delle città conquistate. In questo caso si tratta in genere degli autori arabi indignati per la distruzione delle città "sante" per la fede sunnita di Baghdad, Damasco e Aleppo. Secondo il principale biografo malevolo Ibn ʿArabshāh (che fu deportato ancora bambino a Samarcanda assieme ai genitori dagli uomini di Tamerlano dopo la distruzione di Damasco) ad esempio, la sua zoppia sarebbe derivata da una ferita subita in gioventù nella sua vita da nomade durante un furto di bestiame. Certamente si trattò invece di gravi ferite subite più tardi in combattimento, che lo lasciarono invalido della gamba e del braccio destri. Molto controversa è anche la questione se sia stato fin dalla gioventù un uomo colto oppure addirittura un analfabeta. Stando alle fonti storiografiche, Tamerlano poteva agevolmente sostenere una discussione su temi di filosofia, geografia o di storia antica con un erudito del calibro del grande storico Ibn Khaldūn. Anche in questo caso il paragone con Alessandro Magno o Giulio Cesare sarebbe più che giustificato. Per un altro verso le sue vittorie militari e le conquiste lasciarono una scia di stragi e di devastazioni quasi senza precedenti. Da Delhi nella valle del Gange fino a Bursa e Smirne sul Mediterraneo furono a decine le città incendiate e distrutte, come Delhi, Herat, Isfahan, Baghdad, Damasco, Aleppo, Kiev, Astrakhan e Mosca, o addirittura cancellate della carta geografica come Saraj. Le stragi delle popolazioni (stimate da alcuni studi demografici fino a 17 milioni di vittime fra civili e militari, circa il 5% della popolazione mondiale allora esistente) hanno un confronto solo con le precedenti invasioni dei mongoli di Gengis Khan. Di certo Tamerlano aveva una statura imponente, come venne descritto da chi lo incontrò di persona, e come anche si rileva dai suoi resti nella tomba di Samarcanda. Aveva inoltre forza e resistenza fisica eccezionali, al punto di potere sfidare a duello individuale i propri avversari a oltre quarant'anni di età. Le sue capacità di stratega, oltre alla sua abilità di cavaliere e nel tiro con l'arco, gli consentirono - malgrado le gravi ferite subite - di guidare personalmente fino quasi a settant'anni di età i propri eserciti in battaglia.
Marco Polo (Venezia, 15 settembre 1254 – Venezia, 8 gennaio 1324) è stato un viaggiatore, scrittore, ambasciatore e mercante italiano. La relazione dei suoi viaggi in Estremo Oriente, è raccolta nell'opera Il Milione, una vera e propria enciclopedia geografica che riunisce le conoscenze essenziali disponibili in Europa alla fine del XIII secolo sull'Asia. Membro del patriziato veneziano, con il padre Niccolò e lo zio paterno Matteo viaggiò attraverso l'Asia lungo la Via della seta fino alla Cina (allora Catai) dal 1271 al 1295. Consigliere e ambasciatore alla corte del Gran Khan Kubilai, tornò a Venezia nel 1295 con una discreta fortuna che investì nell'impresa commerciale di famiglia. Prigioniero dei genovesi dal 1296 al 1299, dettò le memorie dei suoi viaggi a Rustichello da Pisa (forse suo compagno di cella), che le scrisse in lingua franco-veneta con il titolo "Divisiment dou monde". Ormai ricco e famoso, sposò la patrizia Donata Badoer che gli diede tre figlie: Moretta, Bellela, Fantina. Morì nel 1324 e venne sepolto nella chiesa di San Lorenzo a Venezia. Seppur non sia stato il primo europeo a raggiungere la Cina, fu il primo a redigere un dettagliato resoconto del viaggio, Il Milione, che fu ispirazione per generazioni di viaggiatori europei (non ultimo Cristoforo Colombo) e fornì spunti e materiali alla cartografia occidentale (in primis al Mappamondo di Fra Mauro).
Con il termine impero si intende un'organizzazione politico-territoriale di consistente ampiezza, comprendente popolazioni, territori e Paesi anche diversi, ma sottoposti a un'autorità centrale, retta da un'assemblea oppure un capo o un monarca, che spesso ha il titolo di imperatore. Attualmente l'unico capo di stato a portare questo titolo, pur governando solo la propria nazione, è l'imperatore del Giappone.Questa pagina è un ampliamento della sezione "imperi per superficie e popolazione". Essa elenca, in ordine di superficie e (quando possibile) popolazione, quasi tutti gli imperi riconosciuti che si sono avvicendati nel corso dei millenni. Si deve tenere presente che i dati inseriti sono sempre il risultato di uno studio storico-scientifico e, di conseguenza, si basano su determinate ipotesi e presentano un margine di errore più o meno ampio. Laddove sia possibile, dunque, si è cercato di indicare l'incertezza delle stime, in modo da rendere tali dati il più possibile veritieri.
Nota introduttiva In queste pagine il computo degli anni è riportato secondo l'Anno Domini (estesa agli anni avanti Cristo) e quindi utilizzando il calendario solare gregoriano. La suddivisione di queste pagine di cronologia storica in cronologia della protostoria, cronologia della storia antica e cronologia del Medioevo ha solo significato metodologico per evitare la costruzione di un'unica pagina di "Cronologia della storia del mondo", troppo complicata, pesante ed ambiziosa da gestire; si è scelto pertanto di dividere i periodi in base ad alcuni riferimenti storici importanti: la scoperta della scrittura in Mesopotamia ed Egitto (passaggio dalla protostoria alla storia antica) e la scoperta delle Americhe da parte degli europei (fine del Medioevo). La cronologia della storia antica è composta da questa pagina principale, suddivisa in 8 paragrafi di 500 anni, ciascuno contenente una tabella riassuntiva geografica ed una cronologia sintetica ed essenziale; ad ogni paragrafo è collegata una pagina specifica con la cronologia estesa ed approfondita di quei cinque secoli, e non solo perché ci sono altri reperti storici che sono molto importanti come per esempio l'affresco dell'isola di creta o gli anni cinquanta del novecento La cronologia adottata per la Mesopotamia e l'Egitto è la cronologia media.
Il Milione è il resoconto dei viaggi in Asia di Marco Polo, intrapresi assieme al padre Niccolò Polo e allo zio paterno Matteo Polo, mercanti e viaggiatori veneziani, tra il 1271 e il 1295, e le sue esperienze alla corte di Kublai Khan, il più grande sovrano orientale dell'epoca, del quale Marco fu al servizio per quasi 17 anni. Il libro fu scritto da Rustichello da Pisa, un autore di romanzi cavallereschi, che trascrisse sotto dettatura le memorie rievocate da Marco Polo, mentre i due si trovarono in una prigione di Genova. Rustichello adoperò la lingua franco-veneta, una lingua culturale diffusa nel Nord Italia tra la fascia subalpina e il basso Po. Un'altra versione fu scritta in lingua d'oïl, la lingua franca dei crociati e dei mercanti occidentali in Oriente, forse nel 1298 ma sicuramente dopo il 1296. Secondo alcuni ricercatori, il testo sarebbe poi stato rivisto dallo stesso Marco Polo una volta rientrato a Venezia, con la collaborazione di alcuni frati dell'Ordine dei Domenicani.Considerato un capolavoro della letteratura di viaggio, Il Milione è anche un'enciclopedia geografica, che riunisce in volume le conoscenze essenziali disponibili alla fine del XIII secolo sull'Asia, e un trattato storico-geografico.Rispetto ad altre relazioni di viaggio scritte nel corso del XIII secolo, come la Historia Mongalorum di Giovanni da Pian del Carpine e l'Itinerarium di Guglielmo di Rubruck, Il Milione fu eccezionale perché le sue descrizioni si spingevano ben oltre il Karakorum e arrivarono fino al Catai. Marco Polo testimoniò l'esistenza di una civiltà mongola stanziale e molto sofisticata, assolutamente paragonabile alle civiltà europee: i mongoli, insomma, non erano solo i nomadi "selvaggi" che vivevano a cavallo e si spostavano in tenda, di cui avevano parlato Giovanni da Pian del Carpine e Guglielmo di Rubruck, ma abitavano città murate, sapevano leggere, e avevano usi e costumi molto sofisticati. Così come Guglielmo di Rubruck, invece, Marco smentisce alcune leggende sull'Asia di cui gli Europei all'epoca erano assolutamente certi. Il Milione è stato definito "la descrizione geografica, storica, etnologica, politica, scientifica (zoologia, botanica, mineralogia) dell'Asia medievale". Le sue descrizioni contribuirono alla compilazione del Mappamondo di Fra Mauro ed ispirarono i viaggi di Cristoforo Colombo.
Con il nome di Sogdiana (in greco Σογδιανή, in latino Transoxiana, in arabo: سغد, Sughd) viene designata una regione storica dell'Asia Centrale, comprendente gli attuali Uzbekistan meridionale e Tagikistan occidentale. In quest'area, a partire dal VI secolo a.C., si sviluppò una civiltà iranica, che ha mantenuto attraverso i secoli le proprie connotazioni culturali (fino al X secolo d.C. circa, raggiungendo l'apice del proprio splendore tra il V e l'VIII secolo d.C.). La ricostruzione delle vicende storiche di quest'area è stata resa possibile dall'esistenza di diverse fonti antiche. La Sogdiana viene citata con il nome di Sukhda nell'Avestā. Un'altra menzione si ha nelle iscrizioni di Dario I (522-486 a.C.) a Bisutun, risalenti ai suoi primi anni di regno. I geografi greci conoscevano l'area con il nome di Sugdiana o Sugda, collocandola nella Transoxiana, zona dell'Asia Centrale al di là dell'Oxos (o Oxus, l'odierno Amu Darya). Gli Arabi, in età successiva, la chiamavano Sughd (o al-Sughd) e indicavano la sua posizione genericamente nella regione del Mā warāʾ al-nahr, letteralmente "ciò che sta oltre il fiume". La civiltà sogdiana si sviluppò lungo il fiume Zeravshan (menzionato nelle fonti greche come Polytimetos ma chiamato localmente Namik, dicitura utilizzata nella variante Nami nelle cronache cinesi) e il Kashka Darya. L'attività economica che stava alla base dell'economia locale era l'agricoltura, che si avvaleva di estese opere di canalizzazione e bonifica. Geograficamente i confini della Sogdiana erano definiti a ovest dal fiume Oxus e a nord dal deserto del Kyzyl Kum. Nelle altre direzioni non era presente una demarcazione così netta e i confini assumevano una connotazione di tipo culturale, definita dalla presenza di altre civiltà limitrofe. Vi era la Margiana a ovest (oltre l'Oxus, sul delta del fiume Murghab), la Corasmia a nord-ovest, il Ferghana a est e la Battriana, o Ṭokhāristān, a sud. In quest'ottica erano parte integrante del territorio sogdiano anche l'Ushrusana e Shāsh, un'inclusione che anche la maggior parte degli studiosi contemporanei tende a proporre. La ripartizione cinese della Sogdiana in nove "famiglie" hu (cioè barbare o non-han) può essere rintracciata nelle fonti cinesi, in particolare in quelle dell'epoca dei Tang (618-906). A queste nove famiglie corrispondevano altrettante aree della regione governate da regnanti appartenenti alla dinastia zhaowu. L'appartenenza geografica determinava il "cognome" dei Sogdiani stabilitisi in Cina, con i quali le varie amministrazioni del Celeste Impero intrattenevano intensi rapporti, specie di carattere commerciale, almeno dal III-IV secolo d.C. Le nove famiglie nelle quali era suddivisa dai Cinesi la regione erano le seguenti: Kang (Samarcanda), Mi (Maymurgh), Cao (corrispondente a tre regioni limitrofe poste tra Ishtikhan e Ushrusana), Shi (l'attuale Kish nel Khojavend), He (Kushana), An (Bukhara) e Shi (Shash, l'attuale regione di Tashkent). A queste sette si aggiungono altre due famiglie, non sempre menzionate: Bi (Paykand) e Fadi o Moudi (designante una zona posta sulla via per la Corasmia identificabile con Vardana oppure, come proposto in precedenza, con Amul (da non confondere con la città a S del Caspio del Tabaristan) o con Betik). Non è certo tuttavia se a tali toponimi corrispondesse una reale suddivisione della Sogdiana o se invece fossero semplicemente un artificio burocratico. Il valore puramente indicativo di queste denominazioni sembrerebbe però essere avvalorato dal fatto che comprendesse la Corasmia quale parte integrante della Sogdiana, sebbene ciò non possa considerarsi corretto. Ciò anche ricordando che Sughd indicava il territorio compreso tra l'Ushrusana e la regione di Bukhara, escludendo queste due regioni periferiche dalla Sogdiana vera e propria. L'amministrazione della Sogdiana nel suo complesso sembra avesse nella città di Samarcanda (la Maracanda dell'epoca di Alessandro Magno) il suo centro più importante. La città godeva di uno status privilegiato, svolgendo le funzioni di capitale della regione. Va tuttavia precisato che, data la natura federativa dell'area, contrassegnata dalla presenza di città-Stato, la sottomissione di queste entità politiche a una autorità locale era nominale.
La storia dell'Afghanistan, il suo sviluppo politico interno, le relazioni internazionali e persino la sua esistenza come stato indipendente sono stati largamente determinati dalla sua collocazione geografica al crocevia dell'Asia centrale, occidentale e meridionale. Nei secoli, onde di popoli migratori hanno attraversato la regione - descritta dallo storico Arnold Toynbee come un "carosello del mondo antico" - lasciandosi dietro un mosaico di gruppi etnici e linguistici. Nei tempi moderni, così come nell'antichità, immensi eserciti hanno attraversato questa regione dell'Asia, stabilendo temporaneamente il potere locale e spesso dominando l'antico Afghanistan. Gran parte della storia dell'Afghanistan trascorse come parte dei più ampi avvenimenti che si svolsero nell'intero altopiano iraniano. Le popolazioni iraniche che arrivarono in Afghanistan hanno lasciato in eredità le loro lingue (pasthu, dari, ecc.), come pure distinti tratti culturali che molti studiosi e storici come Sir Olaf Caroe, autore di The Pathans, descrive come distintamente iranici: "C'è in effetti un senso per cui tutto l'altopiano dal Tigri all'Indo è un unico paese. Lo spirito della Persia vi ha soffiato sopra, portando una consapevolezza di avere un unico bagaglio culturale, un'unica cultura, un unico modo di esprimersi, un'unità dello spirito percepita fino a Peshawar e a Quetta". Forse non è sorprendente che siano stati il passato iranico e le invasioni islamiche degli Arabi a definire il moderno Afghanistan, mentre il suo passato greco, quello legato ai nomadi dell'Asia centrale e quello buddista e zoroastriano sono scomparsi da lungo tempo. Anche se per due millenni la zona è stata teatro di grandi imperi e di fiorenti commerci, i gruppi eterogenei dell'area non furono legati in una singola entità politica fino al regno di Ahmed Shah Durrani, che nel 1747 fondò la monarchia che governò il paese fino al 1973. Nel XIX secolo l'Afghanistan si trovò in mezzo alla potenza espansiva degli imperi russo e britannico. Nel 1900, Abdur Rahman Khan (l'"Emiro di Ferro"), guardando indietro ai suoi venti anni di governo e agli eventi del secolo trascorso, si chiese come il suo paese, che stava "come una capra tra questi due leoni [la Gran Bretagna e la Russia zarista], o come un chicco di grano in mezzo a due forti macine del mulino, [potesse] resistere in mezzo alle pietre senza essere ridotto in polvere?" L'Islam ha giocato forse il ruolo chiave nella formazione della società afghana. Nonostante l'invasione mongola dell'odierno Afghanistan all'inizio del XIII secolo sia stata descritta come più somigliante "a qualche brutale cataclisma provocato dalle cieche forze della natura che a un fenomeno della storia umana", nemmeno un guerriero formidabile come Gengis Khan riuscì a sradicare la civiltà islamica; nel giro di due generazioni i suoi eredi sarebbero diventati musulmani. Un evento spesso non considerato, ma che ciononostante recitò un ruolo importante nella storia dell'Afghanistan (e nella politica dei suoi vicini e dell'intera regione fino ai giorni nostri) fu, nel X secolo, l'ascesa di una forte dinastia sunnita - i Ghaznavidi. La loro potenza impedì l'espansione dall'Iran verso est dello Sciismo, assicurando così che la maggioranza dei musulmani in Afghanistan e nell'Asia meridionale sarebbero stati sunniti. Successivamente potenti dinastie imperiali originarie dell'Afghanistan come i Ghoridi avrebbero continuato a fare dell'Afghanistan una delle principali potenze del Medioevo, come pure un centro culturale che produsse Ferdowsi, Al-Biruni e Khushal Khan Khattak, tra le innumerevoli figure di accademici e letterati.
L'Afghanistan (AFI: /afˈɡanistan/, pronuncia tradizionale /afɡanisˈtan/; anche trascritto come Afganistan in italiano) , ufficialmente Repubblica Islamica dell'Afghanistan, è uno Stato senza sbocco sul mare di 652 864 km² e di 38 041 754 abitanti stimati nel 2019, con capitale Kabul. Confina a ovest con l'Iran, a sud e a est con il Pakistan, a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan e con la Cina nella regione più a est della nazione (corridoio del Vacan). Le lingue ufficiali del paese sono il pashtu e il dari. Tra la caduta dei Talebani in seguito all'arrivo delle forze alleate e la riunione del gran consiglio per la stesura della nuova costituzione, l'Afghanistan veniva indicato dall'Occidente come Stato provvisorio islamico dell'Afghanistan. Con la sua nuova Costituzione il paese viene ora ufficialmente chiamato "Repubblica Islamica dell'Afghanistan". L'attuale presidente è Ashraf Ghani, in carica dal settembre 2014.
La storia del Buddhismo inizia nel VI secolo a.C., con la nascita e la predicazione del Buddha Siddhartha Gautama; questo la rende una delle religioni più antiche ancora esistenti. Nel lungo periodo della sua esistenza, la religione si è evoluta adattandosi ai vari paesi, epoche e culture che ha attraversato, aggiungendo alla sua originale impronta indiana elementi culturali ellenistici, dell'Asia Centrale, dell'Estremo Oriente e del Sud-Est Asiatico; la sua diffusione geografica fu considerevole al punto di aver influenzato in diverse epoche storiche gran parte del continente asiatico. La storia del Buddhismo, come quella delle maggiori religioni, è anche caratterizzata da numerose correnti di pensiero e scismi, con la formazione di varie scuole; tra queste, le più importanti attualmente esistenti sono la scuola Theravāda, le scuole del Mahāyāna e le scuole Vajrayāna.